Ossola: "Vi presento Ri-Fila"
Poche settimane fa al Comune di Torino è stato presentato il secondo progetto per la ricostruzione del Filadelfia, Ri-Fila. TorinoGranata ha intervistato Franco Ossola, portavoce del gruppo. Ovviamente non c'è bisogno di presentazione su Ossola, figlio del grande attaccante che porta il suo nome perito a Superga, è lo storico granata per eccellenza.
Ossola, ci spiega il progetto Ri-Fila?
Lo scopo è quello di affiancare concretamente le istituzioni per restituire alla città un monumento, cercando di riproporlo così com’era. Strumento: un gruppo di fondatori che si impegna ad aggregare altri che condividano la stessa idea, i quali, a loro volta, si diano da fare per agganciare altre forze e così via. Le finalità sono quelle di raggiungere nel giro di un anno-un anno e mezzo i 5mila aderenti. L'impegno è ottenere, da chi aderisce, la promessa di dare mille euro a fondo perduto (5mila x 1000 = 5 milioni di euro), ma solo a numero soci raggiunto, così da sostenere in modo concreto e fattivo l’iniziativa di ricostruzione del Filadelfia.
Come si articola il progetto?
Il progetto del Campo Filadelfia è già pronto nei minimi dettagli. È opera dell’architetto Andrea Gaveglio e dell’ingegner Michelangelo Taliano, tifosi granata. Rispetta nel modo più assoluto il preesistente, tenendo in debito conto quanto la sovraintendenza ha voluto preservare. Capienza sotto i 10mila posti per evitare le tante esigenze della FIFA, tribuna coperta, materiali che rispettino, nella modernità del loro uso, l’effetto di un tempo. Spazio per tutto quanto si possa immaginare. Spazi commerciali, sulla via G. Bruno, per 1300 mq, circa. Un percorso museale fantastico di circa 200 metri lineari sito al primo piano sotto tribune e gradinate. Insomma una bellezza.
Questo è il secondo progetto presentato dopo quello dell’architetto Marco Busca. Pensa ne arriveranno altri ed il vostro potrebbe essere il prescelto?
Ho visto quello dell’arch. Busca, ma l’ho immaginato più come una provocazione, un dare la sveglia, che altro. È assolutamente improponibile: un’astronave calata in un luogo improprio. Il progetto di RI-FILA si attiene a quanto tutti i tifosi desiderano, vale a dire la riproposizione del vecchio mitico Fila. Può darsi ne vengano presentati altri. In merito alla scelta sarà il Comune che dovrà attivare tutte le procedure che, trattandosi di cosa pubblica, non sono mai agevoli.
Può dirci chi sono i personaggi che stanno lavorando al progetto Ri-Fila?
Non ci sono personaggi. Il responsabile dell’iniziativa è Marco Cena, un cuore Toro da sempre, già vicino al movimento dei lodisti nel 2005. Siamo tutti, chi più chi meno, semplici tifosi, appassionati, malati di Toro che vorrebbero dare una scossa a questo stallo infame. Certo, fra gli iscritti a RI-FILA ci sono anche dei “personaggi”, ma non credo sia il caso di stare ad elencarli.
Come hanno accolto in Comune il progetto?
In Comune, nella figura dell’assessore allo sport dottor Sbriglio, il progetto è stato accolto molto bene. Esaminato con attenzione e l’impressione è stata, nel generale, molto positiva.
Quali sarebbero i costi?
C'è da distinguere fra realizzazione del manufatto e sua gestione. La realizzazione si aggira sui 13-14 milioni di euro. Con un ribasso d’asta accettabile del 20% si arriva a 11 circa. La gestione dell’impianto è altra cosa, ma su questo le ipotesi sono svariate, tenuto anche conto delle variabili che nel frattempo potrebbero inserirsi (primo fra tutti il Torino).
Secondo lei quanto è fattibile la ricostruzione del Fila, o meglio a che punto siamo?
Credo che la concreta realizzazione del Filadelfia non sia vicinissima, ma neppure più lontanissima. Il movimento di opinione e di tifoseria si sta poco alla volta ingrossando e può darsi che produca frutti. Al momento siamo al punto delle buone intenzioni, ma concrete, con il RI-FILA non solo più a parole.
Per concludere un suo pensiero sul Torino, che futuro prevede per la prossima stagione?
L’appena trascorso campionato mi ha sfiancato. La campagna aqcuisti-cessioni è solo all’inizio e poco si comprende sulle intenzioni societarie. Credo, temo, che si tratterà, ancora di un campionato incerto, perché non mi riesce di intravvedere la reale volontà di risalire di fare del Torino una compagine accettabile in serie A.