ESCLUSIVA TG – Bresciani: “Il Torino vive qualche difficoltà, ma deve puntare all’Europa League”
Giorgio Bresciani è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Bresciani dopo aver fatto la trafila nelle giovanili granata ha giocato in prima squadra dal 1987 al 1992, con una parentesi nella stagione 1989-1990 nell’Atalanta, per poi proseguire la carriera altrove fino al 2006. Appesi gli scarpini al chiodo è diventato dirigente sportivo ed è commentatore per l’emittente televisiva “ETV”. Con lui abbiamo parlato della partita di oggi pomeriggio fra Atalanta e Torino.
Il cammino dell’Atalanta finora è stato costante con solo qualche battuta d’arresto, mentre il Torino dopo aver iniziato bene la stagione ha incontrato difficoltà segnando poco, subendo parecchi gol e ottenendo pochissimi punti. Che partita sarà quella di oggi fra queste due squadre?
“Atalanta e Torino sono squadre e società molto solide e rappresentano il bello del calcio italiano. Il Toro gioca bene e penso che gli ultimi risultati ottenuti siano bugiardi perché la prestazione con la Juventus, ad esempio, c’è stata e se si fosse trattato di un incontro di box i granata avrebbero vinto ai punti e non perso al novantatreesimo. Anche con l’Inter il Torino ha creato molte più occasioni da gol più dei nerazzurri e anche in questo caso non ha portato a casa nulla. Lo ripeto, per me il Toro gioca molto bene e Ventura in alcuni frangenti fa giocare la squadra in modo spettacolare e ha calciatori molto bravi. Quindi la gara di oggi è fra due belle squadre, non ne vedo una favorita, ma piuttosto mi aspetto una partita che finisca in parità in virtù del livello delle due formazioni”.
Effettivamente Atalanta e Torino sono separate da tre punti e per l’andamento del torneo la vittoria proietta la maggior parte delle squadre nelle zone medio-alte della classifica e purtroppo la sconfitta le fa scivolare a ridosso della zona retrocessione.
“E’ vero, è un momento di grande equilibrio con molte squadre in pochi punti. Ma se penso alla fine del campionato dico che il Torino arriverà davanti all’Atalanta in classifica, anche se i nerazzurri disputeranno una stagione molto bella. A mio parere il Toro deve penare anche a piazzarsi in un posto utile per l’Europa League perché ha le potenzialità per riuscirci”.
Da ex attaccante, come vede il momento no di Quagliarella e compagni di reparto?
“Se gli attaccanti segnano pochi gol questo influisce sul rendimento della squadra e soprattutto sui punti conquistati, anche se in parte centrocampisti e difensori sopperiscono con le loro reti. In questo periodo si può dire che Amauri ormai è un giocatore dimenticato, lo dicono i soli quindici minuti disputati finora, e poi mancano i gol di Quagliarella che è il giocatore più importante in attacco. Ritrovare il Quagliarella che fa gol, un incremento delle reti di Maxi Lopez e se Belotti entrerà meglio negli schemi offensivi e non penso al fatto che finora non abbia segnato, ma piuttosto alle sue prestazioni non sempre soddisfacenti, allora il Torino uscirà da questo periodo difficile. Giocare nel Toro, al di là della storia che a tutti noi ragazzi delle giovanili hanno insegnato, non è facile, anche se i tifosi sono fantastici e la curva Maratona è splendida, quindi penso che ci voglia senso di responsabilità, però Belotti deve stare tranquillo e sereno e lavorare bene quotidianamente, il Torino ha fatto un investimento importante e crede in lui, può essere che segnare un gol lo sblocchi in modo che si possa rivedere il Belotti di Palermo”.
Quanto sono importanti le partite con l’Atalanta e il Bologna per il rilancio del Torino?
“Sono partite importanti e devono dare un segno di ripresa per il Toro, mi auguro che sia così. Il Torino deve fare risultato a Bergamo e per fare risultato intendo vincere o pareggiare e poi provare a vincere la successiva con il Bologna. Io collaboro come opinionista per l’emittente “ETV” di Bologna e sabato prossimo sarò all’Olimpico a Torino, i rossoblù si sono ripresi con l’arrivo di Donadoni, infatti, hanno vinto con Atalanta e Hellas Verona e pareggiato ieri con la Roma e non sarà facile per il Toro, però condivido che quella con l’Atalanta e poi quella con il Bologna saranno due partite determinati per il Torino per uscire da questo momento”.
Reja schiera l’Atalanta con il 4-3-3, Ventura si affida al 3-5-2, ma i bergamaschi sembrano avere un equilibrio maggiore in campo fra i vari reparti, mentre i granata perdono un po’ troppi palloni in mediana, non sono sempre precisi nei lanci lungi e faticano a vincere i duelli uno contro uno. Il Torino deve trovare altre soluzioni oppure continuare con il suo modulo?
“Al Toro oggi, come dicevo, mancano i risultati delle ultime due partite con Juventus e Inter, perse immeritatamente soprattutto il derby, è chiaro che avendo fatto qualche punto in meno c’è la preoccupazione per il risultato, ma Ventura non può e non deve cambiare modulo, ha giocatori che sono stati presi proprio per questo tipo di gioco. Il modo di far giocare le proprie squadre di Reja e Ventura è completamente diverso, Reja è più alla ricerca della certezza, mentre il Toro in alcuni momenti perde qualche sicurezza, ma gioca bene e con la difesa a tre utilizza il portiere per iniziare l’azione e non lancia mai via la palla”.
Prima diceva che potrebbe finire in pareggio far Atalanta e Torino, ma quanto sarebbe negativa per i granata una sconfitta?
“C’è da fare un ragionamento di fondo, una volta si pensava che il punticino servisse a muovere la classifica e anche oggi è così, però con i tre punti a vittoria le cose sono cambiate perché una sconfitta e una vittoria sono tre punti e due pareggi solo due. Le sconfitte vanno capite e vanno analizzati i motivi. Torniamo al derby, il Torino ha perso, ma non ha demeritato sul piano del gioco e sono solo mancati i punti, c’è stata una grande parata di Buffon sul colpo di testa di Glik, in questi casi va riconosciuta la bravura degli avversari. Se anche il Toro dovesse incappare in una sconfitta con l’Atalanta sono assolutamente certo che farà un campionato importante e poi c’è il mercato di riparazione a gennaio e il mio amico Petrachi, con il quale ho giocato due anni nella Cremonese e nell’Ancona, è un direttore sportivo molto bravo e agirà se servirà pensando al bene del Toro”.
Cambiando argomento e parlando di lei, adesso è opinionista televisivo, ma ha deciso di cambiare mestiere oppure farà ancora il dirigente sportivo?
“Sono stato dirigente in Lega Pro nel Pergocrema e poi per due anni fra i dilettanti, a gennaio sono andato via dalla Civitanovese e adesso attendo e può essere che qualche cosa succeda, che ci siano delle opportunità per tornare a fare il dirigente sportivo. Nel frattempo mi diverto ad andare in televisione e con il giornalista di grandissimo livello com’è Gianfranco Civolani e con lui e la conduttrice facciamo la storica trasmissione “Il pallone nel sette”. Sabato sarò inviato a Torino così avrò la possibilità di seguire le mie due squadre: la mia del cuore il Toro e il Bologna che francamente dopo aver vinto due campionati (di C1 nel 1995 e di B nel1996, ndr) mi è entrata dentro”.