Mihajlovic (2ͣ parte): “Cairo ha molta energia positiva e noi vogliamo un Torino come lui”
L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, ha parlato in conferenza stampa presentando la partita con l’Empoli e soffermandosi su errori commessi in precedenza causa di sconfitte, infortuni, metodi di lavoro, la forma di Maxi Lopez e ringraziamenti al presidente Cairo. Ecco le sue parole della seconda parte della conferenza (per leggere la prima parte cliccare qui a fianco http://www.torinogranata.it/primo-piano/mihajlovic-1-parte-con-lempoli-non-voglio-piu-vedere-errori-individuali-71167):
Nel suo gioco contempla la gestione della partita?
“Dopo la partita con l’Atalanta avevo detto che non avevamo avuto il tempo di gestire il vantaggio perché avevamo preso gol dopo un minuto, ma non solo in quell’occasione e anche con il Milan avevamo preso gol dopo aver pareggiato e con il Bologna lo stesso. Sono situazioni che fanno riflettere, ma in campo abbiamo giocatori d’esperienza che nei momenti delicati, come quando si passa in vantaggio e si prevede la reazione della squadra avversaria, aiutano tutti a stare più concentrati in quei 5-6-7 minuti e poi si continua a giocare. Invece è capitato con l’Atalanta che dopo il nostro gol avevano noi la palla con Valdifiori, che non ha i piedi brutti, e a posto di calciarla la prende di punta e la manda in calcio d’angolo e poi un’altra serie di cose ci hanno portato a subire il gol”.
Mihajlovic è intervenuto quando a Bovo e Molinaro è stato chiesto se avevano riscoperto rispetto agli anni passati un piacere maggiore di tornare ad essere protagonisti visto che prima erano più al servizio degli schemi mentre ora sono gli schemi ad esaltare le loro peculiarità.
“Qualunque cosa rispondano non va bene perché o vanno “contro” il loro ex allenatore oppure “contro” di me. Questa domanda li mette in difficoltà, poi sono liberi di rispondere quello che vogliono. Quando vinci giocare è divertente quando perdi un po’ meno. Nel calcio è bello solo quando si vince, un allenatore può fare niente, ma vince ed è un fenomeno, un altro fa tanto e perde ed è una mezza cartuccia (il mister ha utilizzato un’espressione più colorita, ndr) poiché nel calcio conta solo il risultato. Bisogna abituarci a questo. Ogni allenatore ha le sue idee e cerca di trasmetterle alla squadra, il calcio è bello perché ognuno lo vede alla propria maniera, è bello anche perché voi giornalisti siete tutti allenatori sottolineate che si è fatta una cosa oppure un’altra e invece voi avreste fatto diversamente”.
“Molinaro è pienamente d’accordo a metà con Bovo su questo argomento (ride, ndr)”.
Il percorso di crescita di Lukic sta accelerando e quando lo si potrà vedere in campo?
“Sta crescendo, per forza. Lui come Gustafson. Sono due giocatori che non sono ancora al livello degli altri, ma che migliorano di giorno in giorno, ma ci vuole un po’ di tempo anche perché devono imparare l’italiano”.
Ieri il commissario tecnico Ventura vi ha fatto visita, che cosa vi ha detto?Vi siete confrontati?
“Abbiamo parlato dei giocatori del Torino di quello che ho capito in questi mesi da quando sono qui e di ciò che lui pensava di loro, ovviamente abbiamo parlato di quei giocatori che sono interessanti per la Nazionale”.
Vi siete scambiati consigli e suggerimenti?
“No”.
Questo è il momento giusto per Boyè stante gli infortuni dei compagni di reparto?
“Ho già risposto”.
Quello di Boyè sembra un percorso di crescita continuo e giocare per novanta minuti può essere un bel trampolino?
“Più di farlo giocare non posso, domani sarà in campo dall’inizio e poi si vedrà se giocherà per tutta la partita. Ma penso che tutti e tre gli attaccanti giocheranno tutta la gara visto che non abbiamo cambi”.
Se ci fossero stati Belotti, Ljajic e Maxi Lopez Boyè sarebbe finito in panchina, ha quindi una grande opportunità.
“Lo spero per lui e per me. In tutte le partite l’ho fatto giocare perché credo in lui e poi per cause di forza maggiore domani sarà titolare. Ho detto che non ho undici titolari e undici riserve e io considero Boyè come Martinez titolari, così come Obi, Acquah, Zappacosta e tutti gli altri. Quando c’è la possibilità di giocare o per infortunio di un compagno o perché ci sono tre partite in una settimana c’è una ragione in più per dimostrare che io ho ragione a dire che non ci sono titolari e riserve, ma 22-23 giocatori tutti sullo stesso piano. Quando vanno in campo mi dimostrano se ho ragione o torto e se non ho ragione ad affermare così sicuramente giocheranno di meno, ma non possono lamentarsi dopo perché ognuno deve sfruttare le occasioni che gli capitano”.
Avete previsto un piano
“Con i miei collaboratori (ride, ndr), soprattutto se l’hanno previsto loro soprattutto che è ancora meglio”.
In questo caso sì, dicevo un piano d’alimentazione per Maxi Lopez?
“Sì, ho parlato con Maxi Lopez anche l’altro ieri. Un giocatore che ha sette chili in più, ed è come se si portasse una lavatrice sulle spalle, riesce a fare quello che tutti vediamo … allora. Io lo conosco bene perché ce l’ho avuto a Catania e alla Sampdoria e so quello che lui mi può dare. Sono arrabbiato con lui, ma soprattutto è lui che deve essere arrabbiato con se stesso perché se avesse 6-7 chili in meno magari in quell’occasione che era da solo e che ha tirato di punta segnava oppure quando si è girato o anche in tutte le altre occasioni. So quello che mi può dare e gli ho detto che fino a quando non dimagrirà non giocherà perché è al 40-50% e quindi non può darmi nulla. Quando poi ci sono tanti infortunati per forza ho dovuto farlo giocare e non era neppure in condizione, come ho detto è andato in campo grazie alle infiltrazioni. Questo per personalità ed attaccamento alla maglia è una grande dimostrazione perché poteva dirmi che non ce la faceva e, invece, ha giocato per novanta minuti e ha fatto anche abbastanza bene, però, non è il Maxi che conosco io. Lui ha una dieta equilibrata che prevede che ogni settimana deve dimagrire di un chilo, non è una dieta che non gli permette di allenarsi o che gli fa fare la fame: La deve fare e ogni settimana sarà pesato e se è dimagrito un chilo va bene, ma se non è dimagrito pagherà la multa. E si andrà avanti così, anche perché se continua con questo peso con gli allenamenti che facciamo rischia d’infortunarsi tutti i giorni. Per il suo bene, per il mio e per quello di tutti noi deve tornare in forma, poi si può vedere di giocare con due punte e cambiare modulo, ma come è ora tutto è inutile e lui deve capire questo e penso che l’abbia capito”.
Mister, un’ultima cosa. Ha promesso che in campo non dirà più parolacce, se lo ricordi.
“No, ho promesso di non farmi più espellere, ma le parolacce le dico senza farmi sentire”.
Le dica in serbo se proprio deve.
“Meglio di no, appena ero arrivato a Roma avevamo giocato, credo con il Pescara, e l’arbitro non ha fischiato un fallo che c’era e io l’ho mandato a quel paese in serbo e lui mi ha espulso perché era di Trieste e capiva il serbo. Una sfortuna (anche in questo caso il mister ha utilizzato una parola più colorita, ndr). Non mi ricordo come si chiamava l’arbitro, è successo vent’anni fa e lui aveva i baffi”.
Baldas.
“Bravo, proprio lui. L’arbitro mi ha mostrato il cartellino rosso e gli ho chiesto perché e lui mi ha detto che capiva il serbo-croato”.
Prima di finire la conferenza Mihajlovic ha chiesto di poter dire una cosa:
“Visto che non me l’avete chiesto, volevo cogliere l’occasione per ringraziare il presidente Cairo che ieri durante la conferenza di presentazione di Hart ha parlato esprimendo fiducia e belle parole sulla squadra. Queste sue parole ci danno sicuramente fiducia e coraggio, è una persona con molta energia positiva, pratico e combattivo e noi vogliamo un Torino che somigli al suo presidente e cercheremo di diventarlo il prima possibile”.