Il VAR a chiamata non è utopia: la FIGC chiede di sperimentarlo in Serie C e nel femminile

Il VAR a chiamata non è utopia: la FIGC chiede di sperimentarlo in Serie C e nel femminileTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 11:30Notizie
di Emanuele Pastorella
fonte Tuttomercatoweb

All'indomani dell'apertura del presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, la FIGC ha mosso il primo passo per la richiesta del VAR a chiamata. La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha scritto infatti alla FIFA in merito al Football Video Support (FVS), che può essere richiesto dall'arbitro e, per non più di due volte a partita, anche dalle due squadre.

Le dichiarazioni di Gabriele Gravina
"L’Italia si conferma in prima linea per l’innovazione nel mondo del calcio. Il desiderio di rendere il calcio sempre più moderno e attrattivo per un maggior numero di persone, oltre al successo dei test portati avanti nel futsal grazie alla disponibilità dell’AIA e della Divisione Calcio a 5, ci ha convinti ad ampliare il campo d’applicazione di uno strumento tecnologico di grande aiuto agli arbitri nelle competizioni dove l’investimento economico del VAR non è sostenibile". Il commento del presidente della FIGC è arrivato dopo la richiesta ufficiale alla FIFA e all’IFAB di essere inclusa nella sperimentazione del Football Video Support nei maggiori campionati nazionali attualmente sprovvisti di VAR. Nella lettera inviata lunedì, la FIGC ha chiesto di poterlo utilizzare dapprima nel campionato di Serie C (stagione regolare, perché nei play off e play out è già previsto l’utilizzo del VAR) e nella Serie A Femminile professionistica, in attesa di valutarne l’implementazione anche in Serie D.

Come funziona il FVS
Il FVS è uno strumento introdotto dalla FIFA per consentire al direttore di gara (non è contemplata la presenza di altri arbitri come avviene per il VAR), anche su richiesta delle due squadre, di rivedere una determinata situazione di gioco con l’ausilio del replay quando c’è la copertura televisiva (da una a quattro telecamere) e in determinati casi specifici. Lo strumento prevede che l’arbitro, assistito da un operatore video, si avvalga di un monitor a bordo campo. La decisione iniziale dell’arbitro non cambia, a meno che il filmato non mostri che sia stato commesso un ‘chiaro ed evidente errore’ o si sia in presenza di un ‘grave episodio non visto’.