Al Torino servirà un’impresa per fermare il Napoli che non è solo Lukaku
Meglio non pensare, pur essendone molto ben coscienti, che il Torino è molto meno forte tecnicamente e qualitativamente rispetto al Napoli altrimenti sarebbe da non presentarsi in campo e prendersi un tre a zero a tavolino chiudendola lì. I numeri infatti dimostrano un divario enorme: 15 punti per i granata contro i 29, quasi il doppio, degli azzurri primi in classifica. 19 gol subiti contro i 9, meno della metà, e porta inviolata dei partenopei per 8 volte mentre quella granata lo è stata 3 volte. L’unico dato che non è schiacciante riguarda il numero delle reti segnate ossia 16 quelle del Torino, che però nelle ultime 5 partite ha realizzato solo due gol (uno Njie al Como e uno Masina al Monza) che hanno portato 4 punti dei quali tre con i lariani e uno con i brianzoli, a fronte delle 20 del Napoli, nelle ultime 5 gare solo con l’Atalanta non ha segnato è ha perso per il resto tre vittorie e un pareggio.
Il Torino sta vivendo un periodo difficile sul piano del gioco e dei risultati ed è passato dal 1° posto della 5ª giornata all’11esimo attuale dopo 13 gare. I problemi con l’infortunio di Zapata si sono acuiti, già si vedevano le avvisaglie prima soprattutto per gli errori difensivi che permettevano agli avversari di segnare. Ma senza il capitano è subentrata anche la difficoltà ad arrivare dalle parti delle aree avversarie che ha comportato un calo nella capacità a fare gol. E si è anche palesata la paura che troppo spesso ha fatto vedere in campo la squadra giocare con il freno a mano tirato.
Contro il Napoli servirà un’impresa al Torino, che già nelle ultime due uscite casalinghe, con Fiorentina e Monza, aveva ricevuto fischi dai suoi tifosi e l’invito a tirare fuori gli attributi. Ai granata non basterà solo cercare di fermare Lukaku infatti il Napoli non è solo lui, comunque già finito cinque volte sul tabellino dei marcatori. Anche Kvaratskhelia sa rendersi pericoloso, 5 reti pure per lui, e con Politano non solo si sacrificano in copertura quando occorre, ma anche inventano giocate efficaci e molto pericolose sulla trequarti. La difesa del Torino sarà chiamata a un super lavoro e non potrà evidentemente concedersi la minima distrazione. In mezzo al campo Anguissa, Lobotka e McTominay oltre a fare filtro sanno perfettamente smarcarsi per creare linee di passaggio finalizzate alla verticalizzazione. Oliveira e Di Lorenzo poi sanno essere due spine nei fianchi degli avversari sia quando difendono sia quando attaccano.
Al Torino per sfangarla servirà determinazione, massima concentrazione e nessun errore da parte di qualsiasi calciatore sarà in campo a prescindere se giocherà 1 secondo o dal fischio iniziale a quello finale. E’ prevedibile che il Torino non potrà limitarsi a difendersi altrimenti finirà per soccombere con il Napoli che spesso ha dimostrato che prima o poi riesce ad aprire un varco nel muro difensivo e può colpire con qualsiasi elemento della rosa. Lazaro e Pedersen, i probabili prescelti per essere titolari sulle fasce, aiutati dai centrocampisti, dovranno rifornire Sanabria e Adams non solo con palloni spioventi dall’alto, ma tenendo anche la sfera più bassa in modo che Tonny e Ché possano sfruttare al meglio gli input che ricevono e trasformare possibilmente le potenziali occasioni in gol, sperando che l’ex Buongiorno e Rrahmani con il supporto di Di Lorenzo e Olivera sugli esterni non siano sempre vincenti nei duelli fisici, nei tackle e nel gioco aereo e che incappino in qualche svista nella marcatura a uomo e in quelle preventive o che nell’impostazione della costruzione commettano qualche errore che faccia loro perdere la palla.
Si può anche accettare che il Torino possa perdere con il Napoli, ma dipende come. Di certo non sarebbe ammissibile se lo facesse senza combattere e vendendo molto cara la pelle.