Stagione ormai buona per ritrovarsi e ricostruire. Senza dimenticare Il Gallo

04.02.2020 09:52 di  Claudio Colla   vedi letture
Stagione ormai buona per ritrovarsi e ricostruire. Senza dimenticare Il Gallo
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

L'assenza di mercato in entrata, pur a fronte di tre partenze non irrilevanti, come quelle di Bonifazi, Laxalt, e Iago, e di un notevole rafforzamento da parte delle altre di medio-alta classifica, l'esonero di Mazzarri alle porte, dopo i 17 gol subiti in quattro partite; tutti segnali che, uniti a netti segnali di ripresa da parte di Milan e Napoli, che quei posti per l'Europa a disposizione avrebbero potuto lasciarli liberi per le outsider di turno, in casa Toro si siano tirati i proverbiali remi in barca, rispetto a un autunno-inverno (e chissà, magari anche primavera) 2020 a giocarsi un posto al sole nelle competizioni continentali, magari affrontando lunghe trasferte in terre "esotiche" del calcio del Vecchio Mondo. Tutti "problemi" che chi vestirà la casacca granata nella prossima stagione, salvo miracoli, non si dovrà porre.

Che fare, dunque, quando il campionato ha detto ciò che doveva dire già a inizio febbraio, ? Anche solo per ragioni di gaudio, sollucchero, libidine d'antan, e per rispetto nei confronti di tifosi e appassionati (quelli veri, non quelli che berciano, o peggio), una sfilza di svogliati zero a zero da qui a maggio non sarebbe auspicabile, nel modo più assoluto. Men che meno gare in cui si "toglie la gamba": ok preservarsi dagli infortuni quando la posta in palio è ridotta, ma la posizione in classifica non è sempre ciò che conta, nel calcio. Certamente non quando tutti gli obiettivi concreti sono sfumati.

Moreno Longo, che fa il suo ritorno nei ranghi del Toro, dopo poco più di tre anni e mezzo, sì da "uomo del club", da caretaker sul quale fare affidamento, disporrà però dell'occasione di convincere società, ambiente, e i suddetti tifosi, di poter rappresentare Il Volto di casa Toro di inizio decennio. Andando oltre l'accordo da qui (per quanto, ai fini dell'ufficialità, manchi ancora l'ultima parte di burocrazia da svolgere per liberarlo dal contratto in essere col Frosinone) a fine giugno, e guidando, innanzitutto, l'ormai inevitabile, ennesima rifondazione, che darà il la al prossimo campionato.

Guardando alla storia recente del tecnico, il nuovo corso granata, dal punto di vista tattico, sembra poter iniziare sotto il segno della continuità. Longo, nel corso dell'esperienza ciociara, ha utilizzato, come modulo di base, soprattutto il 3-5-2, variando all'occorrenza in direzione di un 3-4-2-1. Gli interpreti più frequenti dell'occasionale tridente canarino erano Camillo Ciano, seconda punta in grado di unire fisico e tecnico, Daniel Ciofani, centravanti classico (nonché miglior marcatore della storia del club ciociaro), e Federico Dionisi, ibrido veloce e votato al gioco in profondità. Nella stagione cadetta terminata col ritorno in Serie A, dopo il controverso playoff contro il Palermo, i canarini furono quarti per reti complessive segnate (più di venti al di sotto di un Empoli dominatore assoluto, ma sostanzialmente alla pari con Perugia e Foggia, rispettivamente seconda e terza nella graduatoria), classificandosi anche come sesta miglior difesa. Nel complesso un buon equilibrio di squadra, che, trasferito nel complicato attuale contesto granata, dovrà sì ribilanciare le dinamiche difensive, in particolare dal punto di vista mentale e della concentrazione (magari fornendo un po' di spazio a quel Singo ormai promosso a sesto del reparto), tutelando, d'altro canto, il prossimo futuro di capitan Andrea Belotti

Il Gallo, lo abbiamo visto sin troppe volte, in era Mazzarri si è dovuto "sbattere" moltissimo, senza, di contro, ricevere quei palloni che per un centravanti di razza come lui sono linfa vitale. Per i gol personali, per la resa della squadra, in definitiva per il morale. Nove reti in venti partite giocate, per un potenziale titolare della Nazionale Italiana a Euro 2020 (nel caso, in tandem con un Immobile che continua ad abbattere record su record), sono poche, e numeri così bassi, in questo caso, ben poco si possono imputare all'efficacia individuale del capitano granata in sé. Che resti ancora per un anno (prospettiva al momento piuttosto remota, specie se l'Europeo costituirà per lui una buona vetrina), o che sia ceduto a peso d'oro (anche se la notoria valutazione di 100 milioni di euro appare ora come ora poco realistica), Belotti dovrà poter giocare la restante parte di campionato con maggior tranquillità, e con incombenze e mansioni che siano maggiormente caratteristiche del suo ruolo di "Numero Nove". Senza cantare e portare la croce in solitaria, o quasi, come troppe, troppe volte siamo stati costretti a vederlo fare, lungo questo campionato. Questa, in ogni caso, sarà una delle prime missioni di Moreno Longo: "liberare" Il Gallo dalla prigione di una squadra che, in tante occasioni, non lo ha supportato come avrebbe meritato.