Determinazione e spirito granata sono ormai fossili nella memoria dei tifosi

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La partita dell'anno, quella da vincere assolutamente, ha portato solamente un pareggio che, oltretutto, a conti fatti non parrebbe neppure così meritato. L'Europa, ad ogni modo, è ancora possibile, solo che non dipenderà più di tanto ormai dai granata quanto invece da eventi fortunati e in castri giusti altrui. Ma è sul pareggio contro il Frosinone che ci si deve soffermare, perché ormai si fanno solo più parole, anche troppe, mai convertite in fatti. Il Toro come lo vorrebbero tifosi che hanno vissuto gli anni 80 e 90 e persino prima non esiste più, pian piano è stato cancellato, e non per un cambiamento nel calcio che ha reso tale situazione inevitabile, i motivi risiedono in coloro che negli anni ne hanno annullato a piccoli cambiamenti l'identità. Contro i ciociari, ecco l'ennesima conferma. Almeno nel finale, ci si aspetterebbe un assedio, un dominio (reale però, non quello troppo spesso decantato dopo le partite dal tecnico Juric o dal suo vice Paro), e invece niente, il solito inutile tatticismo fine a sé stesso, che spesso si traduce in un retropassaggio al portiere se non si trova un compagno facilmente servibile, con stucchevoli cambi scolastici ruolo per ruolo e neppure un tentativo di cambiare il modo di giocare in corsa.  E intanto il tempo scorre, e i tiri in porta non ne arrivano, se non saltuariamente. Non è l'unica volta, anzi è l'ennesima. E la gente ovviamente, comincia a stancarsi.