ESCLUSIVA TG – Sanna: “Il Torino paga ancora l’assenza di Zapata. Con il Cagliari sarà gara a viso aperto”

ESCLUSIVA TG – Sanna: “Il Torino paga ancora l’assenza di Zapata. Con il Cagliari sarà gara a viso aperto”TUTTOmercatoWEB.com
Vittorio Sanna
Oggi alle 11:30Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Vittorio Sanna è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Sanna è un giornalista, radiocronista di Radio Super Sound. Con lui, che da anni segue il Cagliari che questa sera affronterà il Torino sotto la Mole, abbiamo parlato del momento delle due squadre.

Il Torino in classifica ha due lunghezze più del Cagliari ed entrambe le squadre sono alla ricerca di punti per raggiungere il prima possibile la salvezza. In che stato di forma è il Cagliari in questo momento?
“E’ buono, ha vinto a Monza due settimane fa e ha fatto sette punti nelle ultime tre partite quindi decisamente bene. Nell’ultima gara contro il Lecce ha ritrovato il gol, vittoria per 4 a 1, che era un po’ la cosa che mancava. Sta procedendo e ha raggiunto una posizione in classifica leggermente più serena perché viaggiava al terz’ultimo posto e il successo gli ha permesso di scavalcare tante squadre e questo è un ulteriore segno di progresso. Il Cagliari è una squadra che comunque è molto squadra e sta lavorando per un progetto in cui lo sviluppo del gioco è alla base di tutto. Sviluppo che è costante come certifica la capacità di giocare ed essere protagonista della partita. Si aspettavano i risultati e stanno arrivando anche questi”.
Che percezione c'è in Sardegna e a Cagliari del Torino?
“La mia, più che quella degli altri, è che il Torino sta ancora pagando l’assenza di Zapata. Se vado a vedere i numeri, è una squadra che fa così pochi gol: sette, dal precedente scontro col Cagliari ad oggi, nelle ultime tredici partite. E questo dato già dice qual è il suo male. La difesa invece tiene molto bene. Quindi il Torino ha il problema del gol, del bomber. Probabilmente dipende anche dal tipo di gioco che sviluppa, che non permette di avere tantissime occasioni e quindi in proporzione realizza anche poco. Però certamente avere uno come Zappata davanti ti cambia la vita e l'assenza di Zappata, a mio giudizio, sta pensando particolarmente sul Torino. Questa è la considerazione, quindi è una squadra molto quadrata, molto compatta, con cui non è facile giocare e trovare spazio, ma contemporaneamente, per fortuna, talvolta ti perdona. Il numero dei pareggi anche recenti, quattro, dicono un po' questo”.
Il passaggio del Torino alla difesa a quattro, rispetto alla difesa tre, può essere un po' un problema per il Cagliari?
“Non credo. Io poi in merito ai moduli ci vado molto con le pinze perché c'è un assetto di partenza che viene dichiarato, ma poi c'è uno sviluppo di gioco in fase di possesso e non possesso che porta una squadra a essere a volte a 4, a volte a 5. Il calcio è uno sport di movimento, quindi no, non credo possa essere un problema. Anche perché il Cagliari tende a giocare, e ultimamente lo sta facendo costantemente, non solamente con una squadra di pivot, che in questo caso è Piccoli, ma intorno a lui con diversi giocatori che poi si inseriscono. Non a caso Zortea, subito dopo Piccoli, è il miglior marcatore del Cagliari. Ultimamente è stato inserito anche Felici, si aggiunga il trequartista, che potrebbe essere Gaetano per questa partita, e il Cagliari attacca con quattro uomini. Quindi anche con una difesa quattro, se le sincronie funzionano, non ci sono problemi particolari. Il Cagliari quest'anno piace perché attacca con tutti gli uomini e quindi il Torino difenderà con tutti gli uomini: ormai il calcio moderno è così, indipendentemente dalla linea di difesa, poiché partecipano un po’ tutti alle due fasi, sia la fase offensiva sia quella difensiva. Non credo che sia l'assetto di partenza che determina poi la compattezza o la vulnerabilità di una squadra”.
Che tipo di partita si aspetta tra Torino e Cagliari?
“Due squadre che si affronteranno a viso aperto, perché è questa la caratteristica del Cagliari quest'anno. Mentre in passato, anche in quello recente con Ranieri, era una squadra che giocava conseguentemente al tipo di gioco dell'avversario, quindi aspettando e ripartendo il più delle volte e cercando di non prenderle. L’attuale invece è una squadra che propone la sua personalità, rischia di giocare il suo calcio alla pari con gli avversari. In certe partite ha anche perso per questo, quando ha osato troppo sul piano tecnico. Però è una squadra che ormai ha imparato a giocare il suo calcio. Quindi mi aspetto una bella partita da questo punto di vista, perché nel momento in cui si rinuncia alle barricate ad oltranza, anche se poi questo non significa che sarà un Cagliari spavaldo e non accorto nella fase difensiva, però è una fase difensiva che opera già un po' più alta con l'aggressività sui primi portatori di palla. Per questo dico che mi aspetto una bella partita, intensa con due squadre che cercheranno di neutralizzarsi a vicenda e di recuperare palla in zona alta per poi avere la possibilità di ferire l’avversario”.
Un pareggio farebbe più comodo al Cagliari o al Torino? O a entrambe? Oppure a nessuna delle due squadre?
“In questo momento il pareggio sarebbe più comodo rispetto a una sconfitta, è lapalissiano, ma sarebbero due punti in meno rispetto a una vittoria. Credo che in questo momento, soprattutto il Torino abbia bisogno di vincere perché comunque è da un po' che non ci riesce e sai benissimo che questo, indipendentemente dalla classifica, agisce anche sulla psicologia e sull’emotività della squadra. Quindi una squadra che vince sembra più allegra, più disposta al lavoro. A mio giudizio In questo momento al Torino serve una scossa di questo tipo. Quindi un pareggio, in un momento come questo, con un Cagliari che è reduce da due vittorie e un pareggio forse accontenterebbe di più il Cagliari, che però non disdegnerà a mio giudizio di cercare la vittoria”.
Sicuro. Poi conoscendo Davide Nicola, per quanto possa essere affezionato al Torino, farà di tutto per portare a casa i tre punti.
“Nicola oggi gioca vicino a casa quindi potrebbe essere per lui uno stimolo ulteriore. La filosofia del tecnico, che è quella di giocare il proprio calcio senza stare a pensare all'avversario, è una cosa che sta piacendo a Cagliari, perché eravamo reduci, io lo chiamavo il calcio di Calimero, da tanti campionati in cui c'era la psicosi di essere inferiore agli altri. Ritengo che si possa anche dimostrare di essere inferiori, ma lo devi fare quando la partita è finita e non prima”.