LIVE Vanoli: "L'importante è capire la gara: la parola magica è stare in partita. Con la Lazio andiamo a giocarci una finale"

LIVE Vanoli: "L'importante è capire la gara: la parola magica è stare in partita. Con la Lazio andiamo a giocarci una finale"
Paolo Vanoli
© foto di Elena Rossin
domenica 30 marzo 2025, 11:55Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin

Il Torino nelle ultime 10 partite ha sempre segnato e ha conquistato 17 punti, perdendo solo col Bologna, e così dopo aver raggiunto l’11° posto vi si è assestato.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con la Lazio

Com’è andata la sosta del campionato e come sono rientrati i giocatori delle rispettive Nazionali?
“Bene, abbiamo lavorato bene, peccato per l’infortunio di Salama e probabilmente non lo recupereremo prima della fine del campionato. Per il resto abbiamo recuperato sia Lazaro sia Walukiewicz in questa sosta che ci ha aiutato.  Sono rientrati tutti bene, gli ultimi, come sempre Maripán e Sanabria. Sanabria bene e Maripán ha avuto nella prima partita in Nazionale un sovraccarico al flessore, però, fortunatamente, è andato tutto bene ed ha recuperato e oggi è al 100% con noi”.

Tra i giocatori rientrati anche Gineitis che ha segnato un gol alla Finlandia, nell’ultima parte della stagione potrà ricavarsi un ruolo da protagonista?
“Finora è sempre stato un protagonista, l'ha dimostrato quando ha giocato e quando è entrato. E’ un ragazzo che sta crescendo tantissimo e lo sta dimostrando anche Nazionale per cui sono veramente contento perché è un giocatore che ha delle potenzialità e i gol che sta facendo sono quelli che gli ho sempre chiesto quando insistevo durante gli allenamenti a fargli provare la conclusione da fuori area perché è un centrocampista che ha quei tipi di gol rispetto agli altri. Sono veramente felice e lui come tutti quelli della rosa devono essere e si devono sentire tutti protagonisti”.

Parlate invece di campo, Il Toro segna da 10 partite consecutive e anche questo sottolinea il cambio di passo fatto nell'ultimo periodo. E’ un altro step di quelli che ha sempre detto per avere una squadra che provi a segnare un gol in più piuttosto che a pensare di prenderne uno in meno?
“No, non ho mai detto di fare un gol in più e prendere uno in meno, ma ho detto solo che volevo più gol dai miei centrocampisti, creare più occasioni per avere più possibilità di fare gol perché mi piace di più attaccare, ma, come ho sempre detto, nel calcio quando si attacca bisogna essere bravi anche a difendere.  Quindi bisogna essere pronti sulle preventive e dobbiamo essere bravi a fare tutto. Tutti lo stanno facendo e sono contento perché le qualità dei centrocampisti stanno uscendo  come è successo anche con Ginetti che ci ha regalato punti importanti. I centrocampisti hanno questa possibilità e devono consolidarla e credere in questo”.

All’andata non fu una partita facile perché il Torino si complicò la vita da solo commettendo errori difensivi importanti che vanificarono i gol di Adams e Coco. Attenzione è la parola d’ordine per domani sera, tanto più che la Lazio prima della sosta ha perso 5 a 0 con il Bologna e davanti al proprio pubblico vorrà farsi perdonare oltre a mantenere l’obiettivo del 4° posto?
“Penso che la parola attenzione valga per tutte le partite, è un concetto importantissimo sul quale ci si allena, soprattutto sulla concentrazione. Sappiamo benissimo che incontriamo una squadra forte, una squadra che gioca in casa e che ha un pubblico importante. Viene soprattutto da una sconfitta importante e ha avuto la fortuna di staccare perché veniva da un periodo coni tante partite giocate e sicuramente la sosta li ha ricaricati. Quindi noi dobbiamo essere consapevoli della partita che affronteremo contro una squadra forte che si sta giocando la Champions League, però l'importante è capire la partita e noi sappiamo che incontreremo una Lazio arrabbiata per i 5 gol subiti. Dovremo essere bravi e, come dico sempre, la parola magica è stare in partita e essere consapevoli che ci sono più partite nella partita e quindi devi saperle svolgere bene”.

Che percentuale di mentalità vincente, 40%, 50%, 60% o più, ha oggi il Torino, per Torino intendo la squadra?
“La mentalità non è una percentuale, assolutamente no. E’ una cosa che si acquisisce col tempo, con i risultati, col lavoro e col sacrificio. E’ un processo lungo. Penso che quest'anno, soprattutto nella seconda parte, abbiamo fatto un passo in avanti, ma che c'è ancora tanto da lavorare. Come l’allenatore deve crescere anche il giocatore deve sempre dare qualcosa in più e in queste ultime partite abbiamo la possibilità di farlo. Abbiamo gestito tutte le partite come delle finali e andremo a Roma per giocarci una finale con la Lazio”.

Elmas è tornato dalla Nazionale dopo aver giocato due intere partite, cosa che non gli accadeva da tempo. Come sta dal punto di vista fisico?
“Bene. Ho sempre detto della sua gestione e finora siamo stati bravi nel farlo e speriamo di essere bravi fino alla fine perché Elmas ha dimostrato di essere un giocatore importante non solo per noi, ma anche per la Nazionale. L'ho visto rientrare molto carico, come tutti i Nazionali, Vlasic, Sosa io li ho visti molto carichi”.

Negli ultimi giorni si è parlato di Maripán per questioni extra calcistiche e lui ha smentito le accuse che ha ricevuto. Ha parlato con lui e come l'ha visto in questi giorni al Filadelfia? E’ sereno?
“Con il ragazzo ho parlato, ma di calcio. Era molto deluso soprattutto per i risultati della sua Nazionale perché complicano un pochettino la qualificazione al Mondiale. Ero curioso di vedere lo scontro fra Sanabria e Maripán che si affrontavano su fronti opposti visto che ci sono state poche occasioni di vederli uno contro l'altro. Maripán è sereno e molto carico, ero solo preoccupato per il sovraccarico che aveva avuto dopo la prima partita, però quando ci siamo sentiti mi ha detto che era tutto a posto”.

Quanto c'è di suo e quanto manca ancora al suo Toro per arrivare alla squadra che vorrebbe?
“Più che altro non è il mio Toro, ma è la mia idea di calcio. E’ diverso. Quanto manca alla mia idea di calcio? C'è tanto da lavorare perché è il mio primo anno. In quest’anno siamo stati tutti bravi a tenere la barca sulla retta via e questo è in ottica di costruire qualcosa nel futuro. Quando si cambia idea, quando si cambia mentalità ero sicuro che si sarebbe passato un momento non facile. Penso che il nostro inizio di campionato abbia un po' nascosto determinate situazioni e la perdita di Zapata le ha accentuate, sia in campo sia nello spogliatoio. Siamo stati bravi a lavorare, a capire e a rimetterci in gioco e questo mi piace, però per arrivare alla mia idea di gioco, anche per aver cambiato durante l'anno il sistema di gioco, ci vuole ancora tanto”.

La sosta può aver aiutato la Lazio a superare la sconfitta per 5 a 0 con Bologna, ma quanto può aver fatto male al Toro che era in rampa di lancio? Come si riattacca la spina e su quali tasti si deve battere soprattutto a livello psicologico?
“Hai detto bene, sai che le due partite più difficili sono quelle prima e dopo la sosta perché quando hai tanti giocatori nelle Nazionali magari i lunghi viaggi incidono o gli infortuni, ma per fortuna è andato tutto bene da questo punto di vista. E poi c'è l'aspetto morale dei ragazzi, come Gineitis che è euforico perché con la sua Nazionale ha fatto delle grandi prestazioni e lui ha anche segnato. E c'è anche l'aspetto psicologico, come per Maripán che con la sua Nazionale si è complicato la vita per il Mondiale. La bravura della nostra crescita è quella sui giochi e sui giochi per quanto riguarda le Nazionali è tornare e girare pagina e concentrarci su queste ultime partite che per noi sono importanti”.

A centrocampo la concorrenza è aumentata, Ilic, come aveva chiesto lei, si è messo a correre di più?
“Ci tengo a dire che a volte travisate come volete voi quello che dico perché magari non mi esprimo bene. Ho detto che Ilic deve correre perché fortunatamente nel mercato di gennaio abbiamo aumentato la concorrenza. Quando dico correre vuol dire che c'è concorrenza e la concorrenza è molto importante in una squadra. Ce l’ha Ilic, Sosa, Karamoh con l’arrivo di Elmas e Sanabria con Adams. Questo è un aspetto importante per un allenatore che deve far crescere la squadra. Quando parlavo che Ilic deve correre intendevo sotto quest'aspetto perché i centrocampisti sono tanti. Si sta allenando bene e non sono un allenatore che porta rancore perché guardo i giocatori cosa fanno durante la settimana e sono convinto che Ilic, come tutti, debba sentirsi protagonista”.

Quanto lavorate sulle punizioni visto che è da tanti anni che i tifosi aspettano un gol da questa situazione? C’è una gerarchia su chi deve batterle fra Elmas, Biraghi e Ilic?
“Dopo 5 giornate eravamo primi in classifica e non si sa mai che nelle ultime partite qualcuno faccia gol su punizione. A parte la battuta, non è una cosa sulla quale mi soffermo tantissimo. Questo è un aspetto quando si costruisce una squadra, ma non solo quello di chi batte le punizioni anche di chi calcia gli angoli come i saltatori. E’ importante chi calcia gli angoli perché sono una percentuale più alta di quella dei saltatori. E penso che anche in questo abbiamo aggiunto qualità e questa qualità la dobbiamo sfruttare perché nel calcio moderno a volte si vincono le partite sui calci piazzati”.

A proposito dell’esserci varie partite nella partita, una statistica dice che tra il 60 e il 75esimo il Torino ha segnato parecchio: 11 gol su 34, il 32% delle reti, mentre la seconda squadra in Serie A ha una percentuale del 25. Il vostro è un dato casuale o è qualcosa che cercate? C’è un motivo?
“Quando fai tanti gol nella seconda parte del campionato vuol dire che la tua squadra sta bene sotto l'aspetto fisico, sa reagire e questo per me è molto importante. Non so di preciso la nostra statistica, ma c'è stato un momento dove nell'ultimo quarto d’ora si prendevano tanti gol e questo è un altro aspetto relativo alla concentrazione, di poca lucidità. Sono tutti aspetti sui quali deve crescere una squadra che è in costruzione. Sicuramente su questo si lavora in settimana. Ho sempre detto ai ragazzi che dobbiamo sapere che durante la partita bisogna soffrire e se non sai che cosa sia la sofferenza non la riconosci.  Durante la settimana a volte li spingo oltre perché voglio che riescano a essere lucidi nel momento di difficoltà. Quando incontri squadre, come è successo con il Milan o come sarà la Lazio, che hanno giocatori fortissimi in campo aperto e che sono bravi anche nelle ripartenze non dobbiamo essere presuntosi in certi frangenti della partita e voler avere sempre la palla perché non è importante quanto corriamo, ma bisogna sapere soffrire. Va capito il momento dove si deve soffrire ed essere lucidi nella sofferenza. Con lucidità intendo che a volte anche un difensore deve fare quell'intervento che carica la squadra. Fare un rinvio che a posto di mettere la palla in calcio d'angolo finisca in rimessa laterale, perché un calcio d'angolo è molto più pericoloso di una rimessa laterale. Questa è la lucidità nei momenti decisivi”.

Come ha visto nelle ultime settimane Borna Sosa sia fisicamente, perché nel ritiro della Croazia raccontava che era stato male e aveva dovuto andare in ospedale, sia su come ha reagito alla maggiore concorrenza con l’arrivo di Biraghi?
“L’ho visto bene. Come ha detto a inizio anno ha avuto la febbre e a livello fisico non stava bene, ma adesso si è rimesso e il campo è lì. Ci sono gli allenamenti in settimana e c’è concorrenza e voglio vedere quanto è forte perché la concorrenza è bella e adesso tocca a loro. Io voglio giocatori vincenti con mentalità e quindi devono sapere che chi è un giocatore vincente sa che qual è la concorrenza. Adesso lo aspetto perché è un giocatore che ha qualità”.

Per evitare equivoci, parlando di Ilic ha detto che lei è uno che non prova rancore, ma perché ha usato la parola rancore?
“Ha accettato di andare a fare le visite mediche per lo Spartak Mosca quindi aveva accettato il trasferimento. E l’allenatore e la società, che ha lavorato bene, sapendo che aveva accettato il trasferimento hanno preso un altro centrocampista, tutto qui. Se devo guardare i numeri, dico sempre le cose in faccia come le ho dette ai miei giocatori”.

Si poteva pensare che ci fosse stato un litigio fra di voi.
“Nooo, non alimentiamo queste voci. Anzi, ho detto anche che sono stato fortunato che sia rimasto perché è un giocatore forte e importante in più nella rosa”.

La partita dell'andata contro la Lazio fu la prima sconfitta dopo il periodo delle prime cinque partite che vi avevano portato a essere primi in classifica. Era un momento di sogno, anche se nessuno pensava che poteste vincere lo Scudetto. Come la partita di domani può, da un certo punto di vista, alimentare un sogno? E prima parlava di costruzione di una mentalità, di un suo tipo di calcio, del percorso di crescita allungato anche al prossimo anno. Quanto è importante tenere uno zoccolo duro?
“Rispondendo alla prima domanda, è vero. La Lazio ci aveva castigato in più  occasioni con le ripartenze e non eravamo stati bravi a fare le preventive. Ma era un aspetto sul quale ero preoccupato perché giocando con a 5 a nella maggior parte delle volte nelle preventive sei uomo su uomo, soprattutto contro un sistema di gioco 4-2-3-1 perché quando i loro esterni non rientrano e rimani sulla punta, quasi sempre in un 3 contro 3, e infatti avevamo preso tanti gol in ripartenza. Adesso secondo me, indipendentemente da quello che sarà il risultato, arriviamo ad affrontare la Lazio in una maniera differente: abbiamo cambiato tanto e siamo cresciuti molto. Come ho detto, ci siamo promessi di affrontare ogni partita come se fosse una finale e in queste finali si guarderà a fino a che punto siamo cresciuti rispetto all'andata e contro una squadra che sta lottando per la Champions League. Nel girone d'andata siamo sempre stati bravi a giocarci le nostre partite, anche a Bologna, poi per errori nostri le abbiamo anche buttate via, però questo fa parte della crescita. Lo spirito in questa seconda parte è quello di una squadra che vuole provare a fare qualche cosa. Ricercare in ogni partita, oltre a una finale anche uno step di crescita.
Per quel che riguarda lo zoccolo duro, non sono concentrato sul futuro perché adesso ci sono queste partite che sono importantissime e ho detto che gli obiettivi non si guardano solo attraverso la classifica, ma attraverso anche altre cose. Da adesso in poi ho detto che ci siamo promessi che saranno delle finali e alla fine arriveremo in fondo. Ho già detto delle linee guida, ma le linee guida non c'entrano niente con il presidente”.

In questa stagione domani sarà la prima volta che giocherete di lunedì sera, come avete affrontato la settimana e sarà, anche per la Lazio, un vantaggio sapere i risultati delle altre squadre?
“Per noi e per la Lazio penso che giocare di lunedì dopo la sosta sia un piccolo vantaggio quando si hanno tanti Nazionali in giro per il mondo, soprattutto per noi che avevamo due ragazzi molto lontani uno in Paraguay e l’altro in Cile e hanno fatto viaggi lunghi. Dobbiamo guardare a noi stessi e non ai risultati degli altri. Abbiamo questa fortuna e dobbiamo guardare partita per partita. Domani c'è la Lazio, vediamo. Incontriamo una squadra forte, arrabbiata e di questo dobbiamo essere consapevoli per quello che sarà questa partita”.