LIVE Vanoli: "La crescita è stata determinate e anche la mentalità. Alla società ho chiesto un giocatore: il sostituto di Zapata"
Il commento, in conferenza stampa, dell’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, sulla vittoria sul Cagliari.
La sua squadra questa sera non ha mai dato l’impressione di subire la rimonta del Cagliari. E’ un po' l'apice di questa crescita che avete avuto nell'ultimo mese?
“Sì, ho già detto che nella squadra, da un mese a questa parte, vedo una mentalità, un atteggiamento completamente diverso. Nella prima parte della stagione abbiamo avuto tanti cambiamenti e non era facile trovare la giusta via, poi siamo riusciti a trovarla. La partita con la Fiorentina ci ha dato un po' l'autostima di sapere che il lavoro paga perché a Firenze abbiamo fatto una prestazione restando lucidi in dieci per quasi un'ora e andando a recuperare una partita contro una squadra importante e con un pizzico di fortuna avremmo anche potuto portare a casa la vittoria. Penso che oggi sia stata la ciliegina sulla torta di quello che stiamo facendo e di come stiamo crescendo. Ci sono ancora un po' di cose da migliorare, però penso che questa vittoria i ragazzi se la meritino perché era tanto che la cercavamo davanti al nostro pubblico”.
E’ aumentata la solidità difensiva rispetto al periodo precedente e infatti nelle ultime otto partite in 4 non avete subito reti e preso in totale sei gol. Cosa manca ancora in fase difensiva?
“Ogni volta che vengo in conferenza si parla solo della fase difensiva, ma a me piacerebbe fare qualche gol in più. Però anche con la difesa a 5 si vedevano già dei miglioramenti e il cambio di modulo non è stato perché non funzionava la difesa a 5, ma per cambiare anche per le caratteristiche che senza Zapata potevamo migliorare in campo. L'altro aspetto è che quando prendi i giocatori all'ultimo devi capire come arrivano, che condizione hanno e bisogna sapere aspettare. Questo vale per Maripán, come ho sempre detto, bisognava aspettare anche la sua condizione e l’adattarsi perché in Italia il campionato è difficile. Lo stesso vale per Adams, all'inizio quando lo si alternava con Sanabria era per fargli capire com'è il calcio italiano. Oggi la squadra sta bene, l’ha dimostrato e possiamo sicuramente fare qualcosa di meglio con le combinazioni, ma bisogna avere un po' più di fluidità, però abbiamo fatto una buona partita”.
Il tifoso vista la partita di oggi può chiedersi se a questa squadra venissero dati due giocatori di qualità in più, chissà dove potrebbe arrivare?
“Penso che l'abbiamo dimostrato all'inizio. Come tutte le grandi squadre quando perdono giocatori importanti faticano e noi abbiamo lavorato non solo in campo, ma anche all'interno dello spogliatoio per creare il nostro leader. Adesso abbiamo trovato una strada da percorrere per andare avanti. Di Vlasic sappiamo benissimo quali sono le sue qualità, adesso inizia a stare bene anche lui, è un po’ più libero mentalmente e come ho sempre detto deve solo riconoscere lo spazio quando tocca, non è un problema di fare la mezzala o il trequartista. Sono contento per tutti. Nessuno menziona la partita di Tameze che sembrava fuori dal progetto, ma io non ho mai messo nessuno fuori dal progetto. Adesso si parla tanto di Sanabria, ma a volte per arrivare a qualche cosa bisogna avere la pazienza di trovare un equilibrio. Sanabria è un nostro giocatore importante e non deve mollare come è successo per Karamoh”.
Questa partita e questo modo di giocare potrebbe invogliare ancora di più la società per intervenire sul mercato?
“La società ha fatto tutto quello che ho detto e sono stato chiaro: dobbiamo sostituire Zapata perché Duvan fino alla fine della stagione non ci sarà. Alla società ho detto che si deve prendere un giocatore: il sostituto di Zapata e nient’altro. Penso di essere stato chiaro. Non devo parlare di mercato perché sono stato chiaro. Zapata non è un giocatore qualunque e lo abbiamo visto e poi purtroppo il suo non è un infortunio che gli permette di rientrare fra un mese. Tutto qui”.
Non solo i due gol di Adams, ma anche il gol annullato a Lazaro, poi il palo, la traversa e altre occasioni. Oggi c’è stata tanta roba dal punto di vista offensivo, Quanto ha inciso oltre al cambio di modulo l’avere finalmente Vlasic che ha messo le proprie doti al servizio della squadra visto che era dal suo arrivo a Torino che praticamente non lo si vedeva in così grande spolvero? E’ quanto può essere utile in prospettiva futura?
“Devo dire la verità, questo deve essere solo il suo inizio perché sappiamo che giocatore è. Un giocatore importante è quello che in ogni gara, pur sporca o brutta, sa essere determinante. Lui deve essere cosciente di questo, deve sapere che per questa squadra è importante e quindi anche quando gli capiterà di giocare male deve essere sempre all'interno della gara e con una giocata cambiare tutto. Questi sono i giocatori importanti. Fortunatamente adesso si è liberato di testa con le prestazioni e il gol nel derby forse l'ha sbloccato, io vorrei vedere sempre questo Vlasic e lui deve diventare così. Quando dico che forse abbiamo cambiato la mentalità si tratta proprio di questo. Quando vedo Karamoh, Lazaro, Pedersen questa è la mia squadra. A volte i risultati vengono, a volte no, però oggi, l'ho detto da un mese, sto vedendo una squadra che più si avvicina a quelle che sono le mie idee”.
Ha la sensazione che la squadra abbia fatto un salto di qualità dal punto di vista della conoscenza di quello che lei sta chiedendo?
“Sì, conoscenza è la parola giusta. Venivamo da tre anni di un determinato calcio, di un certo tipo di lavoro e quando si subentra a tre anni di lavoro non puoi cambiare tutto in 4-5 mesi. Penso che questa sia stata un po' la difficoltà e per di più abbiamo perso il giocatore più forte che magari avrebbe potuto velocizzare questo processo. Però adesso abbiamo trovato la strada. Ho sempre detto che una squadra per crescere deve cambiare il ciclo mentale e questa sera ho visto questa voglia, questa determinazione di fare qualche cosa”.
Si ha la sensazione che questa sia stata la partita della svolta, forse non a livello mentale ma nel gioco, nella prestazione e anche nella sicurezza. E’ così?
“Siamo in un processo, non è che questa sia la svolta. E’ un processo e il nostro campionato è ancora lungo. Sappiamo l'obiettivo che dobbiamo raggiungere velocemente, però voglio raggiungerlo anche attraverso le prestazioni. Avere un'idea è la strada che stiamo percorrendo ed è da un mese a questa parte che lo facciamo nella maniera giusta, poi ci saranno ancora tanti ostacoli sulla nostra strada, però quando sei un gruppo, una squadra si sanno anche passare queste difficoltà”.
Oggi è stata una delle poche volte che il Torino è andato in vantaggio nel primo tempo, nell’intervallo il suo discorso alla squadra è cambiato rispetto alle altre volte?
“Il mio discorso nell'intervallo cambia in base alla situazione, perché altrimenti sarei ripetitivo e non mi ascolterebbero. Ho detto solo che il Cagliari era una squadra pericolosa e che bisognava ripartire nel secondo tempo giovando come avevamo fatto all'inizio. Avevo tanto timore di una squadra che ha giocatori che hanno il guizzo, il colpo di testa, che sanno sfruttare la seconda palla e ti possono creare quella situazione che può riaprire la partita e infatti poi sono entrati Pavoletti e Lapadula. La mia preoccupazione era sull’aspetto psicologico quando è stato annullato il 2 a 0: sei andato a festeggiare e poi ti ritrovi ancora 1 a 0. E’ uno di quei momenti dove devi riuscire a essere lucido e a continuare. E lì i giocatori sono stati, secondo me, bravissimi perché poi siamo riusciti a fare il 2 a 0. Fino all'ultimo il Cagliari ha sempre dimostrato di non mollare, come all'andata quando siamo andati in vantaggio 2 a 1 e poi nel secondo tempo abbiamo perso la partita. Temevo questo non solo per la classifica, ma anche per come lavorano le catene e per quanti cross mettono. Siamo stati bravissimi a impedirgli di fare tanti traversoni, che era uno degli aspetti per loro importanti, e nelle marcature in area. Abbiamo cambiato sulle palle inattive e sui corner mettendoci a un uomo perché rispetto a loro siamo una squadra un po' bassa e anche Milinkovic ci ha dato una mano sulle palle alte. E’ stata una decisione e i giocatori sono stati bravi perché l'abbiamo condivisa tutti insieme e questa è stata una cosa bella”.
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