LIVE Vanoli: "Motivazioni? Chi vuole tenere questa maglia e dare qualcosa. Voglio giocatori mentalmente pronti. Da valutare Lazaro, Walukiewicz e Sanabria"

Il Torino punta a tornare alla vittoria dopo il pareggio, che ha lasciato l’amaro in bocca per le due rimonte subite, con il Parma. In modo anche da tornare a conquistare l’intera posta al cospetto del proprio pubblico dopo esserci riuscito col Milan.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con l’Empoli, terzultimo in classifica, che si disputerà domani alle ore 20,45 allo stadio Grande Torino Olimpico.
Com'è andata la preparazione?
“Abbastanza bene, tranne qualche imprevisto. Dopo abbiamo la rifinitura e speriamo di riequilibrare il gruppo. Lazaro ha subito una bruttissima entrata e vediamo un pochettino oggi nel test di rifinitura. Sanabria che aveva quel problema (al ginocchio, ndr), vediamo se rientrerà a pieno servizio. Walukiewicz l'altro giorno, durante l'allenamento, in un’entrata ha preso un colpo e vediamo oggi nella rifinitura, ma per lui non ci dovrebbero essere problemi, però non so perché ce ne sono tanti”.
Che partita si aspetta contro l’Empoli che è in corsa per salvarsi, ma che è riuscito a eliminare la Juventus dalla Coppa Italia e accedere alle semifinali?
“Lo hai detto tu, per questo ho detto ai ragazzi che dobbiamo stare sul pezzo perché, come ci è successo a Parma, nelle ultime dieci partite tutte le squadre che incontreremo avranno motivazioni, anche se saranno diverse. Le motivazioni più forti le hanno le squadre che lottano per rimanere in Serie A e lo abbiamo visto un po’ a Parma nel secondo tempo. L'Empoli è in un periodo negativo per i risultati, però ho visto parecchie partite, compresa l'impresa che ha fatto contro la Juve, ed è una squadra giovane, viva e tignosa che fino all'ultimo rimane sempre in partita. All’andata ha fatto un girone strepitoso con la miglior difesa. Una squadra giovane nel corso di un campionato può avere anche dei passi falsi, ma anche nell'ultima partita contro la Roma ha tenuto in piedi l’1 a 0 fino alla fine. Ha preso gol nei primi quindici secondi della partita, ma l'ha tenuta sempre in piedi. È una squadra pericolosa, soprattutto quando gioca fuori casa, perché è bravissima soprattutto ad attaccare in campo aperto. L'abbiamo visto un po' anche qui all'andata e in Coppa Italia. Dobbiamo stare molto attenti, come ho detto dopo la partita di Parma, all'aspetto mentale, alla mentalità. Questo è uno step che dobbiamo fare in una partita così importante”.
Tornerete a giocare in casa dopo due trasferte, quanto è importante la spinta del pubblico?
“L’ho detto da quando sono arrivato, i tifosi, soprattutto per questo club, sono una parte importante. L'abbiamo visto a Monza e a Parma. E’ quello che ho sempre detto ai ragazzi che fino alla fine non dobbiamo deludere i tifosi. I risultati a volte vengono, a volte no e a volte li abbiamo buttati via. Però devo dire che nel girone di ritorno la voglia e la determinazione l'abbiamo dimostrata e loro ci hanno dimostrato il loro affetto in casa, ma soprattutto anche in trasferta. Ne dovremmo profittare di più”.
Pensa di sfruttare queste ultime 10 giornate per provare a sperimentare qualcosa, anche in vista del prossimo anno? Ci sono giocatori che giudica imprescindibili per la sua idea di squadra futura?
“Non mi piace la parola sperimentare, perché io non sperimento niente. Io devo mettere in campo la migliore formazione per arrivare a fare risultati e per fare un finale di stagione importante. Questo è l'obiettivo importante. Dopodiché, in base alla rosa che hai a disposizione, magari ci possono essere delle varianti, ma le varianti sono sempre, non per sperimentare, ma per arrivare a un risultato. Questo deve essere molto chiaro, perché noi fino alla fine dobbiamo lottare per avere, e le abbiamo, tante ambizioni. Sicuramente ci servirà anche per guardare in prospettiva futura chi è da Torino. Siamo stati bravi quest'anno a uscire dalla situazione difficile, però adesso dobbiamo far vedere una continua crescita in tutto ciò che stiamo facendo”.
Sperimentare capisco che forse possa generare qualche curiosità.
“La parola sperimentare sembra quasi che non abbiamo obiettivi e questo mi dà molto fastidio, perché, come ho detto anche nell’ultimo post partita, mi ha dato fastidio la parola presuntuoso, non è nel mio vocabolario così come sperimentare. Se cambio qualche cosa è perché i giocatori mi hanno fatto vedere in settimana determinate cose e perché magari penso che le caratteristiche di determinati giocatori possono essere migliori in specifiche situazioni, ma sempre con l'obiettivo di arrivare al risultato”.
Pensando al prossimo anno, pensa di riproporre questo schema con i tre trequartisti alle spalle della punta? E su questo che lavora anche per il futuro?
“Sicuramente abbiamo cambiato, perché c'era l'esigenza di farlo. Ho detto sempre che non sono integralista e l'ho dimostrato. Dovevamo solo aspettare il timing, mi ricordo all'inizio sempre con la difesa 5, ma il timing determina specifiche circostanze. Adesso sono arrivati elementi nuovi che ci hanno dato carica e anche qualità in più. Questa è la strada, poi quello che accadrà domani o dopodomani non lo so. Guardo, cerco di tracciare un'idea, come quando sono arrivato e avevo un'idea, però dopo per necessità l'ho dovuta cambiare e la nuova idea la stiamo portando avanti e penso che anche i ragazzi ne siano convinti, così come erano convinti dell’idea precedente. Adesso però guardiamo all'Empoli, dopo ci sarà tanto da parlare e da vedere”.
Quali sono o dovrebbero essere le motivazioni dei suoi giocatori in queste ultime dieci partite?
“Ma l'ho detto, ce ne sono tante. Possono riguardare la classifica e anche chi ha voglia di tenere su questa maglia e chi ha voglia di dare qualcosa, come il suo allenatore. L'ho detto ai ragazzi, sono venuto qui per provare a fare qualcosa di importante, non è detto che ci riesca, ma ci voglio provare. E voglio nei miei giocatori questa capacità e, secondo me, un obiettivo è cambiare mentalità. La mentalità è voler arrivare, voler costruire qualcosa che a volte, ripeto, te la dà la classifica altre volte il voler rimanere al Torino. Io voglio rimanere al Torino perché credo l'anno prossimo di poter costruire qualcosa. Quindi siamo tutti sotto esame, me compreso”.
Walukiewicz è da valutare e Coco nelle ultime settimane è incappato, diciamo, in qualche scivolone, per domani ha pensato a qualche novità per la linea difensiva?
“No, non penso. Valuto. Ho sempre detto che se si vuole diventare un giocatore da Torino bisogna passare sopra alle critiche, se no non puoi essere un giocatore da Torino. E’ successo anche a me, la bellezza di diventare un giocatore forte e che magari si devono accettare le critiche. Siamo un grandissimo club che pretende tanto e se vogliamo fare questi step dobbiamo anche saper essere bravi a cancellare. A Cocco ho fatto l'esempio di Maripán che quando è arrivato ha avuto espulsione con l'Inter che ci ha lasciato in dieci, con la Fiorentina … (ha commesso un errore, ndr), però Maripán che cosa ha? La personalità di farsi scivolare addosso e dire è una questione di tempo: io sono forte e vi posso dare una mano. Coco è un giocatore sul quale abbiamo fatto un investimento e sono convinto che ha dimostrato all’inizio di essere un giocatore forte. Un ex giocatore (Silvano Benedetti, ndr) che forse sa fare meglio di me il ruolo ieri sulla Gazzetta ha detto delle belle cose e le condivido. Se le dice lui, posso anche accettare i consigli”.
L'Empoli ha segnato 18 gol fuori casa e 5 in casa, sono numeri importanti.
“E’ è quello che stavo dicendo. E’ una squadra che fuori casa fa meglio perché ha giocatori di gamba, concedono campo e a loro il campo piace e sanno ripartire bene e lo dimostrano. Per questo ancora di più dobbiamo essere molto attenti perché attaccare una difesa a 5 non è facile. A volte ti fai trasportare dall'entusiasmo e magari lasci il campo dietro. Invece dobbiamo essere equilibrati, attenti e capire i momenti, ma soprattutto capire la partita. Come ho detto questo è un passo importante di mentalità perché a Parma, e l'ho fatto vedere ai ragazzi, la differenza tra il primo e il secondo tempo è che nel secondo non abbiamo saputo capire mentalmente com'era entrata la squadra avversaria”.
Silvano Benedetti sosteneva, nell’intervista che gli abbiamo fatto noi di Gazzetta, che proprio in queste occasioni bisogna confermare la fiducia al giocatore, come è stato con Coco e lo sarà sempre di più. Quali sono le altre cose oltre alla mentalità che si è appuntato di chiedere ai giocatori nelle ultime dieci gare?
“Mi sono appuntato, solo per adesso, di fare un passo alla volta. Ma mi sono appuntato proprio l'aspetto della mentalità perché questo farà la differenza nell’affrontare tutte le squadre che di qui alla fine andremo a incontrare. L'anno scorso in Serie B ho fatto un errore e per questo abbiamo perso la Serie A diretta e l’ho detto ai ragazzi. Non l’abbiamo persa perché non eravamo bravi, ma nell'ultima partita con lo Spezia vincevamo 1 a 0 alla fine del primo tempo e il Como perdeva 1 a 0 e matematicamente eravamo in Serie A, ma ho fatto un errore e mi sono concentrato sul Como e non sullo Spezia al quale serviva il pareggio per non andare a fare i play-out. E così quando siamo entrati in campo nel secondo tempo ci hanno mangiati perché non abbiamo saputo reagire al momento dell'aspetto mentale degli avversari che dovevano dare tutto altrimenti si ritrovavano inguaiati. Questo è quello che noi dovremo capire: come si svolgeranno le gare delle ultime dieci perché se tu vai in vantaggio con l'Empoli devi essere preparato che a quel punto avrà tutto da dare e tu è lì che devi essere migliore, devi essere lì, devi essere concentrato e non continuare a andare sempre allo stesso ritmo. La stessa cosa se succedesse l'incontrario. Se vai in svantaggio sai che per loro sono tre punti d'oro e magari creeranno ancora più densità e allora tu dovrai avere la pazienza e la capacità mentale di avere la pazienza: questo è quello che voglio ed è quello che ci manca ancora un pochettino in questa seconda parte della stagione. Però siamo sulla strada giusta, ma è il processo più difficile e più importante”.
Ha timore di dover partire il prossimo anno con una rosa differente da quella attuale? Visto che siamo già al mese di marzo con la società avete già impostato un discorso e ha avuto rassicurazioni che la progettualità sarà legata a un progetto tattico, ma anche a una rosa alla quale dare continuità?
“Un accenno su questo c’è già stato per il rapporto che ho con il direttore, poi di qui a sederci e vedere un pochettino … Oggi sono veramente concentrato solo sull'Empoli perché penso che la prospettiva futura da parte mia, mi ci metto in prima persona, e dei giocatori dipendente tanto da queste dieci partite. Io voglio della gente mentalmente pronta perché se devi fare uno step devi essere mentalmente pronto e lo dobbiamo dimostrare. Io guardo al presente, ma è normale che la società e il direttore sportivo debbano guardare anche in prospettiva futura”.
Lazaro, che forse ha dato equilibrio nella trasformazione tattica, come si può sostituire se occorre, visto che a Parma ha messo Pedersen alto e aveva provato anche Karamoh a Monza spostandolo a destra?
“Mah, avendo cambiato un po' il sistema di gioco … Prima non avendo costruito bene nella rosa c'erano delle falle, adesso abbiamo sistemato qualche cosa, ma ci sono sempre delle piccole situazioni, degli accorgimenti da fare. Questo è un accorgimento molto importante perché, secondo me, non abbiamo in squadra un giocatore come Lazaro capace di fare quel ruolo lì che ci dà veramente equilibrio. Pedersen è un giocatore che in questo sistema di gioco lo vedo più a 4 e l'ha fatto molto bene dove ha giocato perché più a campo e meglio è. Karamoh sappiamo benissimo che è cresciuto molto e lo tengo in considerazione come terzino destro. E’ una cosa che sicuramente sto valutando perché ho visto che Karamoh è capace di farlo, ma si esprime meglio a piede invertito. Però ho detto sempre che Karamoh è un giocatore che nel momento di difficoltà ci ha aiutato tanto e sicuramente è un ruolo che può fare. Poi magari ci possano essere anche altre soluzioni che ho in mente e che possiamo vedere. Intanto speriamo di recuperare Lazaro perché in questo sistema ci garantisce equilibrio. Dall’altra parte (a sinistra, ndr) insieme a Karamoh sono due giocatori che hanno caratteristiche offensive e Salama è capace di fare quel ruolo, ma è molto offensivo e il nostro campionato è molo tattico e lui essendo un giovane deve ancora imparare determinate situazioni. Oggi la difficoltà è sostituire Lazaro, però vediamo. Qualche cosa ho in mente”.
Su Lazaro ha fatto un bel dribbling. Su cosa sta lavorando di più con Casadei visto che ha detto che ha ampi margini di miglioramento? Qual è il prossimo step che dovrà fare?
“E’ un ragazzo giovane che ha mostrato potenzialità, però ha tanto da crescere se vuole prima di tutto ambire alla Nazionale e stare ad altri livelli. Come tutti i ragazzi che ci sono qui ha delle caratteristiche molto importanti che mancavano un pochettino al nostro centrocampo. Però sicuramente può migliorare tanto anche nei tempi d’inserimento, nei tempi di gioco soprattutto perché a volte si trova tanto sopra la linea della palla e deve capire con il doppio play quando inserirsi. E anche tecnicamente a volte deve imparare a vedere la giocata un po' prima. Ma stiamo parlando di un giocatore che è arrivato e si è imposto veramente con grande determinazione in un campionato difficile. Per questo bisogna fargli un grande elogio. I nuovi ci hanno dato carica, convinzione e quel credo che possiamo fare le cose”.
Anche Casadei può essere un'opzione per eventualmente rimpiazzare Lazaro sulla trequarti al centro o come sotto punta oppure a destra?
“Non ha sicuramente le caratteristiche per sostituire Lazaro. Poi può giocare da trequartista e qualche volta l’ha fatto, ma in questo momento no, anche se ho detto ai ragazzi che sono talmente bravi e preparati che non devono fossilizzarsi su un ruolo e devono sapere interpretare il calcio moderno. Sapete che sui giornali ci sono dei numeri , ma all'interno della partita c'è l'interpretazione. E i giocatori devono sapere interpretare bene gli spazi. Casadei è un giocatore che preferisco guardi la porta e così ha i tempi d’inserimento, mentre magari spostato più avanti rischia di giocare un po' più spalle alla porta e questo lo penalizzerebbe, secondo me per quelle che sono le sue qualità anche fisiche. Non è Vlasic che è capace ed è veramente forte a giocare spalle alla porta e con un tocco si gira e vede il campo. Ripeto, il sostituto di Lazaro in questa rosa per le caratteristiche che ha non è facile trovarne un altro”.
Karamoh quindi meglio a sinistra?
“Non è detto che non possa giocare a destra”.
Elmas può giocare a destra, anche se è diverso da Lazaro?
“Ha giocato in tantissimi ruoli, mi ricordo che ha fatto anche il falso nueve. Quando uno tecnicamente è forte e riconosce gli spazi può ricoprire quel ruolo. A volte, vedendo un po' la sua storia, sono stato un po' criticato perché l'ho tolto a Parma, ma fa parte del gioco e perché ci sono ancora dieci partite. È un ragazzo che da più di un anno e mezzo non gioca e per farlo rendere al massimo lo devi tenere sempre sull'equilibrio. Anch’io lo vorrei sempre in campo, però per farlo allenare devo rischiare qualche cosa e tenerlo sempre in forma poiché sta facendo anche lui il Ramadan, quindi qualche volta deve riuscire. È un'ipotesi anche se a volte è meglio tenerlo nella posizione dove sta facendo bene e sta facendo la differenza in questo momento. A volte bisogna pensare se spostare due giocatori o giocarsene uno”.
Masina con il passaggio alla difesa a quattro è una soluzione anche se è arrivato Biraghi e al di là di Coco?
“Masina si sta allenando veramente forte e bene. E’ un ragazzo sul quale conto molto. Nell’eventualità come sostituto lo vedo più come difensore centrale, anche se lui nella sua storia parte da quinto, da bracetto com’è successo all'inizio che ha giocato tantissimo e ha fatto bene. Ci sta dando tanto, questo per me è importante. Però devo dire che un altro passaggio che mi è piaciuto è che Lazaro, Walukiewicz e Sanabria mi hanno detto: “Mister noi ci siamo”. Per me è stata una soddisfazione. Poi magari oggi nella rifinitura non ce la fanno, però già il fatto di dirmi che ci sono per me è una vittoria, questo è lo spirito che dobbiamo avere: mettersi davanti a ogni cosa. Come avevo detto l'altra volta, a Monza quando stavo facendo la sostituzione Sanabria mi disse di farla subito. Questo è un bene e vuol dire che ci siamo, che siamo. Poi a volte c'è un po' la delusione perché abbiamo buttato via due punti col Parma o col Bologna che avevamo fatto un'ottima partita e abbiamo buttato via due punti, ma questo fa parte della crescita e sta a me aiutare la crescita”.
Nelle ultime partite il Torino ha migliorato tanto, soprattutto in fase realizzativa e rispetto all'andata i numeri sono tanto migliorati. In cosa ha lavorato sia a livello tecnico sia mentale?
“Nel mercato di gennaio abbiamo aggiunto giocatori qualitativi, che sanno attaccare con determinazione l'area e questo in Serie A fa la differenza. Sicuramente il cambio di modulo ci ha permesso di avere giocatori con dieci metri di campo in più davanti, eravamo una squadra che il mercato (estivo, ndr) ci aveva portato via giocatori di gamba (leggasi Bellanova, ndr). E ho sempre detto che questo per noi era una grande fatica come non avere quinti da gol, perché se giochi a cinque i quinti fanno la differenza. Non avevamo tanti centrocampisti d’inserimento, ma molti di palleggio e adesso abbiamo aggiustato un po' le cose. E' anche vero che a volte dobbiamo essere ancora più continui, anche se quello che dici è vero, ma a Parma siamo andati in vantaggio due volte però abbiamo preso due gol. A volte non prendi gol e non li fai, adesso dobbiamo riuscire di farli e non prenderli. Sarebbe il top per tutte le grandi squadre. Lavoriamo per questo”.
Dembélé, anche in prospettiva, può ricoprire il ruolo di terzino destro?
“Sì, sì. E’ cresciuto tantissimo, anche se poi qualcuno può dirmi che dico questo però poi lo faccio giocare poco. Non è vero perché è un ragazzo giovane e in lui ci ho sempre creduto e infatti l’ho voluto tenere a gennaio perché penso che abbia tanti margini di miglioramento e a volte non basta solo andare a giocare per migliorare, ma stare con quelli più bravi aiuta a migliorare. Lui sta crescendo e penso che anche per lui ci possano essere opportunità. Poi Walukiewicz ci dà l’opportunità di avere nel ruolo di terzino destro un difensore in più e costruire in maniera diversa la fase offensiva perché si può costruire di più a tre, ed è un aspetto molto importante. I terzini oggi sono quelli che danno le soluzioni di gioco, nella difesa a tre i braccetti sono determinanti più quasi dei quinti, tra virgolette, perché sono quelli che creano la superiorità numerica e quando si buttano negli spazi sono difficili da seguire. E in una difesa a quattro sono quelli che permettono di costruire a te e vengono dentro al campo per frti giocare e lasciare l’uno contro uno agli esterni quindi sono pedine importanti”.
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