ESCLUSIVA TG - Beccaria: “C’è una grande voglia di Toro e di divulgare e celebrare la storia granata, manca solo a Cairo”
Domenico Beccaria è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Beccaria è il presidente dell’Associazione Memoria Storica Granata e del Museo del Toro inoltre è uno dei consiglieri del Consiglio d’Amministrazione e uno dei soci fondatori del Collegio dei Fondatori della Fondazione Stadio Filadelfia, giornalista e grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato del fermento culturale che c’è per la storia del Torino e per chi l’ha fatta e la distanza nei confronti del presidente Cairo dovuta a come gestisce la società.
La mostra su Giovanni Toschi al Museo del Toro sabato e ieri sera l’evento dedicato a Gigi Meroni, poi in mezzo lunedì la mostra sul Grande Torino 75 anni di Leggenda a Lisbona al Museo del Benfica, la voglia di Toro non manca proprio?
“Diciamo che abbiamo fatto tre giorni su quattro con eventi molto interessanti. Voglia di Toro, certo, perché comunque la storia del Toro è talmente leggendaria, talmente ricca di spunti significativi che offre a noi la possibilità di fare delle cose e alla gente, al popolo granata, ma non solo, nello specifico anche al popolo benfiquista, la curiosità e il piacere di venire a vedere cosa stiamo facendo.
Andiamo per ordine, sabato c'è stata la mostra su Giovanni Toschi, un successo strepitoso, c'era la sala del museo strapiena di gente e tanti non sono riusciti a entrare e sono dovuti stare mezzo fuori e mezzo dentro, c'era proprio gente ovunque, e Toschi è stato brillante nel botta e risposta con Paolo Bottari, il coautore del libro sulla sua vita. E’ stata una giornata veramente piacevole e intensa.
Poi domenica con Giampaolo Muliari (direttore e curatore del Museo del Toro, ndr) siamo volati a Lisbona dove lunedì c'è stata l'inaugurazione della mostra sul Grande Torino 75 anni di Leggenda. Questa mostra è stata promossa dal Ministero degli Affari Esteri nell'ambito dell’iniziativa sulla promozione dello sport italiano nel mondo e nello specifico l'Ambasciata italiana a Lisbona ha fatto la sua parte in collaborazione con il Museo del Benfica Cosme Damião e con il nostro Museo, ed è stata realizzata appunto la mostra dedicata al Grande Torino con cimeli forniti dal Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata e dal Museo del Benfica ed è stata allestita negli spazi espositivi dedicati per questo dal club Benfica. Lunedì c’è stata l’inaugurazione alla presenza dell'Ambasciatore Claudio Miscia, del Presidente del Benfica Rui Costa, Giampaolo Muliari ed io, sono stati momenti veramente molto intensi perché si sono percepiti il piacere e la gioia che gli amici del Benfica hanno avuto nel realizzare la mostra. Una menzione assolutamente particolare per l’allestimento va a Luis Lapão del Museo Benfica e a Andrea Ragusa, ha vissuto per molti anni in Portogallo facendo il docente all'Università di Lisbona ed è ovviamente tifoso del Toro, che ha partecipato attivamente alla realizzazione di questa mostra e poi un'altra menzione particolare va a Pedro Blanco, funzionario del Benfica, che ha dato una bella mano per quel che riguarda la logistica e l'organizzazione sul campo.
Poi ieri sera, io purtroppo non ce l'ho fatta ad arrivare in tempo però mi sarebbe piaciuto esserci, il nostro Museo ha organizzato una serata dedicata a Gigi Meroni con una visita particolare per poche persone e a seguire il catering, evento a numero chiuso, esaurito nel giro di pochi giorni dall’apertura delle prenotazioni, per una trentina di partecipanti. Un format che avevamo già provato a settembre per un evento in omaggio al Grande Torino e che sarà replicato l'8 novembre in occasione dell'anniversario della scomparsa di Giorgio Ferrini e chi è interessato a partecipare a breve potrà trovare tutte le informazioni per prenotare sui nostri social e quindi esserci a quest’altro evento”.
Ma questo bel fermento culturale e storico che c’è per il Torino non stride un po’ con la realtà attuale dove la squadra è sempre seguita dai tifosi, ma c’è un distacco sempre maggiore dalla proprietà?
“La squadra è sempre seguita dai tifosi per due ragioni diametralmente opposte. La prima ragione, la squadra è seguita dai tifosi perché i tifosi del Toro sono notoriamente se non i più appassionati comunque tra i più appassionati e sono disposti a subire qualsiasi cosa pur di continuare a rimanere vicini alla loro squadra. Quello che abbiamo sopportato noi negli ultimi vent'anni penso che avrebbe stroncato qualsiasi tifoseria e invece la tifoseria granata è ancora viva, attiva e fremente ed è quindi ancora vicina alla squadra.
La seconda ragione, continua ad esserci gente allo stadio perché si vendono i biglietti con continue promozioni a basso prezzo per cui è difficile che la gente stia a casa. Tempo fa c’era una pubblicità che diceva che costa di più stare a casa e sotto un certo punto di vista è vero perché qualsiasi cosa uno voglia fare per trascorrere un paio d'ore la domenica pomeriggio costa di più e di conseguenza c’è sempre chi è disposto a tirare fuori una manciata di euro pur di non stare a casa e andare quindi allo stadio a sostenere la sua squadra del cuore”.
Però c'è questo distacco sempre più forte nei confronti della proprietà.
“C'è per forza di cose, perché la proprietà ha scientemente deciso di tenere un comportamento che la allontana dai tifosi. Non sono i tifosi che si allontanano dalla proprietà, ma è la proprietà che si allontana dai tifosi e lo fa non da oggi perché è da quasi vent’anni che la proprietà mantiene una politica che la allontana dai tifosi. Adesso nell'ultimo anno hanno fatto, come dicevo, la politica della promozione dei biglietti a basso costo, non è una politica societaria, ma di vendita dei biglietti che ha riavvicinato qualcuno agli spalti, ma questo non significa che ci sia un riavvicinamento alla società, che fa del suo meglio per tenere la gente distante dal Toro: si raccoglie sempre quello che si è seminato”.
Si aspetta da anni, dalla ricostruzione del Filadelfia, che il Museo del Toro sia trasferito nella collocazione naturale del Fila, ma a che punto è l’iter
“Siamo a buon punto, nel senso che il progetto è stato fatto, è stato completato, e ha già ricevuto parecchi assensi, compreso quello della Circoscrizione. E di conseguenza adesso dobbiamo trovare i soldi per poi partire con la richiesta dei permessi. E’ inutile chiedere i permessi per costruire prima, perché i permessi hanno una scadenza temporale e di conseguenza se noi li chiediamo e ce li danno e poi non abbiamo i soldi per costruire tutto si blocca e si perde solo tempo perché rischiamo di dover poi richiedere nuovamente tutti i permessi. E’ invece più sensato prima andare alla ricerca dei soldi e quando avremo la certezza di quanto costa costruire al Filadelfia l’edificio che ospiterà il Museo del Toro e di quanti soldi disponibili ci sono per farlo allora chiederemo i permessi e se ci sarà una differenza fra le due cifre eventualmente accenderemo un mutuo così potremmo iniziare l'iter del bando per la budgettizzazione e la realizzazione e realizzazione del Museo al Filadelfia”.
A che punto è la ricerca dell’indispensabile vil denaro?
“Ci stiamo muovendo, ci sono state delle interlocuzioni con le fondazioni bancarie e stiamo aspettando che si concretizzino”.
In teoria ci dovrebbe essere un grande interesse e un aiuto molto importante da parte del Torino FC, ma già il Museo del Toro è l'unico museo di una squadra di calcio che non è legato alla proprietà del club ed esiste solo grazie ai tifosi volontari. Per cui la domanda è: il Torino Fc sta aiutando il Museo per raccogliere fondi in modo che al Fila sia costruito l’edificio per ospitarlo?
“L'interesse del Torino FC è stato chiarissimamente esplicitato dal presidente Urbano Cairo il giorno in cui c'è stata al Filadelfia l'inaugurazione del pilone dedicato a Erno Erbstein, quando disse chiaramente “avete dei soldi in cassa, spendeteli”. Io sottolineo l’“avete” perché il Torino FC fa parte della Fondazione Filadelfia, il verbo corretto non avrebbe dovuto essere alla seconda persona plurale, ma alla prima: utilizzando non voi ma noi, quindi non avete bensì abbiamo. Se Cairo ha detto “avete” probabilmente non si identifica né coi valori né con gli scopi della Fondazione Filadelfia e questo è un suo assoluto e legittimo diritto. Però a questo punto ci chiediamo che cosa ci faccia il Torino FC all'interno della Fondazione Filadelfia se non ne condivide né gli scopi né i valori. Se invece sono io che mi sbaglio e lui ne condivide sia gli scopi sia i valori allora modifichi la sua dichiarazione e dica “abbiamo” e contribuisca a far sì che la provvista economica sia sufficiente per costruire al Filadelfia l’edificio che ospiterà il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata”.