ESCLUSIVA TG – Bovo: “Non sarà una gara facile né per il Torino né per il Parma, ma il Toro può giocarsela”

ESCLUSIVA TG – Bovo: “Non sarà una gara facile né per il Torino né per il Parma, ma il Toro può giocarsela”TUTTOmercatoWEB.com
Cesare Bovo
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Ieri alle 11:00Esclusive
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Cesare Bovo è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Bovo ha giocato nel Torino nel 2007 da gennaio a fine stagione e poi dal 2023 al 2017 e in precedenza nel Parma nel campionato 2004-2005. Con lui abbiamo si è parlato della gara di oggi alle 15 fra le sue ex  squadre.

Il Torino arriva dalle vittorie con Milan e Monza ed è a metà classifica, il Parma ha cambiato l’allenatore e ha vinto col Bologna però poi perso con l’Udinese e ha un punto in più della terzultima. Che partita potrà essere?
“Il Parma lotta per salvarsi e arriva a questa partita in maniera meno positiva del Torino. Il Toro ha la possibilità di allungare la striscia di risultati positivi e migliorare la propria classifica prendendo fiducia e fare così un finale di campionato in scia a questo periodo. Il mercato invernale è stato buono e, secondo me, ha preso ottimi giocatori anche di qualità alzando il livello della rosa. Sicuramente il Torino con questa partita può continuare la striscia positiva, ha una buona occasione, ma non troverà un Parma facile da affrontare perché loro vivono una situazione diversa. Anche il Parma è una buona squadra e il cambio d’allenatore può dare una scossa quindi sicuramente sarà una partita difficile e combattuta. La partita è complicata perché il Parma si gioca tre punti vitali che possono dare ossigeno e contribuire alla salvezza, però il Torino arriva in una posizione migliore, in uno stato migliore sia mentale sia di classifica. Ripeto, non sarà una partita facile, ma il Torino se la può giocare tranquillamente”.

Se col Parma andasse bene il Torino poi affrontando nella gara successiva l’Empoli, altra squadra in lotta per la salvezza e che adesso è terzultima, prima della sosta del campionato, per gli impegni della Nazionale, completerebbe un ciclo che lo ha risollevato.
“Certo un bel blocco positivo di partite, però le partite vanno giocate perché sulla carta sappiamo bene che non c'è niente di scontato, comunque il Torino è in buono stato sia mentale sia per le prestazioni e dalla sua ha la serenità di giocare una partita dopo due vittorie e con una posizione di classifica giusta, nel senso tranquilla rispetto al Parma e di conseguenza può affrontare la gara nel migliore dei modi. Il Parma, invece, la vivrà con molta più tensione, molta più ansia di fare punti. Ogni partita non è mai facile, soprattutto in Serie A dove le squadre anche quelle che sono più in difficoltà sono sempre di un certo livello, però sulla carta il Torino arriva ad affrontare il Parma con una serenità che può fare la differenza”.

Il Torino ogni tanto si distrae anche quando gli gira tutto bene e subisce sempre gol evitabili con maggiore attenzione, lei che è stato un difensore come se lo spiega?
“Non è facile dirlo dall’esterno, ma quando uno cerca di giocare, di fare la partita, di costruire, ci può stare che poi ci si esponga un po' di più. Può capitare di sbagliare, purtroppo. Succede che una volta ogni tot di partite un giocatore faccia un errore e capita che gli errori di giocatori diversi avvengano uno dopo l'altro. Sembra quasi fatto apposta, ma così non è. Più che focalizzarsi su questo, bisogna analizzare la situazione nella totalità e credo che tutto sommato il Torino abbia fatto buone partite, viene da un periodo importante e dopo il mercato invernale magari ha trovato anche una quadratura migliore e c’è una scelta più ampia di giocatori nella partita. Credo che sia più giusto analizzare così piuttosto che fermarsi su un errore, magari sfortunato, di un singolo. Errore che purtroppo può capitare come quando un attaccante sbaglia un gol. A volte gira male, a volte bene come è successo al Torino col Milan con il risultato che si è sbloccato con l’autogol di Thiaw. Parlare di episodi diventa sempre difficile e, secondo me, poi non è neanche costruttivo. Bisogna vedere le cose come stanno e penso che il Torino stia facendo le cose nella giusta maniera. Sicuramente poteva avere qualche punto in più, oppure no, però in estate ha cambiato allenatore, ha cambiato modo di giocare e sono cambiati anche alcuni giocatori quindi ci vuole tempo per assestarsi, ma credo che la strada sia quella giusta”.

Cosa pensa di Vanoli?
“L’anno scorso ero al Palermo e abbiamo giocato contro il suo Venezia perdendo sia all’andata sia al ritorno lo scontro playoff. E’ un allenatore che a me piace perché dà un'idea chiara alla squadra, si vede il lavoro che fa e devo dire che è un allenatore che apprezzo molto”.

Chivu può dare la scossa al Parma?
“Penso di sì. Con Cristian ho avuto la fortuna di giocare e mi fa piacere che abbia iniziato questo percorso da allenatore in Serie A. Credo che abbia tutto per poter diventare un allenatore importante perché ha carisma, personalità e conoscenze per la carriera che ha fatto da giocatore e per l'esperienza che ha maturato da allenatore nel settore giovanile, cosa che penso che sia fondamentale per un giovane allenatore che inizia questa carriera. Anche lui come tutti gli allenatori non ha la bacchetta magica e il tempo purtroppo è importante e lui non ha molte partite a disposizione per cercare di salvare il Parma. E’ partito bene con la sul Bologna e sicuramente starà preparando al meglio la gara di oggi per affrontare il Torino consapevole che sia una partita per loro fondamentale. Lo conosco e ho stima di lui sia come persona sia come calciatore, è una persona a cui sono legato e gli auguro il meglio, a prescindere da questa partita”.

Il Parma riuscirà a salvarsi?
“Me lo auguro perché sono legato anche a Parma. Ho giocato lì nel 2004-2005 e poi ci sono tornato come collaboratore di Liverani nel periodo del Covid, anche se è stata un'esperienza lavorativa sfortunata non essendosi conclusa come speravamo. Però Parma è una piazza, un ambiente, una città che mi porto dentro come tutte le altre piazze dove sono stato. Davvero mi auguro che il Parma riesca a raggiungere i suoi obiettivi”.

Il Torino ha un buon distacco dalle ultime tre, ma anche altrettanto da chi può aspirare a un posto in Europa dove può quindi arrivare?
“Nel campionato, soprattutto negli ultimi anni, si è creata una sorta di piccoli campionati nel campionato dove le prime 4, 5, 6 squadre fanno un loro torneo. Quest'anno il Milan sta avendo delle difficoltà però lo includerei comunque in questo gruppetto, magari fra queste squadre qualcuna può avere qualche  difficoltà in più o ci può essere una piccola sorpresa però, purtroppo, alla fine negli ultimi anni la classifica, a parte il Bologna che l'anno scorso ha fatto qualcosa di straordinario, più o meno è sempre la stessa e sono sempre le stesse squadre a giocarsi i posti per l’Europa. Quindi per il Torino non è facile arrivare fra i primi 6-8 posti. Il Torino sta costruendo comunque una base importante che magari col tempo può far accrescere la sua posizione in classifica, anche se oggi il campionato di Serie A è abbastanza delineato e questo dipende pure dalla potenza economica di alcuni club e da tante cose. Porto nel cuore il Torino, la città e tutto l’ambiente granata, in maniera anche maggiore di altre squadre dove ho giocato perché lo sento un po' come casa, lo è stata e lo è ancora, quindi mi auguro che possa crescere, migliorare e diventare sempre più importante”.

Parlando di lei, cosa spera per il suo prossimo futuro lavorativo?
“Quest’anno sono rimasto fermo, mentre l'anno scorso avevo fatto il collaboratore nel Palermo, ma poi sono cambiate un po' le cose e sono rimasto fuori. Però la voglia di ricominciare, di mettermi in gioco e di misurare le mie capacità, nel senso di metterle in pratica così come le idee per capire quanto valgono è tanta. La voglia c'è e spero nella prossima stagione di trovare una squadra, anche di un settore giovanile, che mi possa far iniziare a lavorare”.

Non le spiacerebbe quindi allenare una Primavera?
“Fondamentalmente sono una persona molto sincera e onesta, ho fatto il collaboratore e per un anno il secondo però allenare una prima squadra è tutta un'altra storia e come si dice non si nasce imparati, a prescindere da quanto hai giocato in Serie A e a calcio. Ma un conto è giocare e un altro allenare quindi credo sia per me molto formativo iniziare da una squadra di ragazzi dove posso anch'io mettermi in gioco. Vediamo ci sono ancora 3-4 mesi”.

Ma vorrebbe stare in Sicilia o è disposto ad andare anche altrove?
“Vivo a Palermo perché qui ci sono le mie figlie, che dopo il divorzio sono la mia priorità e per questo quando ho smesso di giocare ho deciso di stare loro vicino e ho scelto appunto di vivere a Palermo. Però poi il lavoro è il lavoro quindi valuterò quello che arriverà. Ho voglia di rimettermi in gioco”.