ESCLUSIVA TG – Nardelli (TC Imperiali): “Il Torino è sempre a un passo dal. Speriamo che accada qualcosa e Cairo vada via”

ESCLUSIVA TG – Nardelli (TC Imperiali): “Il Torino è sempre a un passo dal. Speriamo che accada qualcosa e Cairo vada via”
Luca Nardelli
martedì 8 aprile 2025, 08:01Esclusive
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Luca Nardelli, presidente del Toro Club degli Imperiali Francavilla Fontana, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Con lui abbiamo parlato della partita del Torino con il Verona e della contestazione dei tifosi nei confronti del presidente Cairo.

Il pareggio con il Verona è stato caratterizzato da errori dei giocatori granata diciamo rocamboleschi, lei e i soci del club cosa ne pensate?
“Ci è dispiaciuto molto soprattutto per l’episodio di Milinkovic-Savic perché forse è stato uno dei pochi errori che ha fatto quest'anno e, personalmente, mi è dispiaciuto anche vedere il ragazzo veramente contrariato per quanto accaduto (ha tergiversato a rinviare e Sarr si è avventato sulla palla senza che lui se ne accorgesse e ha segnato, ndr). Non ha mai sbagliato quest'anno in modo così  plateale, forse con lui eravamo abituati negli anni passati a vedere qualcosina così rocambolesca, ma quest'anno si era sempre comportato bene, per questo a noi è dispiaciuto. Ci è invece piaciuta la risposta, almeno nei primi minuti, dopo il gol subito che ha fatto vedere che la squadra ha un po' di carattere, però non era una partita che dovevamo pareggiare sinceramente. La squadra all'inizio, specie sulla sinistra, faceva un sacco di errori, Biraghi non ha fatto un cross giusto, quindi siamo tornati sempre al solito rammarico: non vinciamo quasi mai, continuiamo solo a pareggiare. Quella col Verona era una partita che ci dava speranza di vittoria, perché comunque si trattava di una squadra, sempre parlando con rispetto per gli avversari, che avremmo dovuto battere tranquillamente. E, invece, si sono viste le solite lacune. Adams non è una prima punta e quindi non riesce a supportare l’attacco, a tenere la palla in area, a fare un po' da boa e a tirare quando serve. Abbiamo rivisto di nuovo il solito Toro che giochicchia, ma che poi non finalizza perché non ha l'uomo per farlo e questo si ricollega agli errori del mercato di riparazione, per carità sono arrivati giocatori che servivano, ma non il sostituto di Zapata, giocatore che era stato ripetutamente chiesto dall’allenatore”.

Il Torino a sette giornate dalla fine del campionato ha raggiunto l’Udinese al 10° posto, ma visti i distacchi con le squadre che sono davanti è utopico pensare che posso ambire a un piazzamento migliore. Un altro campionato nel limbo di metà classifica?
“Purtroppo sì. Il Milan ha 8 punti di distacco, la Fiorentina 12 e la Roma, che è settima, 13 quindi non riusciremo a recuperarli, anche perché comunque abbiamo ancora da affrontare squadre importanti come Napoli e Inter e la vedo difficile fare risultato con chi si sta contendendo lo scudetto. Salvo miracoli o che succeda qualcosa di veramente clamoroso, il Torino non potrà ambire a posizioni superiori all’attuale. Il Milan non è la grande squadra del passato, non sta giocando neanche lui un bel calcio, però di fatto ci è il superiore, anche se quest’anno fortunatamente qualche soddisfazione con i rossoneri l’abbiamo avuta (un pareggio e una vittoria, ndr). Però in linea di massima la vedo veramente improbabile riuscire a recuperare il distacco ed arrivare in un posto utile anche solo per gli spareggi di Conference League, pur facendo tutte le congetture astrali su chi potrebbe vincere qualche coppa e sui conseguenti posti in più che potrebbero avere le squadre italiane nelle coppe internazionali. Comunque, a mio parere, il Torino non era a inizio stagione e non lo è neppure oggi strutturato per arrivare in Europa. Manca sempre quella piccola spinta: fare due acquisti in più per poter allestire una squadra che possa fare la Conference, Non dico l’Europa League perché basterebbe la Conference per noi visto che negli ultimi due decenni siamo arrivati al massimo a due posizionamenti per l’Europa non per merito nostro, ma per problemi di altre squadre, il Parma e il Milan, che erano state escluse”.

Provate delusione per questa situazione perdurante?
“Sì. Anche quest'anno, a parte l’inizio di campionato quando tutto girava bene e c’era ancora Zapata, per il resto è stato, più o meno, come negli anni precedenti. Non puoi pensare di allestire una squadra fatta di titolari decenti, non eccezionali, e con una panchina che non supporta, perché non hai dei calciatori immortali e quindi come tutti i giocatori sono portati a infortuni, a cali di rendimento, a problemi e di conseguenza poi ti trovi a fare 5 partite buone e poi cominci a prendere mazzulate a destra e a sinistra, anche laddove era veramente impossibile perdere. In tante partite siamo stati capaci negli ultimi minuti di cacciarci in situazioni veramente incresciose e questo dimostra anche un calo di concentrazione, di forma, ma non imputabile secondo me a Vanoli, che alla fine ha fatto un mezzo miracolo e lo sta continuando a fare. Qualsiasi mister fa la lista della spesa, ma se poi tu vai a comprare quello che non serve, è normale che qualunque sia l’allenatore, avessimo anche avuto il Conte della situazione, non avremmo mai potuto fare buoni risultati perché la campagna acquisti non è mai fatta in modo da sostenere le richieste dell'allenatore. Escludendo allenatori che, secondo me, abbiamo avuto e non avevano la capacità di ottenere granché anche se avessero ricevuto tutti i giocatori che chiedevano. Quest’anno è stato preso Vanoli che ha un gioco particolare e che vuole fare bene e poi non è stato supportato, non va bene!”

Che cosa vi aspettate voi Imperiali dal Torino in questo finale di campionato?
“Niente di diverso da quello fatto finora. Con i pareggi non arriveremo mai ad ottenere quella posizione che speravamo di avere, quindi siamo tutti rassegnati alla solita metà classifica, a un passo dal. Questo è quello che pensiamo tutti noi Imperiali”.

Una curiosità, come mai avete scelto come nome del Club degli Imperiali?
“Perché Francavilla è la città degli Imperiali. Il periodo migliore della storia di Francavilla Fontana è stato quello degli Imperiali, quindi la città si chiama degli Imperiali. Noi come Club non sapevamo se dare una connotazione più legata a qualche giocatore e così abbiamo preferito dare l'indicazione che siamo pugliesi, un club meridionale molto legato alla tradizione del nostro territorio e quindi abbiamo scelto Imperiali perché era quello che identificava la nostra città”.

Il vostro club è fisicamente molto distante da Torino, però fate trasferte quando potete e sostenete comunque la squadra. All’interno del tifo granata ci sono tante anime quelli che contestano apertamente la società, quelli che magari la contestano più silenziosamente, quelli che tutto sommato accettano la situazione, ma voi che anima siete del tifo?
“Noi siamo un'anima guerriera, nel senso che abbiamo sempre appoggiato Mario Patrignani in tutte le sue iniziative. Anche recentemente quando siamo venuti allo stadio abbiamo cantato e detto tutto quello che pensiamo. Non siamo silenti pur stando lontani e ci piacerebbe far sentire anche di più la nostra voce, però effettivamente non è semplice perché siamo un club che sta a mille chilometri. Per quanto i media possono aiutare, però in generale è difficile farlo. Comunque noi siamo sempre attenti, siamo sempre informati e quando Patrignani a suo tempo mi propose di aderire alle pagine prese su Tuttosport per esprimere il pensiero di noi tifosi a nome personale, sono il più moderato nell'esposizione del problema Cairo, e del Club l’ho fatto subito. Quando, a suo tempo, ci fecero fare lo striscione che Cairo ci aveva dato soltanto menzogne e false promesse, lo abbiamo fatto. Quando è passato di qua il Giro d'Italia avevamo pronto uno striscione con la scritta “Cairo vai via”, niente di offensivo, ma ce lo fecero togliere perché non volevano che fosse esposto, però io ero lì con gli altri esponenti del club e volevamo manifestare anche in quel caso il nostro dissenso”.

Ci sono tante voci che circolano, alle volte contraddittorie, alle volte che si rivelano infondate, sulla possibilità che Cairo ceda il Torino. Voi come vivete questo da lontano?
“Noi ci speriamo sempre, quando era arrivata la voce sulla Red Bull ho bevuto Red Bull. Quando si parlava del fondo PIF siamo andati a cercarlo in rete per capire chi fossero questi Emiri. Noi viviamo nella speranza che qualche cordata, qualcuno di serio capisca l'importanza di essere il presidente di una squadra con la storia del Torino e con una tifoseria unica. Ho girato l'Italia con il Torino e quello che c'è nello stadio, Curva del Toro, ma anche fuori nel parcheggio della Curva del Toro non lo trovi da nessuna altra parte. Mi sono trovato ad arrivare da Taranto, ed essere fratello con i ragazzi di Torino senza averli mai visti prima. Fra noi tifosi del Toro c’è affinità, condivisione totale, anche di cose da bere e da mangiare. Quando ci si trova è sempre una festa. Se arrivasse un nuovo presidente deve capire e deve sostenere la squadra. Siamo una tifoseria che è sempre vicina, che supporta la squadra e lo farebbe anche con la società se vedesse che ci tiene con i fatti e mantenesse le promesse. Nonostante tutto per la maglia continuiamo a gridare in Curva.
Io sono del pensiero che lo stadio andrebbe svuotato perché a Cairo interessano solo i soldi e uno stadio vuoto potrebbe dargli fastidio poiché perderebbe soldi. Non andando allo stadio sarebbe un atto di dimostrazione che il Toro non è lui, ma che il Toro siamo noi che siamo in Curva, che siamo sugli spalti, ma purtroppo questo non è possibile, anche perché forse la squadra ne risentirebbe, però un'azione, uno settore vuoto, una dimostrazione che non è come dice lui che continua a ribadire il fatto che  contestare siamo in pochi, che siamo coreografici. Non è così perché la gente da Nord a Sud, da Est a Ovest è stanca di come gestisce il nostro Toro”.

Avete in programma di fare qualcosa nel prossimo futuro, nelle prossime settimane, mesi?
“Noi Imperiali siamo soliti fare qui per il 4 maggio una messa dedicata agli Invincibili  e officiata da un sacerdote che è un tifoso granata, un amico che è venuto con noi in diverse trasferte, lui è di un paese qua vicino del tarantino. Con Patrignani a breve usciremo di nuovo con una pagina sul giornale. E in occasione della partita del Torino col Lecce, alla penultima giornata, contiamo di fare una dimostrazione importante e se ce lo permetteranno di esporre uno striscione allo stadio Ettore Giardiniero - Via del Mare che dimostri e ribadisca il nostro dissenso nei confronti di Cairo. Le leggi che riguardo agli striscioni a Lecce sono un po' severe, però speriamo di poterlo esporre. E se non altro andremo allo stadio con delle maglie, quelle non possono farcele togliere, per far sapere il nostro pensiero su quest’uomo che ci continua a torturare. Queste sono le iniziative che faremo nel prossimo periodo.
Per il resto leggiamo, speriamo. La società, Il Torino Fc, ci ha mandato una nuova richiesta di tesseramento e questo ci fa pensare che forse siamo in quella fase in cui c'è il cambiamento, perché noi cerchiamo sempre tra le righe la speranza che qualche cosa accada. Come Club il Torino Fc non ci ha mai calcolato e il fatto che ci vogliano censire forse è un segnale. E’ una cosa allucinante che con una tifoseria come la nostra non ci sia da parte della società  un'organizzazione che gestisca i club. Solo cose di facciata, ricordo che quando ci eravamo iscritti ci hanno detto bravi e ci hanno mandato un foglio di carta in cui c'era scritto che eravamo un Toro Club, ma mai un'idea, un progetto, una richiesta per sapere cosa vogliamo fare, un incontro, anche solo sapere la nostra opinione. Lo sconto per la partita mi sta bene, ma può anche non esserci perché non è quello che cerchiamo dal Torino Fc. Noi vogliamo che il Torino ci consideri come un entità importante tanto quanto lo è la squadra e la stessa società. Se i tifosi non sono sugli spalti, se non tifiamo, se non trasmettiamo ai nostri figli che cos’è il Toro, tutto quello che fanno loro non serve a niente. Questo è importante per noi”.

Quindi in questo momento prevale in voi la speranza di un futuro migliore per il Toro?
“La speranza, veramente la speranza. Stiamo sempre lì a cercare sui vari siti, sui giornali anche solo una fesseria che ti possa aprire uno spiraglio, che alimenti i sogni che alla fine non costano niente. Speriamo che ci possa essere questo cambiamento. Continuiamo a dire forse sarà ad aprile e poi forse a maggio, forse arriverà. Ma siamo sempre lì, purtroppo, anche a vedere notizie fake, ma  fino all'ultimo secondo si spera che siano positive, anche se poi si dimostrano fake. Però noi gente del Toro abbiamo la speranza di poter rinascere, risorgere. Adesso c'è una squadra sulla quale, secondo me, si può anche fare un progetto, ma già si parla di chi deve andare via, Ricci, Milinkovic-Savic, Tameze, Linetty, e non di chi deve arrivare al Toro. Si legge sui giornali e nei siti che Elmas molto probabilmente non sarà riscattato, che servono 11 giocatori, ma dove li devono andare a prendere 8-9-10-11 giocatori per fare un campionato decente l'anno prossimo quando è decente, per me, andare in Europa? Il Toro per la sua storia non può ambire alla salvezza o a galleggiare a metà classifica. Non è questo che si merita il Toro e non è questo che ci meritiamo noi tifosi!”.