LIVE Vanoli: "Lazaro non ci sarà. Più che il modulo conta l'interpretazione. Ricci ha chiesto scusa, ma è sereno. In estatre scelte sbagliate"

LIVE Vanoli: "Lazaro non ci sarà. Più che il modulo conta l'interpretazione. Ricci ha chiesto scusa, ma è sereno. In estatre scelte sbagliate"
Paolo Vanoli
© foto di Elena Rossin
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di Elena Rossin
fonte Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin

Il Torino dopo il pareggio non soddisfacente, per come maturato seppur in rimonta, col Verona ha l’occasione di farsi perdonare gli errori commessi affrontando con concentrazione e determinazione la squadra di Fabregas. 
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Como.

Come sta la squadra?
“Bene, ci sono tutti, a parte Lazaro che gli è stato confermato un piccolo problema al soleo e quindi non ce l'avremo anche per questa domenica, ma cercheremo di fare il possibile per accorciare i tempi del recupero perché è un giocatore, come ho sempre detto, importante. Gli altri a parte Ricci che è squalificato, stanno bene”.

Il Torino segna da 12 partite consecutive, secondo soltanto alla Roma con 15. Nella preparazione delle partite usa anche queste statistiche, magari a livello emozionale, con i suoi giocatori?
“No, non è quello che mi serve. Ho sempre detto che sono un allenatore che cerca di spingere la squadra a fare gol più che a non prenderlo perché mi piace creare, avere più occasioni possibili, a volte ci riesco e altre no. Mi fa piacere questa statistica, ma non è una cosa che guardo. Sinceramente è una cosa che fa piacere e vuol dire che stiamo avendo continuità, ma quello che mi fa più piacere è che questa squadra, che nel tempo era vincolata a un solo giocatore per la realizzazione, adesso segna con più uomini. Ed è ciò che volevo e che ora facciamo. Quindi dobbiamo continuare a farlo e deve essere la nostra crescita”.

Domani sfiderà Fabregas, un allenatore che propone un calcio molto apprezzato anche fuori dall'Italia. Cosa pensa di lui e come si affronta un avversario di questo tipo?
“Intanto faccio i complimenti a Fabregas. Ho avuto il piacere e la fortuna di vederlo ancora da giocatore e lo prendo sempre, da giocatore, come esempio perché quando sono stato al Chelsea gli spagnoli mi avevano veramente impressionato per la mentalità e lui era uno di questi, insieme a Pedro e a Azpilicueta. Erano giocatori che in ogni allenamento avevano una mentalità forte, volevano sempre vincere, si allenavano a 200 all'ora finché non si conquistavano il posto e poi  una volta conquistato lo volevano tenere fino alla fine. Non a caso sto parlando di giocatori che hanno vinto non so quanti titoli e vediamo che ancora adesso Pedro, che ha 37 anni se non sbaglio, cosa sta facendo. questa è la mentalità che porto sempre come esempio. Come allenatore ho avuto il piacere di vederlo l'anno scorso, abbiamo avuto la fortuna di lottare fino alla fine per la Serie A, loro sono stati più bravi nella parte finale mentre noi a reagire nei play off e tutte e due le squadre sono poi andate in Serie A. E’ un allenatore che ha una società in continua crescita e che ha fatto un ottimo mercato funzionale a quelle che sono le idee del suo allenatore. Incontreremo una squadra completamente diversa da quella del girone d’andata perché ha aggiunto giovani di grande prospettiva e qualità, sarà una bella sfida”.

Al posto dello squalificato Ricci per mantenere l’equilibrio a centrocampo meglio giocare a due o a tre?
“Ho sempre detto che questa squadra ha la possibilità di giocare in tutte e due le maniere perché Gineitis, Casadei, in questo caso Linetty, Ilici e Tameze sono tutti centrocampisti che possono giocare a tre, ma con loro allo stesso tempo puoi anche continuare sulla strada che stiamo percorrendo. Sapete benissimo che all'interno della partita, come continuo a sottolineare, ci sono più partite e a volte le cambi anche durante la gara. Oggi non è la priorità il modulo, ma come interpreti il ruolo, questa è la differenza”.

Visto che non ci sarà anche Lazaro oltre a Ricci, per il suo concetto di gioco e le caratteristiche tecniche, Vlasic potrebbe arretrare il suo raggio d’azione e giocare in mediana?
“No, non lo penso proprio perché ho la fortuna di avere dei centrocampisti che possono ricoprire tranquillamente il ruolo di sostituto di Ricci, quindi non ha senso partire con Vlasic a metà campo”.

Tra i vari centrocampisti che potrebbero prendere il posto di Ricci c'è anche Ilic, per mentalità e condizione lo vede già titolare? Ha i 90 minuti nelle gambe?
“C'è Ilic, c'è Linetty, c'è Tameze, c'è Gineitis: ho l’opportunità di scegliere”.

Come ha visto Ricci? E’ sereno dopo le notizie che sono uscite anche ieri riguardo alle scommesse?
“Sì, sapete benissimo che è venuto il Presidente, come sta venendo quasi ogni venerdì, è gli è stato vicino. L'ho visto parlare con il Presidente, l'ho visto molto sereno, non sono uno che entra in merito a queste situazioni, ma sono focalizzato a capire chi può essere il suo sostituto. L'ho visto tranquillo anche per il fatto che Samuele ci ha chiesto di venire con la squadra a Como. E’ un bellissimo segno da parte di un ragazzo che ha chiesto scusa per quello che ha fatto, è un capitano che vuole stare vicino alla squadra e quindi questo è un bellissimo segno”.

Ha lavorato molto con i giovani e all'inizio della stagione l’avevo definita anche un educatore non solo di giocatori, ma anche di uomini e lo penso tuttora …
“Grazie, è una bellissima cosa”.

Non è stupito che questi ragazzi, che hanno grandi possibilità, sprecano il loro tempo nei ritiri giocando invece di impegnarsi in altre cose? Come ha visto negli anni cambiare i ritiri e come si può intervenire su questo problema endemico e diffuso?
“Quello che ti posso dire sono due cose: 1) il sociale è cambiato, lo vedo anche con i miei figli, quindi noi dovremmo capire questa nuova generazione e aiutarla, secondo me come hanno fatto con noi i nostri genitori. 2) penso che il rispetto per quello che sta succedendo è aspettare le dinamiche e la verità e dopo si può parlare, farlo prima non è bello. Come allenatore e come educatore sto pensando molto anche a questo. E’ un mio dovere da genitore ed è un mio dovere da allenatore perché ci sono tanti giovani da portare avanti. Ripeto, in generale il sociale è molto cambiato”.

Si aspettava che Fabregas, passato da giocatore ad allenatore, avesse una crescita così esponenziale, anche se i bravi centrocampisti poi diventano anche bravi allenatori?
“Mi stai dicendo che non posso diventare un bravo allenatore? (Ride, ndr). Indipendentemente dal ruolo che si aveva da giocatori uno ce l’ha dentro diventare allenatore. Per il lavoro che sta facendo Fabregas è da fargli i complimenti, ma sono da fare anche alla società che, secondo me, è un esempio per come sta seguendo la strada di voler crescere e investire su giovani importanti, prendendo anche giocatori funzionali all'idea di gioco di Fabregas. Penso che questo lo si sia visto e penso che sia la chiave per tutti i club per poter crescere e arrivare a qualche cosa d’importante. Ho detto che a volte non bastano solo i soldi, ma servono anche le idee. Il Como è un club che sta dimostrando questo, non solo con gli investimenti fatti, ma con gli investimenti mirati che guardano alla crescita complessiva del club. Venendo Fabregas da un calcio, quello della Premier, dove c’è l’abitudine di avere allenatori manager, penso che lui stia intraprendendo bene anche questa figura”.

Come ha visto Milinkovic-Savic in questa settimana dopo l’errore, in una stagione ottima, che ha commesso col Verona? Avete scherzato sull’episodio o con lui è meglio non farlo? Lei in carriera ha mai fatto un autogol clamoroso che magari ci vuole raccontare?
“Un pochettino certe situazioni le ho passate anch’io. Mi metto a ridere perché quando allenavo l’Under 17 volendo farmi capire dai miei ragazzi ho detto loro di andarsi a vedere i gol che ho fatto, ma Internet mi ha tradito perché quando hanno cercato “Paolo Vanoli gol” il primo che è uscito era un autogol memorabile che feci in Scozia. Dietro sul pullman tutti ridevano e allora sono andato a vedere e ho detto: “Avete capito come si fa gol?” E loro mi hanno risposto: “Mister, però ha sbagliato porta”. E’ stata una bellissima cosa.
Sapete la personalità che ha Vanja e questa è una sua grandissima forza che a volte, come è successo domenica, lo può portare alla sua debolezza. Penso che come tutti noi anche questi ragazzi devono crescere e non c'è bisogno che a Vanja si dica che ha sbagliato. E’ sereno, concentrato e sa benissimo che sta facendo una grandissima stagione. Tante volte gli ho detto che ci ha salvato. Io guardo le cose positive. E’ vero che ero arrabbiato per i primi 45 minuti per come avevamo affrontato il Verona e l’ho detto anche ai ragazzi perché ci era successo anche con il Lecce e nei pareggi con Genova e Monza, ma e non è una questione d’approccio bensì di mentalità nell’affrontare una squadra che ti sa aspettare. Questo è un passaggio che dobbiamo fare perché ho fatto vedere ai giocatori che abbiamo fatto, tra virgolette, forse meglio fuori casa. Dobbiamo imparare a fare la partita. Però dall'altra parte ho fatto i complimenti ai ragazzi perché sbagliare un rigore e dopo un po' di tempo commettere anche un errore grave poteva ammazzare chiunque, invece, hanno saputo reagire e alla fine in 10 abbiamo cercato anche la vittoria che volevamo.  Io parlo di finali e a volte le finali le puoi vincere, altre perdere. Non ti vanno  sempre bene, però penso che la reazione è un punto su cui questa squadra è cresciuta molto”.

Sono convinto che lei non guarda all'aspetto patrimoniale dei giocatori per scegliere domani la formazione. E così?
“Giustissimo”. 

Senza entrare nel dettaglio penso a Linetty e Ilic.
“Assolutamente”.

Ci ha un po’ ricordato Juric che parlava bene delle altre società, la prenda come una battuta.
“Mi è stata fatta una domanda e ho risposto (sorride, ndr)”.

E’ importante avere idee e non solo soldi?
“È quello che penso. Ed è quello che sto cercando qui, indipendentemente da tutto. Se alle cose non si può arrivare tramite il lato economico, devo cercare di arrivarci tramite le idee andando a cercare, tra virgolette, di capire i giocatori che sono da Torino. Andare a cercare tutti quei dettagli che ci servono per fare un passo in più. Poi non so in che direzione andrà questo passo, però devo cercare di trovare soluzioni. Se non voglio dai miei giocatori alibi non li devo andare a cercare io. Ogni giorno vado al campo per parlare con l’agronomo per migliorare il campo, anche se … Cerco di migliorare quello che ho a disposizione e di motivare tutto quello che ho. Non parlo sempre bene delle altre società, ma è giusto e doveroso che chi fa le cose bene venga preso anche come esempio”.

La mia era una battuta su Juric. Lei solitamente non si lancia in questo tipo di valutazioni, ma magari lo fa in modo mirato ed è arrivato a dire pure che il Como può essere preso d'esempio e l’annotazione mi sembrava …
“Non è una vergogna dire queste parole”. 

Ma non è mica brutto.
“Anzi, abbiamo visto l'Atalanta cosa ha fatto negli anni e quello che sta continuando a fare. E bello vedere queste cose. Penso che piano piano in ogni società dove sono andato è stato sempre cercare di lasciare la società migliorata. Per il resto quello che posso fare è dare il massimo e cercare soluzioni, come stiamo facendo. Mi hanno insegnato che quando non ci sono i soldi ci devono essere le idee e sto cercando in tutte le maniere di far crescere questo club anche attraverso delle idee”.

Ma servono anche i soldi.
“Quello non …”.

Dopo la gara col Verona Biraghi ha parlato della coesione che deve esserci tra tifosi, giocatori e anche con i giornalisti e in settimana pure della mentalità vincente che lei sta cercando di inculcare nei giocatori. Quanto è soddisfatto di lui che è arrivato da poco ma ha già assorbito i suoi insegnamenti?
“E’ quello che stavo dicendo rispondendo alla domanda di prima. Quando vai a cercare giocatori funzionali a quello che stai facendo penso che le cose si possano migliorare. E' quello che sto cercando di imporre per vedere una prospettiva futura. Credo che sia questo ciò che ci è servito. Forse, tra virgolette, è quello che abbiamo un pochettino sbagliato a giugno prendendo giocatori che non erano funzionali a quello che stavamo facendo. La bravura di un allenatore è arrivare a un certo punto a capire che magari cambiando qualche cosa si può fare meglio in tante situazioni. Il mio compito non è solo valorizzare, ma anche far rendere i giocatori e cercare di abbinare l'obiettivo economico con quello sportivo. Tutti dobbiamo avere l'ambizione”.