ESCLUSIVA TG – Franceschini: “Il Torino avrà voglia di rivalsa col Genoa e farà una partita importante per prendersi il risultato”

06.12.2024 16:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ivan Franceschini
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Ivan Franceschini
© foto di Federico De Luca

Ivan Franceschini è stato intervistato in esclusiva dar TorinoGranata.it. Franceschini ha indossato la maglia granata dal 2006 al 2009 e in precedenza anche quella del Genoa nella stagione 1999-2000. Attualmente è un allenatore. Con lui abbiamo parlato della sfida che ci sarà domani pomeriggio fra queste sue ex squadre.

Una partita delicata sia per il Genoa sia per il Torino?
“Sì, visto il momento. Anche se il Genova viene dalla vittoria di domenica con l’Udinese. Il Torino era partito benissimo, poi ha avuto un po' di flessione dal punto di vista dei risultati. Sono però due squadre che non dovrebbero avere problemi dal punto di vista della salvezza. Ma è normale che siano piazze che ambiscono ad altri palcoscenici e che i tifosi non siano felicissimi. Il Genoa oltre ad avere problemi dal punto di vista della società almeno sentendo le voci che circolano di un possibile cambio di proprietà, lo stesso per il Torino, ha anche da poco cambiato allenatore, sono annate un po' tribolate. Sono piazze che meriterebbero di più per il blasone che hanno, per la storia e per tutto quello che hanno rappresentato, soprattutto negli anni passati. Ormai sono passati tantissimi anni dagli ultimi scudetti vinti da Genoa e Torino, però entrambe hanno fatto la storia del calcio in Italia, quindi hanno tifoserie molto calde”.

Dal punto di vista ambientale il Torino è circondato non solo da voci di una possibile cessione della società, ma anche dalla contestazione al presidente Cairo.
“Cairo è il presidente del Torino da quasi venti anni e io capisco i tifosi perché Torino è una piazza importante, una piazza storica, una piazza nella quale ogni calciatore vorrebbe giocare perché è una piazza che trasuda di storia. Però c'è anche da fare i conti con la possibilità di spendere. Ormai ci sono società che spendono troppo rispetto a quelle di metà classifica, c'è troppa disparità economica e quindi ambire a risultati più importanti non è facile. C'è l’Atalanta, ma è partita dagli anni ‘90 a investire sul settore giovanile e quando io ero nelle giovanili all'epoca l'Atalanta aveva già uno dei settori giovanili più importanti e floridi d'Italia. E’ normale che si vendano i ragazzi giovani, ma dopo loro hanno costruito qualcosa d’importante. Ci vuole pazienza, tempo, lungimiranza e la capacità di scegliere le persone giuste al momento giusto e ci vuole pure un po’ di fortuna perché i risultati sono abbinati anche alla fortuna. In questo momento comunque il Torino è una società solida dal punto di vista economico, magari qualche bilancio in rosso l'ha avuto negli ultimi anni e anche qualche debito, però guardandosi intorno ci sono società che falliscono di continuo, io abito a Reggio Calabria e fino a due anni fa ero alla Reggina quindi ho vissuto queste problematiche. Il Genova si è salvato per il rotto della cuffia e la Sampdoria da tanti anni lotta più fuori dal campo che dentro il terreno di gioco e persino le grandi squadre hanno debiti e alla fine non so come facciano ma continuano a spendere. Essere una società che ha i conti in regola come l'Atalanta che è un esempio perché riesce anche a fare calcio in modo sostenibile. Come dicevo, capisco i tifosi perché è normale che vogliano ogni tanto vedere la loro squadra arrivare in Europa e ogni tanto vincere qualcosa, però bisogna fare conto con i bilanci. E’ cambiato il calcio rispetto a tanti anni fa”.

Dal punto di vista della partita tra Genoa e Torino, i granata fanno fatica a segnare, soprattutto dopo l'infortunio di Zapata, e subiscono gol evitabili a causa di errori anche gravi.
“Domenica con il Napoli poteva anche pareggiare e ha avuta l'occasione per farlo. Effettivamente prima Adams e poi Coco con quell’occasione a porta vuota …. Il Torino era partito bene e all’inizio aveva fatto tanti risultati positivi arrivando in cima alla classifica e poi, come ho detto prima, ci sono squadre che sono attrezzate per ambire a certi traguardi e altre che sono meno attrezzate e il Torino sicuramente non è attrezzato per lottare per vincere lo Scudetto. Comunque adesso deve cercare di arrivare il più in alto possibile. L'anno scorso il Bologna è stata una rivelazione perché nessuno avrebbe mai pensato che potesse chiudere il campionato al quinto posto e andare in Champions, magari è successo una volta e chissà quando ricapiterà, però secondo me l'obiettivo è sempre quello di arrivare il più in alto possibile. Vanoli è bravo e sono partiti anche bene, poi è normale che ci siano momenti in cui i risultati non vengono, il calcio è così. Il Torino come squadra, secondo me, può fare bene. Evidentemente Zapata per la squadra era tanta roba e gli dava un valore in più trattandosi di un giocatore esperto, di un attaccante forte. Non è facile trovare sul mercato attaccanti che segnano con regolarità, ma lui anche negli ultimi anni c’è riuscito e prima dell’infortunio stava facendo bene. E’ un’assenza pesante per una squadra come il Torino.

A metà classifica dove sono Torino e Genoa, punto più o meno, ci sono parecchie squadre, però il tracollo che hanno avuto i granata negli ultimi due mesi ha fatto passasse la squadra dal primo posto a metà classifica e adesso hanno solo quattro punti in più del Como che è il terzultimo. Se continueranno i passi falsi il rischio di finire  lottare per non retrocedere ci sarà?
“Penso che il Torino, non vorrei dirlo per scaramanzia, non avrà di questi problemi, è una squadra che ha valori maggiori delle altre che la seguono, a parte la Roma. Ci sono lì con il Torino molte squadre che sono dal punto di vista della qualità e dell'organico meno attrezzate e quindi alla fine i valori dovrebbero venire fuori. L’Udinese dell'anno scorso insegna che devi stare sempre con le antenne belle dritte perché basta poco per ritrovarsi invischiati nei bassi fondi della classifica, però se guardiamo anche la Roma, che ha due punti in meno, come valori non c'entra niente e le basterà poco per risollevarsi. C'è stato un anno, quando ero alla Reggina non ricordo se fosse la stagione 2004-2005, che in Serie A ci fu un campionato particolare e Roma e Lazio si salvarono all'ultima giornata, c’era un mischione di 7-8 squadre con anche la Fiorentina e alla fine con 42 punti il Bologna andò allo spareggio per la salvezza col Parma. Questo per dire che la Roma, il Torino e il Genoa stesso hanno qualcosa in più rispetto alle altre. Alla fine i punti li devi fare sempre, però vedendo da fuori in questo momento i valori delle squadre e anche il gioco che esprimono in campo ci sono formazioni che potrebbero avere una classifica migliore come il Venezia che,secondo me, non dovrebbe essere ultimo bensì più in alto. Poi magari a prescindere dai valori e dalla qualità i giocatori sbagliano il gol e ci si ritrova  lì in basso, però su per giù i valori nell’arco della stagione vengono fuori e il Torino e il Genova sono squadre che hanno più qualità di altre e poi non giocano neanche male, hanno un gioco gradevole quindi non dovrebbero avere problemi”.

Se lei fosse al posto di Vieira e Vanoli come imposterebbe la partita?
“Secondo me in questo momento il Torino rispetto al Genova ha più voglia di rivalsa perché viene da un periodo negativo e dall'ultima partita persa con il Napoli invece il Genoa avendo vinto a Udine magari sarà motivato a dare continuità, più entusiasta visto che di solito dopo una vittoria si ha anche la convinzione nei propri mezzi e si ha più fiducia in quello che si fa anche per l’allenatore nuovo”.

Secondo lei chi vincerà oppure ci sarà un pareggio?
“Non so dare un pronostico, però il Torino, secondo me, farà una buona gara perché, come ho detto prima, quando vieni da momenti negativi con la testa sei sul pezzo, comunque la classifica è ancora buona, e c'è voglia di rivalsa e la volontà di ribaltare il momento in cui le cose stanno andando male. Quindi sicuramente farà una partita importante dal punto di vista dell'attenzione, della concentrazione, di stare sul pezzo. Per intenderci, esserci con la testa e volere il risultato”.