Castellini: “Pianelli fu contestato, ma vinceva. Il Toro di Cairo non ha un’identità”
Il portiere dello scudetto del ’76, Luciano Castellini, ha parlato sulle colonne de La Stampa dell’attuale crisi del Torino: “Il problema è un gruppo con poca qualità, partiamo da questo punto. Ma quando è così devi tirare fuori quel 30% in più perché sei del Toro e lo devi avere. Ma non sta succedendo. Saremo romantici e retorici: una volta era meglio. Avevamo un’identità … Tutti questi stranieri non so quanto abbiano capito del Toro”.
Su Cairo divenuto il più longevo presidente del Torino dopo Pianelli: “Sono due epoche che non si possono paragonare, anche se pure il mio patron è stato contestato. E lui aveva vinto. Pianelli era un uomo sui generis. Non era il grande capo che metteva in soggezione, arrivava in ritiro e giocava con noi a carte. Sapeva ascoltare”.
Su come si costruisce una squadra vincente: “Pianelli ha speso tanti soldi per Sala, che prima giocava con me al Monza, ma a prelevato dalla Serie B Graziani e dalla C Salvadori. Poi ha recuperato Zaccarelli dai prestiti e si è ritrovato Pulici cresciuto. E che sorpresa Pecci, nessuno pensava che così giovane fosse già un allenatore in campo”. E ancora: “A Cairo direi di farsi consigliare da qualcuno che ha indossato la maglia granata. Poi che non è l’unico colpevole, anche i suoi collaboratori hanno sbagliato”.
E alla domanda con un progetto vero il Torino può tornare competitivo? Castellini ha risposto: “Dipende: prima se facevi bene ti confermavano, adesso ti vendono. Anche i calciatori sono diversi, strappano contratti di quattro anni e giocano bene una stagione. Noi per avere 2/3 milioni in più eravamo sempre in campo, io pure con un dito rotto, e facevo il portiere. Zaccarelli il provino pre partita a causa di una caviglia gonfia l’ha fatto al distributore di benzina: perché c’era l’asfalto”.