Castellini: “Pianelli fu contestato, ma vinceva. Il Toro di Cairo non ha un’identità”

04.12.2024 13:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: La Stampa
Luciano Castellini
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Luciano Castellini

Il portiere dello scudetto del ’76, Luciano Castellini, ha parlato sulle colonne de La Stampa dell’attuale crisi del Torino: “Il problema è un gruppo con poca qualità, partiamo da questo punto. Ma quando è così devi tirare fuori quel 30% in più perché sei del Toro e lo devi avere. Ma non sta succedendo. Saremo romantici e retorici: una volta era meglio. Avevamo un’identità … Tutti questi stranieri non so quanto abbiano capito del Toro”.

Su Cairo divenuto il più longevo presidente del Torino dopo Pianelli: “Sono due epoche che non si possono paragonare, anche se pure il mio patron è stato contestato. E lui aveva vinto. Pianelli era un uomo sui generis. Non era il grande capo che metteva in soggezione, arrivava in ritiro e giocava con noi a carte. Sapeva ascoltare”.

Su come si costruisce una squadra vincente: “Pianelli ha speso tanti soldi per Sala, che prima giocava con me al Monza, ma a prelevato dalla Serie B Graziani e dalla C Salvadori. Poi ha recuperato Zaccarelli dai prestiti e si è ritrovato Pulici cresciuto. E che sorpresa Pecci, nessuno pensava che così giovane fosse già un allenatore in campo”. E ancora: “A Cairo direi di farsi consigliare da qualcuno che ha indossato la maglia granata. Poi che non è l’unico colpevole, anche i suoi collaboratori hanno sbagliato”.

E alla domanda con un progetto vero il Torino può tornare competitivo? Castellini ha risposto: “Dipende: prima se facevi bene ti confermavano, adesso ti vendono. Anche i calciatori sono diversi, strappano contratti di quattro anni e giocano bene una stagione. Noi per avere 2/3 milioni in più eravamo sempre in campo, io pure con un dito rotto, e facevo il portiere. Zaccarelli il provino pre partita a causa di una caviglia gonfia l’ha fatto al distributore di benzina: perché c’era l’asfalto”.