Berruto a Tuttosport: “Cairo? Venderà non può ricucire coi tifosi, ormai. Derby? Testa nello scatolone pensando solo al campo, fossi in Vanoli allenerei i punti di forza”
In vista del derby di domani il direttore di Tuttospor, Guido Vaciago, ha intervistato Mauro Berruto, ex coach del volley e tifoso granata, che ha affrontato a 360° l’argomento Torino a partire dalla possibile vendita del club: “Io credo che tutto quello che abbiamo visto negli ultimi mesi preluda a una presa di coscienza. Voglio dire: io non capisco, non riesco a immaginare come si possa ricucire un rapporto così deteriorato, anche per una questione di beneficio reciproco. Insomma, come la recuperi una situazione così compromessa? E lo dico al netto dei risultati, che peraltro un po’ mi preoccupano. Ma facciamo finta che riusciamo a galleggiare nel nostro famigerato decimo posto: dove può portare il rapporto fra il tifo e Cairo? Come rivitalizzi questa cosa? Io da tifoso mi auguro che tutti i tasselli vadano al loro posto”. E entrando nello specifico sul rapporto impossibile da ricucire fra i tifosi e il presidente Cairo: “Ciò che produce una squadra di calcio non è uguale a nessun altro settore industriale. Quello che potremmo chiamare il “core business” di un club è la capacità di generare passione, affetto, amore assoluto, attenzione: tutti “prodotti”, diciamo così, che mancano clamorosamente in questo galleggiamento nella mediocrità del Toro di oggi. Sinceramente sto fisicamente male a pensare che, durante il derby, i tifosi della Juventus faranno dei cori pro Cairo”.
Che tipo di nuova proprietà si augura? “Sarebbe bello che non fosse un fondo. Non ho niente contro i fondi, ma l’idea di una proprietà che riparta da un obiettivo freddamente economico un po’ mi spaventa. Sono stati vent’anni freddi, vorrei un po’ di calore. Pensate al museo, per esempio. Un’altra occasione clamorosamente persa. In un momento in cui non riesci a competere ad alti livelli, come fai a non investire sul valore della storia? Quella del Toro, poi, che è un asset preziosissimo della società. Insomma, io spero che ci sia qualcuno che creda nello sport. Red Bull ha dimostrato di crederci e di investire nel modo giusto nel mondo dello sport. Ma non so nulla e la mia è solo un’ipotesi. Chiunque dovesse arrivare, mi piacerebbe avesse una maggiore sensibilità su quelli che sono i valori granata”.
Per quel che riguarda il derby fosse Vanoli lo preparerebbe così: “Testa nello scatolone, isolati da tutto e da tutti, il pensiero solo sui metri quadrati del campo. E io allenerei i punti di forza, senza pensare ai punti di deboli. Ci sono due filosofie fra gli allenatori: quelli che pensano a correggere i difetti e quelli che enfatizzano i punti di forza. Io tendenzialmente sono della seconda scuola: se avevo una squadra forte in battuta, allenavo di più la battuta. In questo caso, proprio per la peculiarità della partita, quasi una partita secca, punterei sui punti di forza, cercando il coraggio di non pensare ai punti deboli. Anche perché psicologicamente è diventata una partita strana, alienante.... L’insopportabile sequenza di sconfitte è mostruosa, anche statisticamente è innaturale. Nel senso che per una mera questione di numeri sembra impossibile che il Toro abbia vinto un derby in vent’anni. Qualche altra volta, anche in modo rocambolesco, avresti dovuto vincere. Ecco, questa è una delle ragioni per cui devi dimenticarti delle fragilità e dei punti deboli e andare in campo pensando ai punti di forza”.