Cambiano i giudizi da un giorno all'altro. Il Toro è da Europa e la Juve da scudetto?

Bruno Pizzul ci ha lasciato in questa mattinata di quasi primavera e in lui abbiamo apprezzato il suo essere sempre coerente, mai sopra le righe e serio. Un qualcosa che nel calcio attuale sembra mancare da un po'. Come cambiare giudizio da un giorno all'altro. Prendiamo la Juventus, eliminata in Coppa Italia dal piccolo Empoli che sembrava aver creato una crisi di nervi senza fine. Inspiegabilmente lunedì la Juve incontra il derelitto Verona, che aveva anche segnato un bellissimo gol, annullato per presunto fuorigioco, vince e torna in corsa per lo scudetto. Sarà che i media in qualche modo devono compensare alle critiche precedenti, ma da un giorno all'altro è tornato l'entusiasmo e i malumori sono svaniti. Thiago Motta ha trovato immediatamente la compattezza dello spogliatoio?
Analisi simile, con le dovute differenze, al Toro. Cairo contestato fino al 31 gennaio e poi immediatamente diventa ancora una volta il salvatore della patria facendo degli acquisti azzeccatissimi come Elmas e soprattutto Casadei. E chi se ne frega se non è arrivata la tanto agognata punta che doveva sostituire l'infortunato Zapata. Adesso sta aleggiando la solita frase che è di moda di questo periodo, il Toro può puntare all'Europa, mentre Vanoli parla di arrivare prima di tutto ad una tranquilla salvezza. Di certo il Toro non è squadra da salvezza, ma può ambire a qualcosa di più, però è meglio attendere prima di fare proclami altisonanti. E' utile sottolineare che se non fossero stati venduti i Buongiorno ed i Bellanova, senza il pesante infortunio di Zapata, il Toro ad una coppa europea ci sarebbe arrivato di corsa.
Morale della favola, i granata possono sognare ancora a patto che a giugno rimanga Ricci, altrimenti si ricomincia. Contestazione, mercato al di sotto delle aspettative e via di questo passo. Nulla cambia e nulla si rinnova, se non il solito volo pindarico.
Buon viaggio a Bruno Pizzul, che un po' granata lo era davvero. Forse anche più che un po'. Che ci ricorda che il calcio è soprattutto passione, ma anche tanta professionalità nei giudizi.
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