LIVE Vanoli: "Borna Sosa ci può dare qualità. Si sa che la rosa è incompleta. Riuscire a fare più gol dipende dalla prestazione. Seck non fa parte del progetto. Radonjic non si è presentato. Mi do obiettivi a lungo termine"

16.08.2024 12:55 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin
Paolo Vanoli
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Paolo Vanoli

Il Torino inizia il campionato confrontandosi con il Milan. Sulle due panchine ci sono allenatori nuovi, quello granata Vanoli al debutto in Serie A mentre quello rossonero Fonseca aveva già allenato la Roma dal 2019 al 2021. Dopo la vittoria sul Cosenza e il relativo passaggio del turno in Coppa Italia c’è curiosità nel vedere come il Torino privo in difesa, nello scorso campionato fu la quarta migliore con soli 36 gol incassati, degli ex Buongiorno e Rodriguez e dell’infortunato Schuurs e con una linea formata da Vojvoda, Coco e Masina affronterà il Milan e se l’attacco con l’innesto di Adams saprà essere più incisivo di quello dell’anno scorso, che non riuscì ad andare oltre le 36 reti che hanno collocato i granata al quartultimo posto in Serie A per numero di reti realizzate.
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Milan che si disputerà domani alle 20,45 allo stadio Giuseppe Meazza.

Come definisce oggi il suo Toro? Ci dà un parere su Borna Sosa?
“Per Borna-Sosa siamo felici, perché era un profilo che stavamo cercando, e adesso aspettiamo le visite mediche prima di parlarne. Se questo succede, saremo tutti ben felici e contenti. Sicuramente sarà un giocatore che potrà alzare la qualità di questa squadra.
Questa squadra a che punto è? Al punto che mi aspettavo. È un processo in crescita, è normale come in tutti i processi nuovi che giustamente ci siano altri e bassi: si fa sempre un passo avanti, poi se ne fanno due e successivamente tre. Questo è il processo in crescita, non mi spavento. Lo so che, come ho sempre detto, ci vuole pazienza, che a volte non si ha, compreso il sottoscritto, perché si vorrebbe tutto e subito, però c’è l'impegno di questi ragazzi su quello che si vuole fare”.

Sarà un battesimo di fuoco a Milano? Ha studiato qualche cosa di particolare soprattutto per la difesa?
“Ripeto, per me tutte le partite sono importanti. Sicuramente incontriamo una squadra costruita per tentare di lottare per lo scudetto. Una squadra che, come ho visto proprio nel “Trofeo Berlusconi”, ha una rosa importante quindi, sicuramente, dovremo porre la massima attenzione. Quello che voglio da questi ragazzi è la prestazione che ci permetta di mettere un altro mattoncino su quello che è il nostro percorso. Quindi ai ragazzi chiedo coraggio”.

Come sta Sanabria? Come l'ha visto soprattutto dopo l'arrivo di Adams, visto che l'anno scorso aveva già patito quello di Zapata?
“Se uno vuole diventare un grande giocatore e vuole stare ad alti livelli questo penso che sia la normalità. Si dovrà abituare a questa normalità”.

L'attacco è più determinato rispetto alla Coppa Italia? Ci sono stati progressi?
“Su questo fatto, tutto dipende dalla prestazione. Dobbiamo diventare squadra e dobbiamo, l'ho sempre detto, essere più efficaci da parte delle mezzali e dei quinti. Ma non si può, dopo tre anni di lavoro, in 30 giorni cambiare subito l'idea. Io penso che anche in Coppa Italia qualche cosa si sia visto. Penso alle tre grandi occasioni che ha avuto Ricci. Dopo partendo da questo dobbiamo concretizzare il gol. Dovremo essere bravi a farlo, ma già vedere una mezzala che crea tre palle gol è importante. Avere l'opportunità di un parco attaccanti come il nostro mi permette anche di cambiare la partita, come è successo nel secondo tempo con il Cosenza quando sono entrati Karamoh e Adams e con i movimenti di Zapata. L'ho sempre detto ai ragazzi che quando si lavora per principi si ha la possibilità anche di cambiare nel corso della partita. Le partite sono fatte anche di strategia”.

Ci sono giocatori in organico come Radonjic e Seck e altri giovani che lei ha portato e visto tanto anche a Pinzolo. Radonjic e Seck fanno parte del progetto tecnico oppure sono sul mercato? E dei giovani, chi secondo lei può essere aggregato in pianta stabile alla prima squadra?
“Penso che qui al Torino i giovani abbiano una storia molto importante. Però questa storia importante non deve mettere pressione perché oggi il salto dalla Primavera alla prima squadra è  veramente grande. Sono contento, come ho detto le prime volte, che il club abbia fatto quest'anno una cosa eccezionale portando la Primavera in ritiro vicino a noi. E se avete visto, tante volte ho avuto l'opportunità di farli allenare con noi. E per loro questo deve essere un desiderio, un sogno. Dopo sicuramente sta a me capire quello che potrebbe essere in prospettiva futura un giocatore. Però, se prendiamo ad esempio Buongiorno lui non è passato dalla Primavera alla prima squadra, ma è andato a fare esperienze fuori ed è rientrato, è cresciuto ed è diventato un giocatore. Quindi penso che anche fra questi giocatori magari qualcuno è un po' più pronto mentalmente e qualcuno avrà bisogno di qualche esperienza. Però sono veramente contento di come si sono comportati.
Tutti gli altri, Seck non fa parte del progetto e Radonjic, come ha detto il club, non si è presentato. Per me è un giocatore forte, ma io lavoro con i giocatori e ho a disposizione e non sto a guardare gli altri”.

Si immaginava un esordio così rapido in Serie A e con una squadra così importante come il Milan?
"Ho 52 anni (ride, ndr). Spero di fare l'esordio così almeno non me lo chiedete più. C'è una prima per tutti. Sicuramente, lo ripeto, questa prima me la sono guadagnata, me la sono conquistata perché ho fatto tanta gavetta. Quindi sicuramente ci sarà un'emozione come quando ho firmato per il Torino, ho ancora la pelle d'oca oggi. Ci sarà un'emozione ma dopo il fischio d’inizio passerà tutto perché stiamo andando al dunque. Sul fatto di quanto ci si mette per arrivare non mi pongo mai limiti. Quando sono arrivato a Venezia la squadra era ultima in classifica e ho abbassato la testa, ho lavorato. La società ha creduto in quello che era il mio progetto e siamo stati bravi ad arrivare a realizzare un grande sogno. La stessa cosa è l'inizio qui. Io sogno …, ma sognare non basta. Bisogna lavorare e sacrificarsi per arrivare a coltivare questo sogno ed è quello che dico sempre ai miei giocatori.  Parlare non basta, bisogna lavorare per arrivare a grandi obiettivi”.

Vlasic, Ricci e Ilic potranno in futuro giocare insieme dandole garanzie adeguate in fase di non possesso?
"Fate un grosso errore perché la fase di non possesso va fatta in 10, loro fanno parte di una squadra. Per fare bene la fase di non possesso, come fanno le grandi squadre, si deve partire dalle punte e non dai difensori. come allo stesso tempo la fase di possesso offensiva deve partire dai nostri difensori: questo per me è il calcio, questo è chiamarsi squadra. Quindi sinceramente chi andrà in campo dovrà far parte di questo progetto. Spezziamo sempre il calcio di oggi in singoli, cioè il singolo ha delle caratteristiche che io devo mettere, giustamente, all'interno della mia idea di calcio per quelle che sono le caratteristiche proprie dei giocatori. Duvan ha determinate caratteristiche, Sanabria ne ha altre, i centrocampisti hanno caratteristiche magari molto più tecniche e meno di profondità: dovremmo andare a cercare la soluzione”.

Quanto è completo questo Toro in percentuale? Quanto giocatori si aspetta che arrivino ancora?
"Lo sappiamo benissimo che questa squadra non è completa, lo hanno già detto il direttore tecnico e il presidente. Penso solo una cosa, io nel calcio dopo anni di esperienza preferisco avere pazienza e prendere i giocatori che mi servono senza avere fretta. Sicuramente questo magari a volte è una perdita di tempo, però oggi tutte le squadre nel mercato hanno lottato perché, come ho detto, la Premier League ha sempre il vantaggio su tutti”.

In questo momento le mancano due uomini nell’undici titolare immaginario?
“Io voglio completare la rosa, per me non esistono 11 giocatori, ma esistono 20-22 giocatori perché non posso, se voglio alzare la qualità, averne meno se voglio una rosa abbastanza competitiva e su questo ci stiamo lavorando”.

Quando tornerà Schuurs?
“Ne approfitto per fare la lista degli disponibili. Partendo da Perr, come voi sapete ha fatto questo piccolo intervento a Londra che è andato molto bene. In queste settimane andrà a fare dei controlli, però l'ho visto veramente bene. Fortunatamente è una cosa meno grave del previsto, però è un processo ancora lungo.
Poi abbiamo Vlasic che ha iniziato a correre sul campo a una media intensità. Lo dico anche a voi, su Vlasic di tempo ne abbiamo perso e adesso preferisco aspettare una settimana in più e averlo per tutto il campionato. So che il ragazzo ci tiene tantissimo, ed è bello, ma a volte bisogna frenarlo perché con Vlasic non possiamo più sbagliare visto che l'anno scorso ha avuto una ricaduta però, fortunatamente, anche con lui siamo a un buon punto.
Mentre Ginetis penso che  sia quello più vicino al rientro. Ha avuto questo fastidio al ginocchio ed è uscito ed è rientrato e adesso penso che stia lavorando ad alta intensità e la settimana prossima inizierà il lavoro sul campo, per questo dico che è quello più vicino al rientro”.

Si è posto un obiettivo minimo per questo inizio di stagione?
“Io non mi do obiettivi temporali presenti, ma me ne do a lungo termine. Oggi ho detto ai ragazzi che dobbiamo diventare squadra e pensare a crescere una squadra. Il mercato darà degli obiettivi e vedremo quali saranno. Gli obiettivi devono essere pochi, ma raggiungibili. Oggi il nostro obiettivo è la costruzione di una squadra e avere un'idea di gioco: è la cosa più importante per me. Nelle amichevoli siamo riusciti ad avere questo a volte a sprazzi, ma è ancora troppo poco. Però capisco che i ragazzi nel momento della difficoltà si rifugino nel lavoro che avevano fatto nei tre anni precedenti. Per questo ci vuole tempo”.

Come sta Zapata, primo capitano colombiano nella storia del club, visto che ha una muscolatura importante?
“Ho già spiegato perché è diventato il mio capitano, quindi non c'è bisogno di ritornare su questo argomento. Per quanto riguarda il suo lavoro fisico, il nostro lavoro è capire le caratteristiche dei singoli. Infatti, come si vede, con lui abbiamo optato per fare un altro tipo di lavoro fisico perché è una tipologia di giocatore potente, abbastanza pesante e questo ci ha dato frutti. Gli obiettivi si possono raggiungere anche attraverso altre strade non ce n’è solo una. Ha un fisico potente, ma adesso, come tutti i ragazzi, sta migliorando il ritmo partita”.

E' un testa a testa fra Sanabria e Adams?
“Penso che si usino parole sbagliate, non ci sono testa a testa, fanno parte di un gruppo di attaccanti che devono fare il bene della squadra. Indipendentemente dalle scelte che deve fare l’allenatore, sono loro che devono fare il loro dovere. Adams l'abbiamo preso perché è un giocatore importante, ha giocato in Premier League, sa cosa vuol dire giocare a calcio. Sanabria è un altro giocatore importante come Duvan e Karamoh ed eventualmente, quando rientrerà, anche Pellegri. La capacità nostra è di essere al servizio della squadra, questa è la vittoria. Perché alla fine solo con due attaccanti con tutte le partite che di fanno non si può andare avanti. La mia capacità è stimolarli tutti”.

Quindi è pronto Adams per l’inizio del campionato?
“E’ sempre pronto”.

Cosa pensa del mercato ancora aperto quando inizia il campionato? Può essere un difficoltà e se sì come pensa di gestirla?
“No, penso che ormai ci siamo abituati. È inutile continuare a parlare, il mercato si potrebbe chiuderlo un po' prima, perché effettivamente ultimamente si arriva alla seconda di campionato e si parla ancora del mercato, però questo fa parte del gioco e dobbiamo essere bravi e io in particolare lo devo essere per non farci influenzare da questo”.

Che Toro si aspetta contro il Milan?
“Io non metto pressione al mio Torino. Voglio solo vedere, come ho detto, il mattoncino di crescita. Poi sicuramente affrontiamo una grande squadra. Non solo voglio vedere il livello tecnico, queste grandi squadre ti impegnano anche sotto questo aspetto, ma cerco anche il valore e il sacrificio. Se  pensiamo di andare a San Siro e per 90 minuti fare grande calcio, penso che sia un pochettino ancora un grande sogno. A me piace sognare però non fino a questo punto. Dobbiamo anche capire che nell'arco della partita ci sono più partite e sapere gestire più momenti all'interno della partita con grande umiltà. Questa è la cosa più importante”.

Che percezione ha della piazza? Quanto è importante l'unità d'intenti?
“È il mio obiettivo, l'ho detto anche ai ragazzi, che l'unità d'intenti deve passare attraverso quello che noi facciamo in campo. Perché noi dobbiamo unire. Noi dobbiamo riaccendere questo spirito indipendentemente da quello che è il mercato. In campo dobbiamo far vedere questo perché penso che i tifosi vogliano questo. E io pretendo questo dai miei giocatori. Poi, se avessi la sfera magica saprei se vinceremo o perderemo, ma non ho la sfera magica. Ma quelli che sono i veri valori del Torino non devono mai mancare in campo”.