La nuova vita di Rosina
Da Torino, dalla collina che si specchia nel Po, a San Pietroburgo, la Venezia del Baltico, la perla che s’affaccia sulla foce del fiume Neva. Dal Toro allo Zenit. Da Rosinaldo a... Rosinaldov. È cambiata la vita di Alessandro Rosina nelle ultime tre settimane. La vita. Non soltanto quella calcistica. « San Pietroburgo è magnifica. Così bella da toglierti il fiato, da rimanerci quasi male - spiega il fantasista . Assomiglia a Venezia, ma in meglio. Nella città veneta, infatti, spesso è un problema spostarsi. Qui no. San Pietroburgo è più grande, più vivibile. E anche circolare con la macchina non è impresa impossibile. Qualche problema puoi incontrarlo la notte, quando, per far entrare le navi in porto, vengono sollevati i ponti cittadini. Ma capita sempre tra l’una e le due, quando uno che fa il calciatore dovrebbe essere a letto. Difatti a me lo hanno raccontato, mica l’ho visto con i miei occhi » .
CHE AVVENTURA « All’inizio il mio trasferimento in Russia mi dava un po’ d’ansia, qualche preoccupazione. Credo sia normale, può capitare quando ti trovi a doverti confrontare con una realtà così differente da quella in cui sei cresciuto e in cui hai sempre vissuto e lavorato. Io, fortunatamente però, sono un ragazzo che ha grande spirito d’avventura, voglio conoscere sempre cose nuove, imparare, crescere. Non solo con un pallone tra i piedi. E così l’ansia è passata subito: la curiosità e l’entusiasmo hanno battuto 2- 0 la paura. Datemi retta: venite a San Pietroburgo. Resterete a bocca aperta. E non pensate di finire in una realtà triste, in un Paese povero e per nulla europeo. San Pietroburgo è l’opposto » .
CIRÒ BATTE VODKA « Anche sotto il profilo gastronomico- culinario mi sto trovando benissimo. Ci sono ristoranti pazzeschi, di altissimo livello, dove vedi camerieri viaggiare per la sala con vassoi pieni di ghiaccio e di caviale Beluga. Una delizia. Non ancora però ai livelli della ‘ Nduja, il salame piccantissimo tipico della mia Calabria. Anche la vodka non è malaccio, ma continuo a preferire il Cirò ( un vino doc calabrese,ndr). È più da passeggio: anche se ne bevi qualcosina più d’un bicchiere riesci a gestire una conversazione. Con la vodka, se passi la quota fatidica di uno shot, è davvero problematico rimanere lucidi » .
EFFETTO STRANO « Dovevate vedere che faccia ho fatto quando ho visto il mio nome stampato sulla maglia con caratteri cirillici. Ci sono rimasto di sasso, pensavo fosse una cosa riservata esclusivamente ai giocatori russi. Invece tocca a tutti, ma solo per le partite di Premier Liga. Nelle gare di Europa League, infatti, vengono adottati i caratteri occidentali. Anche i rapporti con i compagni di squadra sono un po’ sui generis.Da noi capita che tu vada a cena con gli altri giocatori, talvolta anche al cinema. Insomma c’è più cameratismo. Qui a San Pietroburgo sono riuscito a legare con il portoghese Fernando Meira, con l’olandese Ricksen e con l’ungherese Huszti. I russi, invece, stanno per conto loro e raramente danno confidenza.Ma non è una questione di razzismo. Credo sia proprio un lato del loro carattere: sono riservatissimi » .
DERBY CON IVAN « Oggi pomeriggio ospitiamo la Lokomotiv Mosca, dove gioca Ivan Pelizzoli, l’altro italiano di Russia. Ci precedono di un punto, sono una grande squadra, ma lo Zenit non ha paura. Vogliamo qualificarci per le Coppe europee e per farlo siamo costretti ad arrivare al massimo terzi. Non sarà facile ma ce la faremo » .
IN PANCHINA « Leggo che dopo l’addio di Advocaat,la dirigenza del club potrebbe decidere di puntare su un tecnico italiano: si fanno i nomi di Mancini eRanieri. A me farebbe piacere per due motivi: intanto credo che siano due allenatori molto competenti e in grado di farci migliorare ancora. E poi un italiano in panchina sarebbe un’ottima cosa anche per il sottoscritto. Quando vai a giocare all’estero o sei un fuoriclasse assoluto, una superstar strafamosa in ogni parte del globo, oppure devi ricominciare tutto da zero. Devi farti apprezzare, insomma. Con un tecnico italiano sarebbe meno difficile: io conosco Ranieri e Mancini e loro conoscono me » .