Juric e gli obiettivi: “Non mi piace non averne: il mio è migliorare la squadra. Toro in Europa? Lo vedo molto difficile”

07.01.2023 14:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric
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Gli obiettivi personali e di squadra sono fondamentali. Ecco che il pensiero di Juric espresso in conferenza stampa su quelli suoi e del Torino:

Quale traguardo si aspetta dalla squadra? E’ una sensazione o è possibile che il Torino rimanga aggrappato a quelle due-tre squadre che sono davanti per poi a maggio competere per l’Europa?
"Sinceramente, lo vedo molto difficile. Se si vogliono fare paragoni con le sei grandi, con l’Atalanta, non possiamo farlo per l’organico, la struttura e in generale per tutto per cosa è accaduto negli ultimi anni e per come loro sono arrivati dove sono. Non mi piace non avere un obiettivo chiaro, ad esempio, noi lottiamo per la salvezza e poi ti ci aggrappi e lavori su questo. Quando non si ha chiaro l’obiettivo non è una cosa molto positiva, però vorrei che la squadra migliorasse e che cercasse di fare il massimo. Ma non abbiamo obiettivi dicendo: “Noi vogliamo questo”. Penso che una persona, una squadra deve avere un obiettivo forte e chiaro che sia la salvezza oppure un’altra cosa. Secondo me, il nostro obiettivo è salvarci, questa è la nostra realtà e il mio è quello di migliorare al massimo la squadra”. 

Si aspetta miglioramenti specifici?
"Per esempio, l'altro giorno a me la squadra è piaciuta tantissimo per la maturità con cui ha giocato una partita difficilissima piena di trappole con il Verona che aspettava un nostro errore per punirci giocando molto sulle palle lunghe e sulle seconde palle. E’ stato difficile, ma ho visto la squadra matura. Quello che mi sembra de debba essere migliorato, dove manchiamo, è nella chiusura delle azioni. Non penso solo all’attaccante che non fa gol, ma proprio le chiusure dei cross, l’ultimo passaggio. Un altro aspetto dove non siamo bravi sono sicuramente i calci piazzati dove anche per via dell’altezza e di altre cose non riusciamo a sbloccare le gare e a vincere. Su questo bisogna lavorare tanto e spero che la società mantenga questa struttura e le tante cose buone che ho visto e migliorando gli altri aspetti”

Quanto è difficile per i giocatori non avere un obiettivo?
"Bisogna stare molto attenti, basta vedere il Verona, se si molla un attimo e si fa qualcosa di sbagliato e ti ritrovi ultimo. Ho la lista e vedo che i giocatori che avevo da Ceccherini a Dawidowicz a Tameze, Ilic, Günter, Magnani, Lazovic sono tutti giocatori che per tre anni di fila sono stati nella parte sinistra della classifica e adesso si trovano ultimi. Vuole dire che bisogna stare molto attenti perché la differenza è poca. Penso che la base dell’uomo, dello sport sia avere un obiettivo. Il nostro obiettivo massimo è il decimo posto, però si tratta di un obiettivo inventato. Ma cosa vuole dire decimo posto? Sarebbe successo perché i primi otto nove per noi non sono raggiungibili guardando realmente come sono strutturate e costruite le altre squadre. Poi si fa battaglia con le altre e bisogna stare attenti  a non essere sotto e magari vincere con altri ed è comunque molto difficile. Secondo me, l’obiettivo è quello di cui parlavamo anche l’anno scorso e che il pubblico di Torino si aspetta, ma n questo momento non c’è, non è realistico. Se poi riuscissimo a fare cose fantastiche allora …, ma non è una realtà. Bisogna avere grandi motivazioni personali e di gruppo che spingano. A questo punto percepisco l’insoddisfazione dell’essere in mezzo, perché l’ambiente è così. L’essere in mezzo è già un grande successo, ma l’insoddisfazione si trasferisce alla squadra in modo negativo”.       

E per il prossimo anno?
"E' lontano, dobbiamo concentraci su questo. Penso che adesso se cominciamo a migliorare un po’ la squadra, creare e lavorare in un modo fantastico e raggiungere i nostri massimi tirando fuori il meglio da tutti, già si può migliorare qualche cosa, però avvicinarci a chi ci è davanti … basta vedere i numeri … siamo lontanissimi. E’ difficile, secondo me”.

Ma lei, che deve trasferirlo alla squadra, che obiettivo ha?
“Ripeto, è lontano il discorso. Sono convinto che bisogna avere un obiettivo forte che ti spinge ogni giorno e spinge anche i giocatori. Non è solo l’obiettivo è anche questione di appartenenza e attaccamento più forti. Su questo bisogna lavorare tanto per creare queste sensazioni che, secondo me, mancano un po’”.