Dopo nove gare il saldo fra gol fatti e subiti è negativo: meno due
Il Torino ha un punto in più dell’anno scorso e per di più è primo nel girone in Europa League. Gaudeamus! Però mercoledì sera non è riuscito a chiudere la partita con il Parma, ultimo in classifica con soli tre punti all’attivo in nove giornate e con la squadra falcidiata dagli infortuni, e anzi ha rischiato seriamente di pareggiare, leggasi palo di Coda. Senza dimenticare che in precedenza con la Sampdoria i granata hanno disputato, giustamente perdendo, una gara non degna di questo nome e che gli approcci ad alcune altre partite sono stati, per non dire altro, con il freno a mano tirato. E vogliamo parlarne del saldo negativo, meno due, fra gol realizzati (7) e subiti (9) in campionato. Tradotto vuol dire che i granata realizzano 0,7 reti a partita e ne subiscono una. Quart’ultimo attacco, peggio hanno fatto solo Cesena e Chievo (6) e Atalanta (4), decisamente meglio la difesa che è la settima a pari merito con l’Udinese, ancora più accorti sono stati Juventus e Roma (4), Sampdoria (5), Fiorentina (6), Lazio e Genoa (8). Non è tutto oro quello che luccica nel Torino, anzi.
Il dodicesimo posto e gli undici punti conquistati non bastano a dire che non ci sono problemi. Anche nello spogliatoio non c’è tutta quell’armonia che si vuol far credere. Se Barreto e Larrondo e non solo loro, potessero parlare liberamente e pubblicamente e avessero il coraggio di farlo lo scenario che emergerebbe non sarebbe così idilliaco. Ovviamente i diretti interessati non dicono una parola neppure sotto tortura, ma le cose si sanno lo stesso, anche se gli allenamenti sono a porte chiuse e se pubblicamente ogni cosa viene smentita. Nelle rifinitura che ha preceduto la partita con il Parma qualche divergenza d’opinione fra Barreto e Ventura c’è stata, infatti, poi l’attaccante non è stato convocato per scelta tecnica, e durante la gara con i ducali la faccia di Larrondo era tutta un programma e le immagini televisive lo hanno documentato, tanto per fare due esempi. Per carità è normale in tutti i luoghi di lavoro capita, ma è anche indubbio indice che in casa granata non tutto sta girando per il meglio e si sa che in questi casi i mugugni covano sotto la cenere pronti ad emergere.
Di allarmante nel Torino adesso non c’è nulla ed è bene chiarirlo, ma non si può neppure dormire sugli allori. Le difficoltà palesate nel secondo tempo con il Parma con squadre con minori problemi rispetto ai gialloblu non avrebbero premesso di conquistare i tre punti, al più un pareggio. Il mese di novembre non sarà una passeggiata. Atalanta, Roma, Sassuolo e Juventus se non affrontate con la massima determinazione, il giusto cinismo e senza commettere errori evitabilissimi sia sui passaggi sia nei tiri in porta rischiano di trasformare i problemi che oggi sono superabili in cronici e di far aumentare i malumori. Se finora alcuni giocatori sono stati utilizzati con il contagocce non è solo spiegabile con eventuali infortuni vorrà dire che Ventura non li ritiene ancora pronti o che comunque preferisce mandarne in campo altri. Tatticamente l’utilizzo di El Kaddouri e Sanchez Miño fra il ruolo di mezze ali e trequartisti mette in difficoltà i giocatori che in campo rendono meno delle loro potenzialità, infatti, il primo continua ad essere discontinuo e a non riuscire a spingere a sufficienza finendo anche per avere in alcuni frangenti difficoltà nel controllo della palla, il secondo pare persino un po’ involuto rispetto alle prime apparizioni e nella foga di strafare sbaglia anche giocate elementari. Maksimovic non è quello che si era apprezzato lo scorso anno non per nulla gli capita di perdere qualche pallone di troppo. Quagliarella e Amauri si danno un gran da fare e da questo punto di vista sono da applausi, ma troppo spesso si sacrificano in copertura e vanno a cercarsi palloni a metà campo finendo per pagare dazio sottoporta, però gli attaccanti prima di tutto devono pensare a segnare poi semmai al resto.
I tifosi si aspettano di più, altrimenti i vuoti sugli spalti saranno sempre maggiori e i cori di parte della Maratona non basteranno a dare l’illusione che il popolo del Toro è contento e orgoglioso della sua squadra.