ESCLUSIVA TG – Barosio: “Il Torino non segna e con la classifica che ha rischia tantissimo: dal mercato mi aspetto un attaccante”

15.01.2025 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Guido Barosio
Guido Barosio

Guido Barosio è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Barosio è un giornalista, direttore responsabile di Torino Magazine. Con lui abbiamo parlato del Torino, sua squadra del cuore, e del periodo che stanno vivendo i granata, che a inizio girone di ritorno sono a metà classifica però poco sopra la zona dove c’è chi lotta per non retrocedere.

Il Torino ha pareggiato 1 a 1 con la Juventus ed è al 12° posto però è anche a 4 punti dalla terzultima, il Cagliari. I granata quindi sono in una situazione né di tranquillità né di grande apprensione?
“Diciamo che si tratta di una considerazione in chiaroscuro. A voler essere ottimisti più chiaro perché comunque finalmente si è visto un Toro da battaglia. Si è vista una squadra che, con tutti i limiti che conosciamo, ha affrontato la gara a testa alta, si è prodigata in tutte le maniere per ottenere la vittoria, non ha avuto paura della Juventus, come troppe volte era accaduto negli ultimi anni, e ha ottenuto un pareggio meritato. Certamente poteva andare meglio, ne siamo tutti consapevoli, ma poteva anche andare peggio. È stato un pareggio alla fine giusto che ha sorriso di più al Toro, che comunque è la squadra meno dotata dal punto di vista tecnico e che ha approfittato di una Juventus che è probabilmente la più debole, o comunque la meno convincente, degli ultimi vent'anni. Purtroppo questo non è bastato a tenere lontano il baratro della zona dove si lotta per non retrocedere perché quasi tutte le altre squadre implicate hanno fatto un'ottima giornata, il Monza lunedì ha battuto la Fiorentina, domenica il Genoa aveva battuto il Parma e ci ha sorpassati. Comunque ci sono state anche altre vittorie, il Lecce sull’Empoli e pareggi, Como con la Lazio e Cagliari col Milan. Quindi il brutto rimane lì a distanza di una sconfitta ulteriore, che speriamo non venga domenica a Firenze. Speriamo di scongiurare il baratro perché mi preoccupa per la difficoltà che potrebbe avere questa squadra a lottare col coltello tra i denti nelle ultime giornate”.

Questo baratro sarebbe scongiurabile se la società desse i rinforzi che Vanoli, anche nel post derby, ha chiesto, come ha detto più volte in conferenza stampa, già un mese fa e che non gli sono ancora stati forniti?
“Hai ragione, diciamo che purtroppo quando si parla di società si apre un grande punto interrogativo. Non voglio entrare nel merito dell’infinita querelle tra buona parte dei tifosi e Cairo, però mi sembra di notare, purtroppo, un disimpegno in questa fase da parte della dirigenza, che sembrava molto animata dopo l'infortunio di Zapata, si parlava a suo tempo di acquisti da fare con certezza addirittura gli svincolati, Balotelli, poi ci si guardava intorno, in particolare verso Napoli dove ci sono attaccanti che non giocano però adesso niente. Si fa qualche nome come Casadei del Chelsea, che però non è un attaccante, ma che comunque aiuterebbe però non risolverebbe il problema che abbiamo a segnare. Spero che non si verifichi questa mancanza sul mercato invernale perché sarebbe drammatico. Questo Torino non tira in porta, anche nel derby, seppur la partita sia stata giocata con grande animo, il portiere bianconero non ha fatto una parata e non è la prima volta che accade quest'anno che il portiere che si contrappone alla squadra granata non faccia neanche una parata, E’ chiaro che se si fosse deciso di cedere la società, quindi se ci fosse un passaggio di consegne a brevissimo, il mercato sarebbe l'ultima delle preoccupazioni. Questo potrebbe essere un segnale per chi spera che Cairo vada via velocemente, ma allo stesso tempo è un grosso pericolo perché una squadra che non segna con questa classifica rischia tantissimo”.

Domenica il Torino affronterà la Fiorentina che ha perso in casa del Monza, fanalino di coda, però è comunque un’avversaria che sta decisamente davanti in classifica, quindi non sarà proprio una partita semplice e all'andata il Torino perdette. Da tifoso lei che cosa si aspetta?
“Da tifoso ragiono a breve distanza, guardo le prossime 2-3 partite al massimo per immaginare un ruolino di marcia magari ideale. E il ruolino di marcia ideale in questo momento prevede un pareggio a Firenze e una vittoria con il Cagliari. A Firenze si può pareggiare, certo se ieri la Fiorentina avesse vinto per il Toro, secondo me, sarebbe stato meglio, perché la Viola è in un momento di crisi, ma è una squadra che è stata a lungo la rivelazione del campionato ed è forte in Conference League. Domenica giocherà in casa, non sarà un campo feroce per il Torino perché c'è un'amicizia storica, ma i punti vanno presi e io vista la situazione potrei anche accontentarmi di uno, però poi bisogna battere il Cagliari a tutti i costi. Vuoi perché giocheremo di nuovo in casa, vuoi perché dobbiamo espugnare il Grande Torino dopo un tempo inenarrabile (l’ultima vittoria casalinga, quella col Como, risale al 25 ottobre, ndr), vuoi perché il Cagliari è una concorrente per la salvezza a questo punto, va detto, diretta, a cui abbiamo regalato già tre punti all'andata. Tenere sotto di altri tre punti il Cagliari e pareggiare a Firenze vorrebbe dire respirare, poi l'annata è lunga. Quindi cosa mi aspetto da tifoso? Mi aspetto che la stagione finisca il più presto possibile, perché non sarà certo un'annata che ci riserverà grossi entusiasmi, nella migliore delle ipotesi ci salveremo con non troppi brividi”.

E dal mercato invece che cosa si aspetta?
“Una punta, il Toro ha bisogno disperatamente di una punta. Che si tratti di un giocatore più anziano che cerca a Torino gli ultimi scampoli di carriera può anche essere un'ottima soluzione infatti abbiamo provato con Zapata arrivato al Toro oramai al tramonto e ci ha fatto vedere l'anno scorso cose eccellenti. Oppure che si tratti di un attaccante di prospettiva, sarebbe la cosa migliore, però un giovane in questo momento rappresenta anche un azzardo, mentre “l'usato sicuro” forse meno. Però una punta me l’aspetto perché negli altri ruoli siamo tutto sommato coperti: ci sono giocatori che stanno trovando anche la propria dimensione, abbiamo un centrocampista come Ricci che tutti vogliono, abbiamo uno dei migliori portieri della stagione, Milinkovic-Savic, e adesso si è visto finalmente Maripán quindi la difesa è assestata. Diciamo che, senza pretendere nulla di straordinario, dalla vita in su il Torino fa la sua figura davanti però c’è il problema come ho detto prima, non tiriamo in porta. Non è solo che ci sono stati degli errori e ne abbiamo visti tanti, alcuni francamente indimenticabili come quello di Coco con Napoli o quello di Karamoh col Parma. E’ che ci serve proprio un attaccante di ruolo per dare anche ai centrocampisti la possibilità di trovare delle soluzioni. Sì, io mi aspetto un attaccante”.

Lei è nel gruppo di tifosi che confidano in Vanoli per salvare il Torino?
“Bella domanda, anche in questo tante cose dipendono da quale sarà il futuro del Torino, moltissimi, anche pareri autorevoli, dicono che se non c'è la cessione adesso ci sarà comunque una cessione prossima. E se c'è un avvicendamento proprietario quasi sempre l’allenatore, se ci sono dubbi su di lui, è quello che viene messo da parte. Vanoli aveva entusiasmato tutti all'inizio. Un allenatore che ha debuttato in Serie A, ma che aveva vinto una Coppa in Russia. Un allenatore che ha allenato molto bene a Venezia. Un allenatore che è stato a fianco di Conte e da Conte forse ha imparato anche tantissimo. Forse non si aspettava di arrivare in un calderone ribollente com’è il Torino di questi tempi, quindi quando tutte le cose andavano bene anche Vanoli scintillava, poi dopo però ha perso proprio di mano la squadra, non ha trovato le soluzioni e lo vedevamo in conferenza stampa e anche nelle interviste televisive, l'avrai notato forse anche tu, che era smarrito, una persona che sembrava smarrita psicologicamente, spaventata. Mi auguro che il derby gli abbia restituito quella sicurezza che aveva prima perché è un ragazzo con delle doti. La cosa più bella del derby, l'ho detto più volte in questi giorni, è stata vederlo nel momento in cui ha strattonato Thiago Motta. Ha fatto vedere che lui è un allenatore con gli attributi e che vuole che questa squadra esca fuori dalla difficile situazione con orgoglio. Io gli darei ancora una chance anche se prossimamente dovessimo andare incontro a qualche altra sconfitta perché francamente chi potremmo prendere al suo posto? In giro ci sono solo dei carri di ritorno francamente inquietanti come Mazzarri o altri tecnici che hanno oramai intrapreso una parabola discendente. Anche nel caso dell'allenatore vale una regola fondamentale della vita: si sostituisce qualcosa o qualcuno quando si ha una valida alternativa, e per il Toro in panchina temo proprio che non ci sia”.

Se dovesse scommettere una caramella, lo farebbe sulla salvezza del Torino in quale percentuale?
“Io direi che la scommessa si può farla anche con dei numeri importanti: penso che il Toro al 70-80% ce la farà a salvarsi. Lo penso perché come organico non è il Toro peggiore che abbiamo avuto, ne abbiamo avuti sicuramente di pessimi, ma magari con un grande carattere ed il Toro deve proprio recuperare il carattere. La mia considerazione parte dal fatto che se noi prendiamo questi giocatori uno per uno otteniamo una cifra, se li prendiamo tutti insieme da squadra ne otteniamo un'altra. Questi giocatori danno meno di quanto valgono, quindi bisogna risolvere questo aspetto. Sanabria infatti segna in rovesciata all'Argentina campione del mondo e porta alla vittoria il Paraguay. Ricci è il leader della nostra Nazionale. Sanabria però dopo essere stato con la sua Nazionale rientra a Torino e torna ad essere un fantasma, bisogna recuperare comunque quello che si ha. Il Torino non è una squadra da retrocessione. In anni passati si sono salvate formazioni anche peggiori e in situazioni di classifica più difficili. Formazioni che prendevano sette gol o quattro a partita. Il Toro di questa stagione non è mai stato travolto dagli avversari in nessuna gara e quindi direi che si può essere ottimisti, a patto che ci sia convinzione e che si tenga la testa fuori dall'acqua prima delle ultime cinque o sei giornate, altrimenti ci sarà da avere paura perché ci sono squadre meno attrezzate di noi, ma che sono abituate a lottare col coltello tra i denti fino alla fine e noi invece questa dote non ce l'abbiamo poiché siamo partiti per fare un campionato tranquillo e non per lottare per la salvezza”.

Anche perché le ultime cinque partite saranno con Napoli, Venezia, Inter, Lecce e Roma, non proprio delle facili passeggiate.
“Nel campionato italiano vale un detto storico: non ci sono mai partite che si vincono sulla carta. Abbiamo visto la sequela di pareggi della Juventus, il Milan vincere la Supercoppa battendo Juventus e Inter e poi incartarsi in campionato  in una partita facile in casa contro il Cagliari non andando oltre il pari o la Fiorentina che ha perso col Monza. E’ sempre stato così il campionato italiano. Certamente il nostro finale sarà da brividi perché dovremo affrontare tutte squadre che battaglieranno per la salvezza o per lo scudetto e avranno qualcosa da dire e lo dovranno dire al Toro”.