ESCLUSIVA TG – Procopio: “Se al Torino ci fosse un'idea di calcio e la si portasse avanti la squadra potrebbe soddisfare i tifosi”

Luca Procopio è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Procopio è un cantautore. Con lui abbiamo parlato del suo essere simpatizzante del Torino.
Lei non è un patito di calcio, però prova simpatia nei confronti del Torino. Da cosa nasce questa simpatia?
“La risposta è duplice. Uno, perché non è la Juve, quindi è una delle cose più importanti. Due, perché è una squadra che ho sempre ritenuto molto simpatica e perché ho sempre parteggiato per la parte più debole del mondo, e comunque trovo che abbia una storia molto più romantica di quelle di tanti altre squadre”.
Immagino che conoscerà tanti tifosi del Toro.
“Sì, sì, ne conosco sia in ambito famigliare sia in ambito artistico, tante persone sono di fede granata. E anche in passato nelle mie varie relazioni spesso i familiari delle ragazze con cui stavo avevano una propensione al tifo granata”.
Prima ha accennato alla storia del Toro che è diversa e particolare…
“Secondo me sì, è una storia assolutamente diversa, perché nonostante oggi tutte le altre squadre prendono in giro per il fatto che i veri tifosi del Toro si aggrappano storicamente a tutto quello che è successo a Superga e alle tante vicissitudini passate, parecchie purtroppo tragiche, dico allora che se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola. E’ vero che se quell'accadimento non fosse successo forse la storia del Toro sarebbe stata molto diversa. Oggi non sarebbe di certo la squadra di decenni fa, ma comunque molto probabilmente avrebbe avuto un altro percorso, che potrebbe includere anche il fallimento, ma magari per altri motivi. Non lo so, non si può sapere però non ricordo altre squadre in Italia e neanche nel mondo che abbiano avuto un episodio storico-tragico di questo tipo, di questa caratura. Così come non ricordo una squadra che abbia avuto 10 giocatori su 11 in Nazionale schierati in campo tutti contemporaneamente in una partita. Ci sono sempre state delle squadre italiane che hanno fornito alla Nazionale quello che è chiamato lo zoccolo duro, ma mai così tanti per cui era la squadra del Toro che giocava con le altre Nazionali. E' stata una cosa molto particolare. Come storia in generale, secondo me, quella del Toro trovo che sia stata romantica nella sua tragicità quindi non biasimo e anzi rispetto il tifoso del Toro che nei suoi ricordi e nel suo cuore pensa a chissà che cosa sarebbe potuto succedere se le cose fossero andate diversamente”.
Sa quindi che in questo periodo i tifosi del Toro non sono molto contenti di chi detiene la proprietà della società?
“Conoscendo tanti tifosi del Toro in realtà credo che il Presidente attuale non lo abbiano mai amato, probabilmente già dagli inizi”.
Per la verità dopo il fallimento fu accolto come se fosse stato il salvatore della patria, ma nel giro di pochi anni le cose cambiate fino alle aperte contestazioni e alla richiesta di andarsene.
“Da persona che vede le cose da una prospettiva diversa e premettendo che ogni tifoso vorrebbe vedere la sua squadra vincere sempre o comunque almeno qualche cosa di tanto in tanto, l’atteggiamento quando non si vince è sempre più o meno di questo tipo. Mi viene in mente la Roma che adesso ha preso come allenatore Ranieri che sta riuscendo a salvare la stagione, ma aveva cominciato il 2024-2025 in maniera pessima e tutta la colpa era dei proprietari. E mi viene in mente in questo periodo anche la Juventus che non sta facendo bene per le aspettative e i tifosi non sono contenti, magari non del Presidente ma della dirigenza e delle scelte che sono state fatte. E tornando al Torino, non ricordavo bene che all’inizio Cairo fosse stato accolto come il salvatore della patria, ma so per certo che le battute sul fatto che possa vendere la squadra ormai si sprecano da diversi anni. Speranze, auspici, preghiere più che battute probabilmente. Però alla fine dei conti vedendola da un'altra prospettiva, come in tutte le cose se uno riesce ad essere emotivamente un po' più distaccato, prendiamo ad esempio un'altra squadra, il Napoli, sono anni, dopo essere risalito dalla Serie C, che va abbastanza bene e De Laurentiis è una persona con certe caratteristiche, ma nell'annata in cui Spalletti ha vinto il campionato per i tifosi era il presidente migliore del mondo, poi però quando l’anno scorso la squadra arrivò al decimo posto e non si qualificò per le coppe europee per i tifosi avrebbe dovuto vendere la squadra. Questa è un po' la sinusoide dell'emotività del tifoso quando vede che la squadra non va bene. Personalmente di De Laurentiis ho sempre apprezzato il fatto che ha delle idee, che possono essere sbagliate o giuste, ma le ha sempre portate avanti in maniera, diciamo, assolutamente dura, senza assolutamente farle intaccare dalle opinioni altrui e piuttosto teneva i giocatori forti in panchina se volevano andare via e se lui non otteneva i soldi che riteneva giusti non li cedeva. Se fossi tifoso del Napoli questo lo apprezzerei indipendentemente dai risultati dell’annata, perché poi ogni anno possono succedere un sacco di cose all'interno della stagione che possono influire sui risultati.
Tornando al tema del Toro, so che i tifosi non sono ormai molto amanti del presidente Cairo e capisco perché questo si reitera negli anni e che non vedono l'ora che se ne vada o che almeno cambi qualcosa nella dirigenza della società. però è un modo del tifoso di approcciare a questa cosa qui. Il Toro purtroppo negli ultimi anni non ha avuto una sinusoide che possa far dire al tifoso che ci sono state stagioni belle e positive, ma neanche che la squadra abbia fatto malissimo però comunque comprendo bene la stanchezza”.
A differenza di altri presidenti, Cairo vende sempre i giocatori migliori e poi non li sostituisce adeguatamente e infatti alla fine la squadra rimane sempre nelle posizioni di metà classifica. Per cui sembra di capire che se lei fosse un tifoso del non le piacerebbe più di tanto avere un presidente come Cairo, giusto?
“Direi di sì, ma devo anche dire sempre da simpatizzare che trovo l'attuale allenatore del Toro, Vanoli, in gamba pur ritenendo Juric un grandissimo allenatore, perché, secondo me, è una persona del genere di De Laurentiis che porta avanti la sua idea di calcio indipendentemente da tutto e da tutti. Sinceramente devo dire la verità, non so come mai Juric è stato cambiato, ma quando ho saputo che il Toro lo aveva preso ero molto contento. Legandomi alla musica ho suonato per diversi anni all’hotel Golden Palace di Torino, che successivamente al Covid ha chiuso e che dovrebbe riaprire, ebbene diverse sere ho suonato mentre era presente il Torino che all’epoca era allenato da Mihajlovic e anche lui era un allenatore che mi piaceva molto perché come Juric aveva la sua idea di calcio e con lui in panchina il Torino non ha fatto male e la squadra giocava abbastanza bene, e se non ricordo male questo era apprezzato dai tifosi, anche se non sono arrivati risultati che la portassero a disputare le coppe europee.
La mia emozione nei confronti del Toro è che quando vedo che c'è qualche movimento che dal mio punto di vista può essere migliorativo ne sono contento. E lo sono perché è la squadra di Torino”.
Forse sapere che anche quest’anno galleggia a metà classifica non lo considera il massimo?
“Esatto, non lo considero il massimo. A volte faccio dei paragoni con altre realtà abbastanza analoghe e adesso quest'anno mi viene da paragonare il Torino col Bologna, sta facendo un campionato veramente molto bello e non è il primo anno bensì già il secondo consecutivo. Il Bologna non lo percepisco come una squadra di livello inferiore al Toro, parlo per caratura e storia, eppure è riuscito negli ultimi due anni a fare molto meglio. Probabilmente questo significa che l'idea di calcio del Bologna sta funzionando e magari al Toro servirebbe un'idea di calcio così. Però questo dovrebbe partire dal presidente perché è da chi sta al vertice che dipende tutto. Come si dice è dalla testa che puzza il pesce e per estensione quindi è dalla testa che profuma, quando profuma. Si sono viste nel corso degli anni realtà calcistiche che non avevano la disponibilità economica di altre squadre, senza stare a parlare delle italiane possiamo pensare a quelle che non hanno avuto le gigantesche disponibilità del Paris Saint-Germain o del Real Madrid e del Manchester City, che sono lontane anni luce anche da quelle italiane più blasonate, però anche realtà economicamente più piccole quando hanno avuto un'idea di calcio che è stata portata avanti sono riuscite a funzionare. I giocatori crescono indipendentemente dalla caratura delle società e le squadre possono fare bene anche se si vedono i giocatori. Faccio un esempio, Zirkzee del Bologna era stato comprato per una cifra non elevata (era stato comprato il 30 agosto 2022 per 8,5 milioni di euro, più il 40% sulla futura plusvalenza e una clausola di acquisto da 40 milioni valida per il solo Bayern, ndr) e l’estate scorsa è stato ceduto (42,5 milioni di euro di cui circa 26 al Bologna e i restanti al Bayern Monaco, ndr) eppure oltre al guadagno i risultati del Bologna in questa stagione non ne hanno risentito. Evidentemente i giocatori felsinei si sono ritrovati in dinamiche e meccanismi che li hanno messi nelle condizioni di fare bene e quindi di continuare a far ottenere risultati alla squadra.
Il senso è che se anche al Torino ci fosse un'idea di calcio un pochino più solida e la si portasse avanti nel tempo in modo costante e coerente, secondo me, la squadra granata potrebbe magari fare campionati più soddisfacenti per i tifosi”.
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