Già con l’Empoli e ancor di più con la Lazio sono risuonate sirene d’allarme: il Torino ha problemi strutturali e tecnici

30.09.2024 11:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Giocatori del Torino
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Giocatori del Torino
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La vetta della classifica in solitario dopo cinque giornate di campionato aveva illuso molti, non Vanoli che continuava decisamente inascoltato a ripetere che la squadra stava compiendo un percorso e ci voleva tempo, con tanto di nessuna partita persa, pur avendo affrontato Milan e Atalanta più Venezia, Lecce e Verona, non molti gol subiti, 5, e soprattutto di parecchi fatti, 8. Poi la partita di Coppa Italia con l’Empoli e la prima doccia fredda dell’eliminazione dal torneo ai 16esimi e a seguire, cinque giorni dopo, in campionato la prima sconfitta con la Lazio  che ha comportato lo scivolare al terzo posto, in coabitazione con Milan e Inter, e vedersi sorpassare dalla Juventus.

In Coppa Italia mister Vanoli aveva voluto sperimentare mescolando le carte nella linea difensiva, non i soliti Vojvoda, rientrante da un infortunio occorsogli con il Lecce dopo 20’ e non utilizzato con l’Atalanta gara nella quale era stato preferito Tameze e con il Verona sostituito da Walukiewicz, Coco e Masina, bensì Coco, Maripán, Walukiewicz. Modificando anche il centrocampo, dando spazio a Tameze, Linetty, l’unico quasi sempre utilizzato titolare, e Gineitis e rinunciando all’inizio a Ricci  e completamente a Ilic. E variando pure l’attacco, schierando l’inedita coppia formata da Adams e Karamoh e lasciando in panchina Sanabria e Zapata. Ieri in campionato è tornato quasi interamente alla formazione classica, a parte in porta Milinkovic-Savic, che non aveva recuperato dalla botta al ginocchio presa con l’Empoli e sostituito da Paleari e a centrocampo con Tameze mezzala destra e Ricci in cabina di regia e in attacco preferendo all’inizio Sanabria a Adams. I risultati però non sono stati quelli sperati, anzi. Poche idee e concentrazione, lentezza nella manovra, difficoltà ad avanzare e a impostare la fase offensiva, errori tecnici evitabili in fase difensiva, passaggi sbagliati e interventi con scelta errata del tempo dell’esecuzione, troppo spesso in ritardo, tutto questo sommato a una frenesia che ha tolto lucidità.

Lo stesso Vanoli nel post partita ha evidenziato le problematiche della sua squadra: “Mi hanno dato fastidio le leggerezze e non le capisco. Nel primo tempo, come contro l'Empoli, sulle seconde palle, il combattere sui contrasti e soprattutto la non pazienza di far girare la palla per trovare le punte. C’erano tutti gli spazi per farlo con un po’ più di pazienza. E' una squadra che quando non vengono le cose abbassa l'autostima finché non succede qualche cosa. Su questo dobbiamo crescere tanto. Nella ripresa abbiamo dimostrato che, contro un’ottima squadra, possiamo starci, ma dobbiamo avere il coraggio di continuare a giocare. Mi dà fastidio quando qualcuno si nasconde: bisogna avere il coraggio e abbiamo già dimostrato all’inizio di saper giocare per cui dobbiamo continuare però si deve capire che ci vuole intensità in ciò che si fa e bisogna continuare a farlo bene".Nel secondo tempo il mister ha cambiato modulo e alcuni interpreti, subito dentro dopo l’intervallo Adams e Pedersen per Tameze e Sosa con il passaggio di Lazaro dalla fascia destra a quella sinistra e successivamente anche Vlasic per Sanabria e Njie per Lazaro ed infine Maripán per Vojvoda, ma non è bastato. “Abbiamo cambiato modulo perché nel primo tempo avevamo incontrato difficoltà e la non pazienza di andare da una parte all'altra, volevo andare diretto con il doppio play in modo da avere sempre un uomo sul quale giocare con un po’ più di tranquillità. Sono entrati veramente bene (Adams e Pedersen, ndr), poi dopo ho provato a mettere anche Njie come quinto, che avevo già utilizzato così in allenamento, per avere qualche spunto in più nell’uno contro uno ed è entrato abbastanza bene anche lui. Quando si recupera uno svantaggio alle volte si perde perché si vuole fare di più. Sul 2 a 1 avremmo dovuto ritornare e resettarci e avere pazienza perché era un momento positivo, ma invece alle volte perdiamo la posizione in campo e forse abbiamo lasciato, a quella che è la loro capacità perché hanno giocatori forti, le ripartenze". La fase difensiva ha lasciato molto a desiderare. "Lo sapevo e sono sempre stato coerente e cosciente. Abbiamo preso anche oggi gol su errori tecnici abbastanza evitabili. Soprattutto l'ultimo in quattro contro tre. E’ un aspetto sul quale anche con i nuovi arrivati dobbiamo migliorare. Lo sapevamo e sicuramente è un aspetto sul quale crescere". La squadra difetta in personalità e questo è evidenziato dalla mancanza di pazienza che lascia spazio alla frenesia e poi c'è scarsa ricerca dei quinti e poca velocità. "Serve avere un po’ più personalità che c’è quando si ha la pazienza. A volte vogliamo andare subito diretti a fare la giocata. Soprattutto quando all’inizio la Lazio ci schermava le due punte e abbiamo attaccato poco la profondità. Con un giro palla in più dall’altra parte ci sarebbe stato più spazio. Abbiamo fatto fatica a trovare i quinti, dal ritiro dico che è la chiave, infatti nel secondo tempo li abbiamo trovati un po’ meglio e Pedersen si è trovato ad andare a crossare. Se si è lenti ad andare a trovare i quinti è poi normale che quando ti chiudono devi essere bravo a reggere la palla. Sono tutte cose che sappiamo e che dobbiamo migliorare, ma sappiamo anche che le sappiamo fare".

Il Torino non era da primo posto e chi lo avesse pensato di calcio ci capisce davvero poco e la squadra ha limiti strutturali dovuti al mercato estivo che ha sottratto i giocatori migliori, Buongiorno, Bellanova e Rodriguez, sostituendoli con altri non dello stesso valore e per di più facendolo nella maggior parte dei casi tardivamente, sottraendo così tempo prezioso all’allenatore, che già doveva concentrarsi sul campionato, per valutare e provare a trovare le soluzioni più idonee.

I risultati positivi iniziali hanno tenuto parzialmente nascoste le problematiche che puntualmente però sono emerse ed ora tocca a Vanoli e ai giocatori porvi rimedio il più possibile, ma alla mancanza di qualità è molto difficile porre rimedio perché non bastano né la volontà né il lavoro.
La società si prenderà la responsabilità di quanto ha fatto in sede di mercato? Mah, finora il silenzio più assoluto. Forse è meglio così, almeno si evita di esacerbare gli animi e di dare ulteriore linfa alla contestazione di chi vuole da tempo che Cairo venda il Torino
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