Il Torino a Pinzolo – Ludergani a vedere l’allenamento di Vanoli. Il mister tra bastone e carota: qualità e intensità i suoi mantra e c'è sempre un'alternativa
Ruggero Ludergnani, responsabile del settore giovanile, è venuto in visita alla prima squadra a Pinzolo dove tanti giocatori ex o ancora attuali della Primavera, che è in ritiro a Spiazzo, sono stati aggregati alla prima squadra che altrimenti avrebbe una carenza d’organico fra chi è andato via, chi è ancora in vacanza dopo le fatiche dell’Europeo, chi non è giunto in Val Rendena perché in procinto di andare in qualche altro club e chi è rimasto a Torino, Schuurs e Vlasic, per recuperare dai rispettivi infortuni. Ludergnani oggi ha l’occasione di vedere i suoi ragazzi in un contesto di grandi e come si destreggiano allenandosi con una squadra di Serie A. Una sorta d’esame? Forse, ma si cresce anche così.
Il lavoro sul campo, sempre a parte Ricci, Gineitis, Savva e Pellegri, inizia con un’esercitazione sui passaggi da indirizzare nelle porticine e fare così gol, con i giocatori divisi in due gruppi. A seguire il torello caratterizzato da alta intensità, come piace a Vanoli. E una partitella a campo ridotto con la squadra che indossa la pettorina bianca formata da Milnkovic-Savic che si alterna a Popa in porta. Difesa formata da Vojvoda , Sazonov e Masina. Sulla fascia destra Dembele e su quella sinistra Lazaro. In mezzo al campo Tameze, Linetty e Ilkhan. In attacco Sanabria e Zapata.
Recepire, memorizzare ed eseguire – Vanoli spiega, fa eseguire e poi rispiega. E’ instancabile. E’ un martello. “Di prima senza guardare” dice ad alta voce perché vuole che i suoi giocatori recepiscano, memorizzino e poi eseguano in modo automatico, nel senso positivo della parola (meglio specificare per evitare che ci siano fraintendimenti o distorsioni nell’interpretare quanto si legge).
Il bastone e la carota: conta solo la qualità - Il mister subito corregge ciò che non va bene e poi fa riprovare, anche per controllare che sia stato recepito. “Un cross, un cross”, “Vai dentro”, “Attacca”, “E’ lì la qualità che manca”: il bastone. Ma anche la carota: “Sì, sì “, “Bravo”.
C'è sempre un'alternativa - Tante le interruzioni perché nulla è lasciato al caso. E va sempre ricordato che “Di là c’è uno spazio” che tradotto significa mandare la palla dove non ci sono avversari, o comunque ve ne sono meno, per poter così sviluppare l’azione e non rimanere impantanati. Un'altra opzione in un contesto differente è il: "Portali via che sono stanchi", "Falli morire" (in senso figurato, ovviamente), già poiché le debolezze dell'avversario vanno sfruttate perché "Dobbiamo vincere". Se Vanoli carica così i giocatori in un’esercitazione in ritiro, chissà cosa potrà dire loro prima del derby.
Alle 19,34, dopo lo stretching, è terminato l'allenamento. A domani.