L’infortunio di Zapata un alibi troppo comodo per il Torino: nasconde scelte discutibili e mancanze nella rosa

L’infortunio di Zapata un alibi troppo comodo per il Torino: nasconde scelte discutibili e mancanze nella rosaTUTTOmercatoWEB.com
Cairo e Vagnati
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di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Premesso che il Torino per gol subiti, 39, e fatti, 38, è all’incirca in linea con il 10° posto che occupa in classifica dopo 34 giornate, resta il fatto che non va oltre la metà graduatoria perché segna poco. Certo l’infortunio di Zapata a inizio stagione sul finire della partita con l’Inter, era il 5 ottobre e si disputava la 7ª giornata nella quale aveva anche realizzato la sua terza rete in campionato e un’altra l’aveva fatta in Coppa Italia, ha pesato molto. Però il vero problema sta a monte perché il Torino aveva scelto di non avere in rosa un sostituto dell’attaccante colombiano perché né Adams né Sanabria lo sono e tanto meno Karamoh o Njie e ovviamente non lo era neppure Radonjic, ceduto poi il 3 settembre. Semmai l’unico che potesse avvicinarsi a Duvan per fisicità era Pellegri, ma anche lui fu fatto partire il 30 agosto. E poi nemmeno nel mercato invernale fu preso un sostituto di Zapata, Elmas e lo sfortunato Salama non lo sono.

Una scelta quella fatta a monte dal Torino incomprensibile, a meno che non fosse in linea con un obiettivo stagionale di disputare un campionato diciamo tranquillo, da metà classifica. E può piacere o no, ma ci sta infatti era stato preso un allenatore nuovo, Vanoli, neofita della Serie A. Erano stati venduti giocatori del calibro di Buongiorno e Bellanova per fare cassa e risanare i bilanci che per sei anni consecutivi erano stati in rosso, poi appunto grazie alle cessioni il bilancio del 2024 è divenuto positivo. Non era stato rinnovato il contratto a Rodriguez. E per le fasce erano arrivati giocatori, Pedersen e Sosa, che possono essere definiti al più di valore medio, ma non di certo utili a dare quella spinta che serve per rifornire a dovere gli attaccanti. Giocando un po’ d’azzardo il Torino aveva puntato tutto su Zapata e sul supporto di Sanabria e Adams. E anche l’aver smantellato la difesa, solidissima e punto di forza nelle tre stagioni precedenti (5ª, 5ª e 4ª per numero di gol subiti) con l’aggravante di sapere che Schuurs aveva problemi nel recuperare (seconda operazione il 1 agosto) e prendendo Walukiewicz, Coco e Maripán, altri giocatori al più di qualità media, può essere letto come conferma di un obiettivo da metà classifica.

Qualche difficoltà sarà di sicuro stata messa in conto, ma si è confidato che tre squadre messe peggio ci sarebbero state e che di conseguenza il rischio retrocessione sarebbe stato minimo o comunque contenuto. Ma quando si gioca d’azzardo il rischio c’è e infatti è arrivato l’infortunio di Zapata. E neppure questo ha smosso più di tanto la dirigenza granata perché a gennaio non è stato preso un sostituto, anche perché nel frattempo mister Vanoli si era arrangiato passando alla difesa a quattro e giocando con tre uomini a sostegno di un unico attaccante Adams, adattato a fare la prima punta che di tanto in tanto segnava e infatti ad oggi di gol in campionato ne ha realizzati 9. Certo negli ultimi giorni del mercato invernale sono arrivati Biraghi, un difensore-terzino, per puntellare il lato sinistro. Casadei, un giovane di prospettiva, l’unico vero acquisto arrivato a titolo definitivo, in modo già da avere in casa un centrocampista poiché Linetty è in scadenza di contratto a giugno e non gli sarà rinnovato, Tameze non rientra nei piani tecnici così come Ilic e Ricci è pronto per diventare una nuova plusvalenza. Insomma con Casadei il Torino si è portato avanti col lavoro. Ed è stato preso anche Elmas, trequartista o ala che dir si voglia. Una vera scommessa visto che nel Lipsia aveva giocato nella prima parte della stagione solo 89 minuti fra Bundesliga, Champions e Coppa di Germania. Ma per fortuna si è rivelato ben più pronto e utile del previsto e finora con quattro reti ha contribuito a rendere un po’ meno asfittico l’attacco. Ma per tenerlo il Torino dovrà sborsare ben 17 milioni e c’è un gigantesco punto interrogativo se lo farà. Ed infine è arrivato anche Salama, ala e volendo anche punta, poiché Njie si era infortunato, ma purtroppo anche lui si è infortunato.

Tre rinforzi indubbiamente utili quelli di Biraghi, Casadei e Elams che hanno contribuito al raggiungimento del 10° posto, ma i problemi di base del Torino sono rimasti: gol evitabili presi, non c’è quasi partita che Vanoli non lo faccia notare, e un numero di reti non eccessivo. Per gol presi il Torino è la 9ª squadra di Serie A e per quelli fatti è la 12ª.
Il Torino adesso deve terminare il campionato affrontando ancora Venezia , Inter, Lecce e Roma e provare a mantenere il 10° posto. I lagunari e i salentini si giocano la permanenza nella categoria, i nerazzurri lo scudetto e i giallorossi l’accesso alla Champions: tutte squadre che hanno grandi motivazioni, come aveva il Napoli al quale i granata si sono arresi domenica poco dopo l’inizio della gara. E allora tanto vale guardare al futuro, ma quale sarà il futuro? Domanda da un miliardo di dollari perché se continueranno a essere fatte scelte azzardate, a essere ceduti i migliori giocatori e rimpiazzati con altri non altrettanto performanti o comunque delle scommesse e se non sarà innalzata la qualità della rosa in ogni reparto, sia fra i titolari sia fra i sostituti, l’aspirazione massima può essere la metà classifica con la visione delle coppe europee in tv comodamente seduti sul divano.