LIVE - Masina: "Ci tenevo ad esserci nella prima amichevole. Dobbiamo cominciare a costruire gioco. Vanoli ci ha chiesto di trovare una mentalità"

20.07.2024 19:11 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata a Pinzolo Elena Rossin
Adam Masina
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Adam Masina
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Il difensore del Torino Adam Masina fra poco commenterà la prima amichevole stagionale disputata con la Virtus Verona, vinta dalla propria squadra per 2 a 1.

Come sta?
“Purtroppo sono uscito anzitempo. Ho un piccolo problema muscolare al polpaccio destro dovuta alla contusione di ieri e il muscolo non si è decontatto. Ci tenevo comunque ad esordire contro una squadra che non fosse la nostra Primavera”.

Come giudica questa prima uscita? Si è avuta l’impressione che foste un po’ imballati? Dovevate solo scaricare in questa gara?
“Per il lavoro che facciamo credo che non ci siano partite per dover scaricare. Giochiamo per fare il meglio possibile ed è quello che volgiamo fare. Oggi il primo tempo non è stato sicuramente all'altezza e ne siamo consapevoli. Sappiamo che c’è da migliorare e che c’è da trovare una forma fisica che è ancora lontana. Non vogliamo iniziare a trovare alibi, non è questo il nostro intento in questo momento. Dobbiamo solamente lavorare e provare a capire quale sia la strada giusta per arrivare pronti alla Coppa Italia perché, tra una cos e al’altra sappiamo che tra 30-35 giorni saremo in competizioni importanti dove contano i punti”.

Vagnati ha detto che il capitano verrà eletto a fine ritiro, ma oggi Duvan ha indossato la fascia. E’ più di un indizio? Cosa ne pensa di Zapata capitano?
“Sono di un suola differente, credo che all’interno di un gruppo ci debbano essere diversi leader. E’ chiaro che se Duvan avrà la fascia saremo contenti, è sicuramente uno dei leader. Rispetteremo la scelta del club o dell’allenatore. Non è di certo un problema sapendo che all’interno dello spogliatoio ci deve essere un gruppo di persone che spingono e remano dalla stessa parte e sono sicuro che sarà così. In questo momento dobbiamo lavorare e trovare anche i meccanismi e qualche autonomismo che non stanno arrivano, ma sono sicuro che arriveranno”.  

Quali sono le sensazioni? Parlate di obiettivi?
“Fino a quando la squadra non è completata, come ha detto ieri il direttore Vagnati, è difficile cominciare a pensare agli obiettivi. E’ chiaro che dovremo cominciare a costruire gioco, cosa che il mister ci sta chiedendo: un’identità e una mentalità che ci aiuti a supportare i momenti difficili e ci permetta di venirne fuori. Il lavoro al quale ci sta sottoponendo il mister sia particolarmente difficile  perché sta chiedendo a tutti di pensare e ragionare ed è chiaro che undici teste devono ragionare come se fosse una. Ci vuole un po’ di tempo, ma il lavoro che stiamo facendo ci servirà per questo”.

Quali sono i suoi obiettivi personali per questa stagione?
“Mi ricollego al discorso fatto prima, in questo momento il mio primo obiettivo è trovare la forma fisica in modo da essere fisicamente pronto. Capire ciò che l’allenatore mi sta chiedendo e come posso essere utile alla squadra. In questo frangente ci sono diverse incognite e diversi piani su cui lavorare. A  fine ritiro tireremo un po’ le somme in modo da capire a che punto siamo. In questo momento metto davanti il bene della squadra e se dovesse esserci bisogno di giocare centrale o quinto, o da qualsiasi altra parte, sono ben disposto a farlo. Dobbiamo guardare al bene del Torino: c’è tanto da lavorare”.

Si sente un leader? La metodologia di lavoro che cerca di trasmettervi Vanoli le piace?
“Sì. Ritrovo nella metodologia di calcio del mister tante affinità. E trovo nella sua metodologia di calcio idee che io penso. E’ un po’ un mio compito essere un riferimento, la squadra è comunque giovane e dietro dal punto di vista dell’esperienza qualche cosa sta mancando in particolare la comunicazione. Vorrei che i miei compagni cominciassero a comunicare di più perché, per me, è un piccolo mattone che può fare la differenza. Spesso tendo a dire una parola in più, ma sono sicuro che quando cominceremo ad avere un comunicazione più fluida fra di noi ci sarà un bel gruppo di trascinatori. Nello spogliatoio ci sono diversi leader: Linetty, Zapata, Sanabria, Tameze e Ricci, anche se è giovanissimo. La squadra in questo momento si sta formando anche caratterialmente. Ci sarà da unire le personalità affinché si vada tutti quanti nella stessa direzione”.

Ha detto la squadra si sta formando anche caratterialmente, se ci sono quali sono le differenze con l'anno scorso?
“Ogni anno si provo a fare uno step in avanti e quindi alzare un po’ l’asticella. In questo momento il mister ci ha chiesto una cosa specifica: trovare una mentalità. Non è facile perché dovremmo cambiare molto rispetto all’anno scorso. Un esempio, l’anno scorso si giocava uomo a uomo, mentre quest’anno si punta più sulla tattica e sul reparto. E lui vuole lavorare su questi principi, cosa non facile perché tanta gente che viene da tre anni di uomo deve cambiare e per farlo serve capire i tempi e le tempistiche che sono molto importanti. Il tempo d’uscita, quello d’entrata e quello del pressing sono molto delicati e in Serie A fanno la differenza. Al momento le differenze sono soprattutto in quello che il mister chiede e stiamo provando ad arrivare a questa filosofia di calcio che comporta un grande cambiamento e si tratta di due idee quasi agli antipodi”.

Come giocatori non siete coinvolti nella scelta del capitano?
“Nessuno ce lo ha chiesto, ma, come ho detto, le gerarchie all’interno dello spogliatoio non si sviluppano di certo attraverso l’assegnazione di una fascia. Ci possono essere due-tre capitani senza fascia e questo penso sia importante. Chi terrà al fascia al braccio avrà sicuramente un onere e un onore, però chi non ha la fascia non è di certo esentato da responsabilità. E’ il principio che vorrei portare anche tra voi”.

Coco che tipo di persona è? A livello tecnico, arrivando da un altro campionato, ha qualche problema anche comunicativo?
“E’ il mio compagno di camera e posso garantire che si sta comportando non  bene, ma benissimo. Si è adeguato a tutto ciò che comporta il nuovo spogliatoio e il primo giorno ha subito preso lezioni d’italiano e già questo dice tanto della fame e della voglia che ha. Sono scuro che farà ben parlare di lui, lo posso garantire. E’ un giocatore di alto livello, qualità, intensità, fisicità. In questo momento è chiaro che debba inserirsi in una nuova dinamica di gioco. Mi piace molto che chieda in continuazione informazioni, idee nuove e chiaramente anche parole, ho studiato lo spagnolo e capisco che faccia fatica a entrare nella lingua italiana, ma sono scuro che ci arriverà molto presto per la fame e la voglia che ha”.  

Dellavalle è pronto ad essere definitivamente aggregato alla prima squadra? Qualche altro Primavera l’ha colpita?
“Prima di tutto devo fare i complimenti ai ragazzi che sono entrati nel secondo tempo perché sono riusciti a portare in campo ciò che forse non siamo riusciti nel primo tempo. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. I ragazzi si stanno allenando molto bene e oggi hanno portato in campo una prestazione lucida, poi ne parlerete con il mister per sapere se la pensa nello stesso modo.  Dellavalle è sicuramente un giocatore di prospettiva che può già il presente di questa rosa. Ma non solo lui e ce ne sono altri interessanti Perciun, Njie, altri due che, secondo me, sono in rampa di lancio, e auguro loro di crescere in fretta e bene. Sono ragazzi disposti a lavorare e umili e già questo è un grande punto di partenza. Le qualità non sono per forza fondamentali perché si cresce come persone e uomini e la loro strada è in discesa”.  

Le difficoltà del primo tempo dipende dai concetti o da una carenza fisica dovuta a giorni di duri allenamenti?
“Non cerchiamo alibi su questa prestazione grigiastra. Però sicuramente può essere una sintesi fra le due cose. Ho visto tante teste ragionare troppo singolarmente. Teste di giocatori che hanno già un certo film, una certa pellicola alle spalle. Quindi non è facile entrare nella loro psiche e provare a cambiare le loro idee di gioco. Il mister sta martellando su questo e siamo sicuri che i giocatori evoluti come sono molti di quelli che hanno giocato nel primo tempo arriveranno a capirlo. In questo momento è un sintesi tra le due cose”.

Se non attaccate con i quinti manca un po’ la velocità in mezzo? Infatti nel secondo tempo con Karamoh c’è stata maggiore verticalizzazione. Manca una tipologia così di giocatore?
“L’analisi è giusta e ognuno ha le proprie caratteristiche. Karamoh ha questa capacità di corsa molto importante. Se devo pensare a Sanabria lo vedo di più con la palla tra i piedi: ha grande capacità con la palla ed è capace di farla sparire. Gli interpreti fanno la differenza. Nella seconda parte della partita chi è andato in campo ha capito un po’ di più ciò che il mister aveva richiesto e Karamoh è riuscito a fare male alla linea difensiva avversaria sfruttando la grande fisicità e qualità, cosa che all’inizio della partita non eravamo riusciti a fare”.

State provando il 3-5-2, ma ci possono essere anche altri moduli tenuto conto che ieri Vagnati ha detto che parlando con il mister avevano pensato anche a un’altra disposizione in campo, ma che poi visto chi c’è e non c’è e le caratteristiche questo sembra essere il modulo migliore. Ne avete parlato?
“Abbiamo avuto un confronto con il mister sulla disposizione, niente di definitivo. Lui in questo momento valuta che adesso sia il 3-5-2, ma nella sua spiegazione molto sintetica ci ha messo al corrente che si possa anche costruire a quattro, ma i principi rimangono questi. Si lavora più sui principi che sul modulo in sé e il mister sta cercando di fare entrare nelle dinamiche tutta la squadra e lavora su questo”.