LIVE Vanoli: "Partita difficile e tosta con l'Udinese, dovremo fare attenzione alla palle inattive. Lazaro non ci sarà, Vlasic vedremo. Zapata ci darà ancora tanto e il 4 maggio legegrà i nomi"

LIVE Vanoli: "Partita difficile e tosta con l'Udinese, dovremo fare attenzione alla palle inattive. Lazaro non ci sarà, Vlasic vedremo. Zapata ci darà ancora tanto e il 4 maggio legegrà i nomi"
Paolo Vanoli
Ieri alle 14:25Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin

Il Torino dopo la sconfitta con il Como, la seconda in questo 2025, con tanto di gol del pareggio realizzato ad Ilic, ma annullato nei minuti di recupero a causa del doppio tocco di Biraghi scivolato al momento di battere la palla dalla bandierina, i granata davanti al proprio pubblico cercheranno di riscattarsi e tornare a conquistare i tre punti che mancano dalla vittoria sull’Empoli del 15 marzo. 
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Como.

Com’è andata la settimana? Come stanno i suoi ragazzi?
“Bene. E’ stata una settimana lunga, abbiamo avuto tempo di recuperare bene le energie. Non recuperiamo Lazaro, anche se speriamo di essere vicini al suo rientro. Vlasic stiamo provando fino alla fine  recuperarlo perché questo edema, causato dalla botta ricevuta, sta scendendo un po' e gli dà un po' di fastidio, vediamo se riusciamo a recuperarlo oppure no. Poi c'è Ilic che ha preso un pestone al piede oggi in allenamento, ma vediamo nelle prossime ore. Per il resto tutti bene e abbiamo recuperato lo squalificato Ricci”.

Arriva qui allo Stadio Olimpico Grande Torino l'allenatore Runjaic che ha prodotto risultati meritati, quali sono peculiarità dell’Udinese e del calcio che lui propone?
“Ha fatto un ottimo lavoro perché in questi ultimi anni l'Udinese si è sempre salvata alla fine e invece lui ha fatto un grandissimo lavoro insieme a una società che sorprende sempre nell’andare a cercare talenti. È una squadra che quest'anno oltre ad essere fisica ha inserito giocatori d’esperienza tecnica come Thauvin e Sanchez, non so se domani saranno un bella partita, ma il centrocampo è di qualità ed è forte. E’ vero che vengono da quattro risultati non positivi e di questo dovremo essere molto attenti, come dovremo essere molto attenti in relazione a quello che è successo all'andata: alle palle inattive. Perché è una squadra che ha una struttura e i calci da fermo sono un suo punto di forza”.

Per voi la partita dell’andata fu l'inizio della svolta con la rimonta dal 2-0 iniziale. Ma che partita dobbiamo aspettarci lunedì?
“Come tutte in questo periodo, è una partita difficile e tosta contro una squadra fisica che ci impegnerà tanto sotto questo aspetto. Dovremo essere molto bravi e furbi nei calci da fermo, stare molto attenti a non fare come ci è successo all'andata e a guardare a noi stessi continuando il processo che abbiamo intrapreso da quando abbiamo cambiato modulo e a differenza della gara col Como essere un po' più lucidi e cinici in fase offensiva”.

Ci fa una riflessione sul rinnovo del contratto di Zapata malgrado stia recuperando da un grave infortunio?
“E' stato un bellissimo gesto da parte della nostra società nei confronti di un giocatore importante e questo fa anche capire la sua voglia di voler continuare a fare qualcosa d’importante col Torino. Adesso dobbiamo solo avere la pazienza e la serenità di aspettarlo perché ha avuto questo brutto incidente, ma penso che, per la fortuna che ho avuto di conoscerlo, sicuramente avrà ancora la possibilità di darci grandi soddisfazioni”.

Possiamo iniziare a immaginare, sulla base di quello che è concordato con medici, società e giocatore, quale potrà essere il cronoprogramma di Zapata? Quando potrà iniziare a correre e calciare? Si può tracciare un orizzonte?
“Non sono io l'addetto a tracciare gli orizzonti. io gli parlo e lo vedo quotidianamente e il suo processo sta andando veramente bene. In questo momento sta alternando forza e corsettina sul campo, anche leggera, sta facendo e proseguendo bene. Nella speranza, in prospettiva futura in ritiro, di averlo in parte a servizio con noi se non del tutto. Dare una prospettiva futura è come scommettere al lotto, bisogna avere la pazienza e la serenità, però sta procedendo molto bene”.

Il Torino è impegnato in questa sorta di mini campionato per il decimo posto, se la posizione finale sarà questa lei si riterrà soddisfatto?
“Non voglio rispondere a questa domanda perché, come ho detto tempo fa, sarei incoerente. Voglio giocarmi partita per partita e arrivare in fondo al campionato e vedere cosa abbiamo fatto in questo percorso. Adesso sono concentrato sul portare a casa lunedì i tre punti, che ci sono mancati nelle ultime due partite avendo ottenuto solo un punto. Noi siamo focalizzati su questo. La mia concentrazione è su questo, poi alla fine campionato vedremo tutto il resto”.

Aveva previsto la flessione di Casadei che non giocava da tanto tempo. Come sta? Gli ha detto qualcosa? Può diventare un faro, un punto di riferimento del Torino dei prossimi anni?
“Non possiamo pensare che un giocatore arriva e ogni domenica fa gol.  Sicuramente ha avuto un po' di flessione a livello fisico, ma me l’aspettavo. All'interno delle partite ha fatto sempre le sue prestazioni, a volte un po' meno brillanti, ma questo ci può stare. Per quanto riguarda il faro, sì. L'abbiamo preso per questo e penso che lo dimostri anche la sua convocazione in Nazionale”.

Teme di più la voglia di tornare a vincere dell’Udinese, che ha perso le ultime quattro partite, oppure una sorta di rilassatezza mentale, magari inconscia, che potrebbero avere a questo punto  i suoi giocatori?
“La rabbia dell'Udinese perché viene da quattro sconfitte, perché è una squadra forte, perché sicuramente ci giochiamo questo mini campionato e vogliamo arrivare alla fine”.

Come ha visto Gineitis perché nelle ultime gare è sembrato un po' in calo, magari ha un po' patito il giocare da ala destra?
“Scusami se mi permetto, sono cose che vi state mettendo in testa voi. Io vi ho fatto i complimenti perché, secondo me, a Como ha fatto un'ottima prestazione.  Col Como ha anche giocato dentro al campo, ha fatto delle giocate molto buone e ci ha aiutato benissimo in fase difensiva. Domenica gli è mancato il gol, ma il portiere ha fatto una grande parata. Come ho detto, bisogna essere umili a capire che è l'unico giocatore che ha le caratteristiche per sostituire Lazaro, oltre a essere funzionale per mettere giocatori più offensivi.  Come è successo anche a Como con l’inserimento delle due punte perché non c'era Vlasic. Secondo me, rispetto alla gara col Verona effettivamente ha fatto un po' più di fatica perché era la prima volta che ricopriva quel ruolo e per giunta si trovava di fronte  una difesa 5 e di conseguenza aveva sempre l’uomo addosso, ma con Como che difendeva a 4 ha fatto una buona prestazione e anche dopo quando è entrato dentro al campo. Ho la fortuna di avere un giocatore disponibile e fare tutto e questi giocatori mi piacciono. Quando serve abbiamo bisogno di tutti”.

Ha già un'idea chiara sui miglioramenti, sulle prospettive dei giocatori che ha o su qualcuno le manca ancora qualcosa per comprenderlo fino in fondo?
“Non voglio eludere questa domanda nel senso di parlare di futuro o cosa. I bilanci, come ho detto prima, li faremo alla fine. Anche perché non sarei coerente con quello che vi dico nelle conferenze: che in ogni partita dobbiamo dare il 100% perché è una finale. E non sarei coerente anche con quello che dicono ai giocatori: che dobbiamo essere un esempio fino alla fine. Siamo concentrati perché sappiamo di venire da un risultato, a livello di punti, deludente col Como e ci vogliamo riscattare. A questo dobbiamo pensare e dobbiamo lottare per questo. Poi a fine anno faremo tutti i bilanci possibili e immaginabili”.

Al Filadelfia oltre a Zapata c’è anche Schuurs, gli ha parlato? Come sta?
“Bene. Mi è piaciuto che si sia voluto farli rientrare a stare con noi. Penso che nella seconda parte di un recupero sia giusto che anche loro rivivano lo spogliatoio, le incavolature dell'allenatore così almeno ritrovano lo spirito. Ed è bello perché anche io posso parlare con loro e vederne i progressi. Anche lui l'ho visto carico. E’ un ragazzo che sapete cosa sta attraversando e quindi avere i compagni e l’allenatore vicino penso che in questo momento lo possa aiutare”.

Lui sarebbe un grande acquisto per la prossima stagione.
“E’ un grande giocatore e sono sicuro che piano piano ce la faremo”.

Il 4 maggio chi leggerà i nomi a Superga? Zapata o Ricci?
"Il capitano (Zapata, ndr)".

Borna Sosa lo abbiamo visto meno negli ultimi mesi, potrebbe utilizzarlo anche in una posizione diversa come esterno-alto dietro la punta?
“No, penso che non abbia le caratteristiche per questo modulo. Penso, invece, che abbia le caratteristiche per giocare sia a quattro sia a cinque. Sicuramente, ma non ha le caratteristiche per fare il ruolo da esterno-alto. Può fornire ottime prestazioni sia come terzino sia eventualmente in un cambio di sistema giocando a cinque, come avevamo fatto all'inizio. Secondo me, nei ruoli di esterno-alto il massimo è avere giocatori bravi a saltare l'uomo, capaci di essere un po' più offensivi come caratteristiche. In una squadra, come ci succede per Lazzaro o adesso con Gineitis, il centrocampista ha caratteristiche un po’ più offensive e gli esterni devono avere caratteristiche ben precise”.

Nel 2025 avete perso due partite e in entrambe non c’era Ricci, non si perdono le gare perché manca un giocatore, ma è un segnale di quanto sia importante questo calciatore per voi?
“A volte non è la statistica, ma è anche la verità. Mi è capitato parecchie volte, anche quando ero giocatore. Per esempio, quando ero nel Parma, seppur ci fosse una grandissima squadra se ci mancava Boghossian si perdeva. Non so se sia scaramanzia o sfortuna, però è una questione anche di equilibri. Succede come adesso con il sostituto di Lazaro, Valentino è diventato molto più importante cambiando il sistema di gioco perché è quello che ci dà equilibrio in questo nuovo sistema di gioco. Non guardo a queste cose, abbiamo perso due partite per due ingenuità che non dipendevano dall’assenza di Ricci: una per un autogol incredibile pur facendo un’ottima partita col Bologna, e vedete cosa stanno facendo i felsinei, e l'altra domenica col Como e per la verità siamo stati anche un po' sfortunati sul mancato pareggio con il gol di Ilic annullato. Dobbiamo guardare avanti. Fortunatamente Ricci rientra così abbiamo un centrocampista in più e questa è la cosa più importante”.

Il Toro in questo campionato è la squadra che avanza meno velocemente palla al piede. Molto spesso fate fatica a ripartire in contropiede: è una cosa sulla quale dovete migliorare in prospettiva futura?
“Questo dipende anche dalle caratteristiche fisiche della squadra. L’ho sempre detto che indipendentemente dal modulo siamo una squadra che ha giocatori poco di profondità. Infatti siamo andati a prendere un giocatore come Casadei, un incursore dentro l'area, per provare a migliorare questo, ma è una caratteristica di questa squadra e sicuramente è una cosa che bisogna migliorare. Si deve anche lavorare su quelle che oggi sono le caratteristiche dei giocatori che hai. Ma penso che anche su questo ho notato che rispetto all'inizio, cambiando sistema di gioco, siamo migliorati. Cosa che prima ci mancava tanto perché avevamo centrocampisti molto di palleggio e con delle punte come Zapata che ci aiutava a salire, ma non a ripartire perché Duvan è un giocatore su cui appoggiarsi e poter sviluppare l'azione. Queste sono caratteristiche della squadra. Ci sono squadre forti in campo aperto come il Milan e lo si è visto proprio nella loro gara con l’Udinese che gli ha lasciato campo aperto, ma quando ci sono giocatori come Leão o Reijnders questa è proprio una loro caratteristica che si aggiunge a quella tecnica. Sicuramente anche questo alzando un pochettino il baricentro l’abbiamo l'abbiamo migliorato”.

In vista di lunedì, pensa ancora alle due punte o, eventualmente, se non ci fosse Vlasic a Karamoh che può dare profondità?
“Sto pensando a diverse soluzioni in base alle caratteristiche che abbiamo. Come è successo a Como quando Vlasic non ha potuto esserci ho giocato con le due punte perché volevo avere un impatto più offensivo e dare un messaggio alla squadra perché si voleva fare risultato. Potevamo fare qualcosina meglio. Però a volte per fare risultato non serve mettere una punta in più o giocare con 4-6 attaccanti, bisogna sempre anche capire il momento. In assenza di Vlasic, ci possono essere anche altre soluzioni”.

Si giocherà a Pasquetta, lei che ha lavorato tanti anni in Inghilterra si aspettava un cambiamento di questo tipo anche in Italia?
“Ho avuto la fortuna di vivere in Inghilterra e per loro Pasquetta come Natale o l’ultimo dell’anno è una gioia andare allo stadio e passare al campo la festività con la propria squadra. In Italia forse questa cultura c’è meno e c’è di più quella di stare a tavola con i familiari, ma non deve essere una scusante o un alibi  perché è solo una questione di cultura, però siamo preparati per questo”.

Nelle coppe europee le squadre nordiche arrivano nelle semifinali e hanno giocatori interessanti, ma come mai le squadre italiane, gli osservatori e gli allenatori non guardano con particolare attenzione questi calciatori e infatti in Italia ce ne sono pochissimi?
“Non è vero che non si vadano a vedere questi giocatori. Ormai lo scouting è diventato mondiale. Però è normale che i mercati se li dividano le grandi società. Il mercato brasiliano è molto seguito dai grandi club e se tu sei un piccolo club e vuoi andare a competere nel mercato brasiliano non è facile. Poi io penso che l'altro aspetto sia la funzionalità: un giocatore lo togli dalla sua cultura per immetterlo in un’altra come quella italiana e sappiamo benissimo che gli allenatori italiani e soprattutto il campionato italiano sono molto tattici per cui a volte questo ferma il processo di questi calciatori. Ci sono tanti aspetti da valutare quando si va a prendere un giocatore e quello culturale è uno dei più importanti. Lo dico sempre che per scegliere un giocatore adatto al Torino o all’Inter bisogna conoscere la storia del club per andare a cercare quello che ha le caratteristiche utili all'allenatore, ma anche alla storia del club. Questo è molto importante e non basta vedere quello che il giocatore sta facendo. Poi, diciamoci la verità, il mondo adesso è aperto per tutti. Una volta era un po' più chiuso e non si sapeva cosa facevano gli altri. E’ bello anche copiare le idee degli altri e migliorarle. Tutte le società oggi conoscono tutti i giocatori e lo scouting è veramente migliorato. Lunedì incontreremo l'Udinese e mi ricordo che vent'anni fa era la prima società che seguiva tutti i giocatori al mondo attraverso le videocassette. Lo so perché all’Udinese ha lavorato mio fratello e mi ricordo che prendevano le videocassette e ognuno guardava i giocatori. Oggi c'è Wyscout, ci sono programmi dove vedi tutti i giocatori, ma, ripeto, non è tanto prendere un giocatore bravo bensì prenderne uno sì bravo e metterlo nel contesto del Torino sapendo qual è la storia del Torino e come si approccia a una specifica individualità di squadra: questo è la funzionalità. Dobbiamo sapere ed essere preparati perché ormai tutte le squadre sono veramente preparate sotto tutti questi aspetti e questo impegno non va sottovalutato un impegno perché è una cosa importante”. 

Vanoli ha terminato la conferenza dicendo: “Approfitto per fare gli auguri a tutti voi e alle vostre famiglie, soprattutto ai nostri tifosi che fino ad oggi ci hanno sempre supportato, quindi approfitto di questo momento per fare gli auguri, Buona Pasqua a tutti”.