Questo Toro è squadra vera con cervello e cuore: Juric se ne prenda il merito
Il mercato, migliore sicuramente rispetto a quelli del passato, non aveva comunque consegnato a Juric proprio tutti gli uomini che voleva: manca il sostituto di Miranchuk, ma lo ha rifornito di Zapata, un centravanti che nelle ultime due stagioni aveva subito qualche infortunio di troppo, ma che per fisico, capacità di segnare ed esperienza non destava dubbi sulla qualità che poteva aggiungere. E poi a campionato già avviato la società ha rischiato di rovinare tutto quando stava per vendere Buongiorno all’Atalanta, ma per fortuna ci ha pensato il giocatore a non mettere nei pasticci allenatore e squadra dicendo resto qui e facendo prevalere su tutto il suo cuore granata. E così dopo un avvio di stagione non proprio brillante (in Coppa Italia vittoria stentata con la Feralpisalò e in campionato pareggio con il neo promosso Cagliari) né sul piano del gioco né su quello dei risultati culminato con la partitaccia e conseguente pesante sconfitta, 4 a 1, a San Siro con il Milan c’è stata la svolta: vittoria in extremis con il Genoa, altro successo con la Salernitana e ieri sera il pareggio con la Roma, che è stato oggettivamente un risultato positivo perché ha dimostrato che il Toro di Ivan Juric è squadra vera con cervello e cuore.
Una partita, quella con la Roma, che il mister ha preparato nei minimi dettagli e benissimo e che i suoi giocatori hanno interpretato puntualmente e con buoni risultati. Infatti c’erano da arginare Lukaku e Dybala e in più Mourinho ha schierato dall’inizio anche El Shaarawy perché voleva portare a casa la vittoria per risollevarsi in classifica poiché dopo quattro giornate aveva solo quattro punti e invece non è andata come avrebbe desiderato. Juric ha messo a marcare a uomo Buongiorno su Lukaku, Schuurs a controllare El Shaarawy e Rodriguez ad occuparsi di Dybala, e con Tameze che a centrocampo doveva bloccare Paredes. E tutti hanno fatto la loro parte, alla grande poi Buongiorno che non si è certo fatto intimorire da Lukaku, che è pure più grosso di lui che tanto piccolo non è. E va anche ricordato che il Bongio non ha preso neppure un’ammonizione pur dovendo marcare uno dei centravanti più pericolosi della Serie A. Infatti il belga nel primo tempo è riuscito solo a fare un tiro da lontano e nella ripresa gli è andata bene una volta che è scappato ad Alessandro, complice il terreno in pessime condizioni che lo aveva fatto incespicare sul pallone, e sfruttando il suo strapotere fisico era riuscito anche a non farsi arginare da Tameze, arrivato in aiuto di Bongio che subito si era messo a rincorrerlo, ma poi quando l’ex Inter ha crossato in area per Dybala ci ha pensato Rodriguez in scivolata ad anticipare l’ex Juventus e a non far correre pericoli a Vanja. Lukaku è riuscito poi comunque a segnare nell’unica occasione nella quale Buongiorno non è riuscito a contenerlo (68’), ma questo non inficia una prestazione decisamente di livello superiore alla media del giovane difensore granata. Per fortuna che non è andato all’Atalanta altrimenti chi avrebbe marcato efficacemente Lukaku visto che in difesa c’è emergenza con Djidji infortunato e Zima sempre alle prese con il ginocchio che era già stato operato a febbraio e quindi rimangono il neo acquisto Sazonov, ancora però bisognoso di lavorare molto, come ha detto Juric, sia a livello di tattica sia a livello di passo, di gamba e di movimenti, e il Primavera N’Guessan? Comunque tutta la squadra ha dato una mano in fase difensiva, come ad esempio Ilic che dopo il palo colpito da Cristante, è intervento quasi sulla linea di porta e ha impedito il gol, con Vanja ormai battuto (58’).
Ma Juric non solo ha dato grandi indicazioni ai suoi giocatori in fase difensiva, ma ha anche pensato alla fase offensiva per mettere la squadra in condizione di segnare. Ha chiesto spinta sulle fasce a Bellanova e Lazaro, che ci sono riusciti a tratti. Ha schierato Ilic al posto di Ricci e sulla trequarti Radonjic e Seck, preferito a Vlasic non ancora in perfette condizioni dopo la gastroenterite che non gli aveva permesso di giocare con la Salernitana, a supporto di Zapata e poi dopo il gol di Lukaku ha mandato in campo tutti gli attaccanti perché non ci stava proprio a perdere: Sanabria per Seck, in crescita seppur non sempre efficacissimo nelle giocate, con anche Karamoh che ha preso il posto di Tameze (76’) e Pellegri per Bellanova (85’). Radonjic non avrà trovato gli spunti che lo avevano mandato tre volte in gol nelle due precedenti partite e anche il pit bull Vlasic, subentrato proprio al serbo (55’), non è riuscito a fare la differenza e anche Ilic l’estro di si è visto a corrente alterna, ma poi è stato proprio il serbo a calciare molto bene la punizione indirizzandola sul secondo palo dove dal mucchio è sbucato fuori Zapata che di testa ha pareggiato (85’).
Nel post partita Juric ha dato tutti i meriti ai suoi giocatori, ma per una volta se li prenda anche lui perché il suo lavoro è prezioso e solo chi non vuole vederlo non lo vede. Un allenatore come lui è una manna dal cielo per il Torino: avrà anche qualche difetto come tutti, ma sono tanti i pregi e la squadra per questo lo segue. Ha il contratto in scadenza a giugno, ma andrebbe prolungato subito e sempre assecondato al cento per cento in sede di mercato.