Ricci si gode l'azzurro. Ma in granata ci sono sempre meno italiani

07.09.2024 09:30 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Ricci si gode l'azzurro. Ma in granata ci sono sempre meno italiani
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Il Toro si gode Samuele Ricci, Samuele Ricci si gode l’Italia. E’ una soddisfazione doppia quella vissuta tra la città della Mole e quella della Tour Eiffel, con il centrocampista granata che piano piano si sta prendendo la Nazionale. Aveva soltanto sfiorato l’Europeo, inserito prima nei pre-convocati ma poi tagliato dalla spedizione in Germania, e alla fine è andata ancora meglio così, almeno il classe 2001 si è evitato la figuraccia. A Parigi, invece, Ricci è stato lanciato dal ct Spalletti dal primo minuto e non è stato più sostituito, disputando 90 minuti di alto livello. Da una parte per le giocate offerte, tra “veroniche” in mezzo al campo e dribbling anche dentro la propria area di rigore, e soprattutto per la personalità avuta. “Io devo solo continuare a giocare così, uno step dopo l'altro, e pensare a migliorare gli errori commessi anche in questa partita” ha detto il granata ai nostri microfoni al termine della vittoria per 3-1 al Parco dei Principi. E, per quel che riguarda il Toro, è una piccola spruzzata d’azzurro in mezzo a una squadra di stranieri.

Perchè c’era una volta il Toro degli italiani, come in più occasioni aveva espressamente voluto il presidente Cairo. “L’obiettivo è crescere come italianità, avere giocatori italiani è molto importante" diceva il patron granata al penultimo 4 maggio, nel 2023. E la strada sembrava anche ben tracciata, con la colonna portante formata da Buongiorno-Bellanova-Ricci a tenere alta la bandiera azzurra. Due sue tre, però, sono stati ceduti in estate, in più sono andati via anche Gemello, Dellavalle, Lovato e Pellegri. Così è diventato il Toro più straniero di sempre, ormai gli unici italiani sono proprio Ricci, i portieri di riserva Paleari e Donnarumma, il giovanissimo Ciammaglichella e si potrebbe ancora considerare Masina, nato in Marocco ma con cittadinanza italiana. I granata sembrano sempre più l’Udinese, l’unica squadra in serie A ad avere meno calciatori azzurri rispetto al club di Cairo. Ed è davvero un Toro multietnico, considerando che ci sono 18 nazionalità rappresentate di tre continenti diversi: a fare la “parte del leone” è la colonia francese formata da Bianay, N’Guessan, Dembele, Tameze e Karamoh. E come si comunica in spogliatoio? Vanoli è stato molto chiaro fin dalla presentazione a Pinzolo: “L’ho detto anche al mio staff, che è molto internazionale: qui siamo in Italia e si parla in italiano” ha specificato l’allenatore in ritiro. Così i nuovi arrivati, da Coco ad Adams fino a Sosa e Maripan, hanno fin da subito cominciato a studiare la lingua per non farsi trovare impreparati.