Toro Scalcinato. Se salta Giampaolo, la corsa è (almeno) a quattro
Tre gare per salvare un progetto. Un progetto nato, ormai non solo in apparenza, sfortunato, con le positività di agosto che hanno costretto la squadra a una profonda limitazione delle attività precampionato, e che, a oggi, vede il Toro di Marco Giampaolo relegato all'ultima posizione, in virtù del pari ottenuto ieri, a Udine, dal Crotone, proprio contro quei bianconeri friulani che pochi giorni fa hanno inchiodato il Toro all'ennesimo k.o. casalingo. Posizione da cenerentola, in coabitazione col Genoa e con gli stessi pitagorici, che non può non evocare un cambio di guida tecnica. Secondo l'opinione di molti, anche qualora arrivasse dopo la serata di domani, già tardivo.
Al di là dei nomi menzionati qua e là, ma poco praticabili causa ingaggi importanti (Roberto Donadoni, e, ipotesi ancor più fantasiosa, Luciano Spalletti), e di due ritorni che, in termini di realismo, non convincono affatto (Mazzarri e Ventura), le piste autenticamente in ballo sembrano quattro. C'è Roberto D'Aversa, in cerca di sistemazione dalla fine dello scorso campionato: virtuoso il suo percorso alla guida del Parma, a tifosi e osservatori piace il suo calcio audace e coraggioso. Per accontentare le sue eventuali richieste, e orientare l'organico verso un 4-3-3 come impostazione predominante, servirebbe una campagna acquisti invernale decisamente importante, e impegnativa. Il preferito in assoluto di Cairo e Vagnati, non è però affatto scontato che D'Aversa, peraltro di recente avvicinato dall'ambizioso Monza, accetti di farsi carico di una squadra i cui senatori sono per lo più scontenti, e che, seppur tra qualche nome emerso positivamente (Bremer, Singo, Lukic), non sembra seguire una rotta dalle buone prospettive, innanzitutto in termini di spogliatoio. Senza contare che, per D'Aversa, potrebbe rifarsi largo anche l'ipotesi Fiorentina.
C'è poi Leonardo Semplici, nel calderone: ovvia la sua vicinanza a Vagnati, in virtù del lungo e fruttuoso percorso comune alla SPAL, il tecnico fiorentino è abituato a lottare nei quartieri bassi della Serie A, oltre che a valorizzare un gruppo eterogeneo di giovani e giocatori esperti in cerca di riscatto. Sembra poi essersi riscaldato l'interesse per Davide Nicola: difficile un suo ritorno al Genoa, qualora saltasse Maran (i rossoblù guardano al solito traghettatore Ballardini, oltre che ai succitati D'Aversa e Semplici), il quarantasettenne originario del pinerolese è stato preso in considerazione dal club a più riprese. Il 2021 potrebbe essere la volta buona per un suo ritorno al Toro (di cui aveva vestito la casacca da giocatore), seppur col Crotone sullo sfondo.
Non è da escludere al 100%, infine, l'ipotesi Moreno Longo. Pur non entusiasta della mancata conferma da parte della società dopo la passata stagione, in coda a una salvezza ottenuta con coraggio e tra tante difficoltà, Longo è pur sempre uomo dalle tinte granata tatuate sul cuore. E il (recente) ricordo lasciato dal già vincitore del campionato Primavera nella memoria dei tifosi, nonostante una stagione ai limiti del fallimentare, è complessivamente positivo. Più fantasiosa, almeno per ora, l'ipotesi legata a Vincenzo Montella: difficile che il club si possa accordare con l'ex-tecnico di Fiorentina, Roma, Milan, e Siviglia, benché l'Aeroplanino, al momento, sia senza contratto.