Oggi Mihajlovic avrebbe compiuto 56 anni, il ricordo del fratello Drazen: “Da bambino mi proteggeva. Non è bastato il mio midollo per salvarlo. Gli ho promesso …”
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Sinisa Mihajlovic, ex giocatore di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter e ex allenatore fra le altre di Inter, Milan, Torino e Bologna, nacque a Vukovar il 20 febbraio 1969 e oggi avrebbe compiuto 56 anni se poco più di due anni fa il cancro non lo avesse portato via prematuramente. A ricordarlo il fratello Drazen in un’intervista su La Gazzetta dello Sport.
Drazen, qual è il primo ricordo che ha di Sinisa? "In realtà il primo ricordo non è mio, ma suo. Avrà avuto forse sei anni, io appena due. I miei andavano a lavorare presto e non c’erano soldi per la tata e per consentire a Sinisa di andare all’asilo, così a me la mattina dopo le 6dovevapensare lui. Per cui usciva di casa, mentre io ancora dormivo, e andava a comprare il latte e il pane per la colazione, ma nonostante facesse già cose da adulto era solo un bambino con tutte le paure di chi ha quell’età. Per cui quando tornava a casa si fermava spalle alla stufa fermo immobile con gli occhi sbarrati a guardare la porta di casa per paura che entrasse qualcuno. Credo che vincere la paura sia stato un esercizio che ha imparato allora. Il ricordo solo mio invece non riguarda un episodio, ma il rumore...".
Il rumore? "Sì, delle pallonate che per intere giornate Sinisa scagliava contro la serranda del garage fuori dalla nostra casa. Parecchie volte ha costretto a cambiarla. Mirava agli incroci. Le sue punizioni vincenti sono nate lì, calciando da solo decine di migliaia di volte e facendo imbestialire il nostro vicino".
E sulla malattia - È stato lei a fornire il midollo per il secondo trapianto. "Sì, pareva potesse aumentare le possibilità di riuscita. So che non è colpa mia, ma non averlo salvato è una ferita che non si rimarginerà mai".
La promessa: “Il giorno che se ne è andato sono rimasto tutta la notte con lui. Ho detto quello che tra uomini non ci si dice mai. Vorrei pubblicare in Serbia l’autobiografia La partita della vita, scritta con te e poi intitolargli lo stadio che nascerà in occasione dell’Expo 2027. Altrimenti il campo dove si allena la nazionale nel centro federale, affinché non si dimentichi mai chi è stato e cosa ha rappresentato Sinisa Mihajlovic".
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