"Urbano Cairo salta con noi". L'apoteosi della disfatta

10.11.2024 16:04 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
"Urbano Cairo salta con noi". L'apoteosi della disfatta
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La disfatta nel derby, ormai ribattezzato perdy da alcuni tifosi, è soprattutto sul piano morale. Si può perdere per 2-0, senza quasi mai tirare in porta e la Juve che non ferisce oltre, forse perchè è una delle più scarse incontrate negli ultimi decenni, ma non puoi perdere la stracittadina con i tifosi avversari che scherniscono gli avversari con quel coro: "Urbano Cairo salta con noi".

Viene da dire che forse hanno capito meglio la situazione in casa Toro i tifosi bianconeri rispetto a quelli granata.

Cairo si presenta come nulla fosse allo Stadium, pensando quasi a sfidare i suoi tifosi, autoconvincendosi che senza Zapata e Adams, più gli ultimi giocatori ceduti in estate, portassero a trovare una magia, manco che il Toro abbia avuto sempre dalla sua la fortuna. Ha ceduto il sempre infortunato Pellegri all'Empoli e costui si è messo a segnare. Un'altra beffa. Ma che sia anche lo staff medico poco abile a capire gli infortuni? A vedere quanto successo recentemente a Borna Sosa, con Schuurs ancora ai box dopo oltre un anno, c'è da pensare che un giocatore granata, per sicurezza, è meglio che vada a farsi fare una consulenza privata medica in caso di infortunio.

Un derby si può perdere, ma con dignità.

Fa effetto leggere che adesso la Juve vince anche senza gli aiutini degli anni scorsi, quando il Toro poteva recriminare su rigori non visti, concessi contro dubbi, gol annullati e cose varie. Nulla di tutto ciò sta accadendo.

Un'Apocalisse interna. Che fa dire a Vanoli che la squadra gli è piaciuta, come risentire Juric, fino ad arrivare a Lerda. E forse ci credono davvero a quello che dicono. La mediocrità porta ad accettare le piccole soddisfazioni, perchè tanto di più non si può avere.

Vanoli aveva recentemente parlato egli stesso di mediocrità, a ragione, ma rischia anche lui di finire in questo tormentone in cui nessuno si salva. Non è solo la sconfitta di un derby che non è più tale, ma l'affossamento di un'idea di essere diversi.

E' come nella politica, mancano i leader, e la massa si adegua. Va bene così, tanto Cairo non vende, cede solo i pezzi migliori, quello gli riesce benissimo. Ma la gestione di una squadra vive di cose diverse, anche di sogni qualche volta, di essere protagonisti e non solo partecipanti ad uno squallore degenerante.