Cairo, il problema non è la cessione ma i nuovi interpreti

23.08.2024 06:15 di  M. V.   vedi letture
Cairo, il problema non è la cessione ma i nuovi interpreti
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La cessione di Alessandro Buongiorno era ampiamente prevista, anche se si è sperato fino all'ultimo che non accadesse. Perso il pezzo pregiato della difesa, però, si pensava che sarebbe finito così, magari piazzando Ilic per una cifra interessante in Russia. E invece il dissanguamento della squadra è proseguito con la cessione improvvisa e nel giro di due giorni di Raoul Bellanova, che va all'Atalanta a giocarsi la Champions League. Nulla di dire nella scelta del calciatore, scegliere tra il niente e in tanto non è complicato, sentimentalismi a parte. Il fatto è che Cairo insiste sul fatto che sia il giocatore ad aver chiesto la cessione, e di questo ne siamo meno convinti. Ad ogni modo, per una squadra che vive di plusvalenze, oggi giorno non è strano cedere i pezzi migliori per autofinanziarsi il mercato, di fatto lo fa anche l'Atalanta (che però sa reinvestirli, e i risultati si vedono). Il guaio è il dare via due calciatori chiave per prenderne uno sconosciuto, Saul Coco, che pare aver cominciato bene ma è tutto da valutare, e poi investire un venticinquesimo del ricavato per sostituire il laterale destro con Pedersen (che non ha colpe, per carità, e va incitato come tutti gli altri). In pratica il Toro ha venduto il giocatore fulcro dell'unico schema offensivo visto da Juric nella scorsa stagione per prenderne uno, diciamo, normale. Questa, francamente, che sia di Vagnati o della necessità di recuperare soldi per gli investimenti di vent'anni, appare, almeno per il campo, una scelta insensata. Ed è sinonimo inequivocabile di poco interesse verso Toro e i suoi risultati.