Romero: "Cairo ha lavorato bene sul piano della gestione societaria. La passione? Non è il suo punto di forza"

L'ex presidente granata, quello del fallimento di Franco Cimminelli, Tilly Romero, ha parlato a calcionews24.com in esclusiva della sua passione granata.
"Il mio tifo comincia da bambino, quando avevo 10 anni. Poi da ragazzo andavo allo stadio, quasi come un ultras, ovviamente meno focoso rispetto a quelli di oggi. Andavo allo stadio con un bandierone granata, più un campanaccio: diciamo che ero molto attrezzato per andare allo stadio, quasi appesantito. Era un abbigliamento molto ricco il mio. Ma il Torino lo seguivo anche in trasferta. La prima trasferta nel 63′ a Vicenza per vedere un Vicenza Torino. Poi a Ferrara per uno Spal Torino. Il Torino era in cima ai miei affetti…dopo mio padre e mia madre c’era il Torino".
Non ci credeva nemmeno quando l'hanno chiamato per fare il presidente.
"Pensavo non fosse nemmeno vero. E poi invece sono diventato presidente. I primi due anni sono stati veramente belli, gli ultimi…anche tempestosi, problematici, diciamo così. Per via della crisi finanziaria del mio azionista, siccome io ero presidente di ‘immagine’, ma non proprietario del Torino".
Romero e quel tremendo fallimento. Così lo rivive.
"Rimane una ferita molto pesante. Oltretutto era una situazione facilmente risolvibile. Adesso non vado nelle particolarità, però era una situazione tecnicamente risolvibile. C’erano grandi società con situazioni ben più gravi della nostra. Per noi invece non c’è stato alcun appoggio diciamo dal ‘sistema’. Sistema economico, sistema bancario. Altre società in condizioni ben peggiori delle nostre sono state aiutate. Non dico una congiura, però nessuno ci ha dato una mano".
Il Torino pare stia cominciando a giocare bene. Così pensa Romero della squadra di Paolo Vanoli.
"Sta iniziando a ingranare, anche se adesso arriveranno delle partite non semplici. Il percorso sembra solo apparentemente facile, penso a Parma ed Empoli, poi ci sarà la Lazio. Il Torino adesso è undicesimo, sarà difficile ma potrà provare ad agganciare l’Udinese decima. Io però più del decimo posto non mi sbilancerei".
Sullo stadio Grande Torino e il possibile azzeramento delle ipoteche, Romero ha commentato.
"Avere uno stadio di proprietà oggi è determinante. Ho letto dai giornali che il Sindaco di Torino vorrebbe venderlo. Questa può essere anche una forma di pressione per Cairo. Vediamo, sto seguendo la situazione, ma ripeto: solo attraverso ai giornali".
Cosa pensa Romero di Urbano Cairo?
"La piazza di Torino è focosa, molto calda e molto partecipe. È chiaro che, la piazza, ha avuto un numero interminabile di delusioni. Abbiamo una storia costellata di delusioni: dal Grande Torino a Gigi Meroni, che si lega inestricabilmente alla mia vita. E i tifosi naturalmente pretendono un po’ di più.
Questi 20 anni di Cairo…gli va dato un merito: la salute ed il benessere societario-bilancistico del Torino. E non è poco nel calcio di oggi, quindi sicuramente ha lavorato molto bene sotto quel punto di vista. Per quanto riguarda la passione mostrata…forse non è stato il suo punto di forza".
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