La comfort zone della classifica del Torino non diventi l’alibi per un calciomercato minimalista
Dopo 16 giornate il Torino ha 19 punti ed è appaiato al 10° posto insieme all’Empoli, battuto in quest’ultimo turno di campionato. Se si pensa alla partenza sprint, con tanto di primo posto in solitario alla 5ª giornata non c’è nulla di cui rallegrarsi. Ma se si considera che dopo le cessioni estive eccellenti di Buongiorno e Bellanova, quest’ultima avvenuta dopo la prima giornata e senza neppure avvisare l’allenatore, con tanto di smantellamento della difesa, che nelle tre stagioni precedenti era stata l’assoluto punto di forza della squadra. Una campagna acquisti all’insegna della poca qualità con giocatori per di più presi tardivamente. Che poi c’è stato anche il grave infortunio di Zapata. E un periodo con risultati che scarseggiavano, in 9 partite una sola vittoria, con il Como neo promosso in Serie A, e un pareggio, con il Monza, che staziona in piena zona retrocessione, prima di risollevarsi un pochino nelle ultime due gare, un pareggio, con il Genoa, che si sta barcamenando per non essere risucchiato fra chi lotta per non retrocedere, e una vittoria, appunto con l’Empoli. Beh allora il limbo della classifica del Torino può essere considerato una comfort zone.
Già perché il Venezia e il Monza che chiudono la graduatoria hanno 9 punti in meno e il Cagliari che è terzultimo cinque. In più in mezzo ci sono Verona, Como e Parma che hanno 15 punti, 4 in meno, Lecce, Genoa e Roma che di punti ne hanno 16, 3 in meno. Un cuscinetto di sei squadre che separano i granata dagli ultimi tre famigerati posti. A parte la Roma che qualitativamente ha un organico superiore, ma che non è ancora riuscita a ingranare dopo l’esonero di De Rossi, preso malissimo dalla piazza e da una parte della squadra, che ha portato prima all’arrivo in panchina di Juric, vergognosamente osteggiato, senza che nessuno alzasse un dito per proteggerlo e difenderlo, e reo solo di aver preso il posto di De Rossi, e poi l’arrivo di Ranieri, chiamato perché di fede giallorossa e con il compito di risollevare la situazione, tutte le altre hanno organici simili al Torino. Per cui mantenendo questo andamento i granata hanno la possibilità di rimanere nella zona di mezzo dove non si aspira a niente, ma neppure si rischia nulla.
E il 2 gennaio, fra 17 giorni, inizia il calciomercato e prima di allora il Torino dovrà affrontare il Bologna, in casa sabato, e l’Udinese che oggi ha 1 punto in più, domenica 29 in trasferta. A seguire il girone d’andata si concluderà con il match contro il Parma, domenica 5 gennaio in casa. Il girone di ritorno invece inizierà con la Juventus, sarà ricevuta al Grande Torino Olimpico sabato 11. Per inciso, nell’era Cairo il Torino ha disputato in campionato 29 derby vincendone solo 1, pareggiandone 6 e perdendone ben 22 riuscendo a segnare 15 gol e subendone 50 e per la cronaca ci sono state anche 2 sfide in Coppa Italia entrambe perse con un totale di 6 reti al passivo e 0 all’attivo.
Tornando al mercato, sarà fatto da Cairo e Vagnati, va detto a quelli che continuano a dire che il Torino Fc è già stato venduto alla Red Bull o a qualche fondo sovrano arabo oppure a qualche altro fondo americano o di chissà dove o in alternativa ad altra multinazionale e che quindi i nuovi proprietari investiranno una valanga di soldi già per questa campagna acquisti. Toglierselo dalla testa perché non è così e la si smetta una buona volta di diffondere fake news: i veri tifosi del Toro meritano assoluto rispetto, da anni ne stanno passando già troppe. Detto questo, parrebbe, il condizionale è d’obbligo visti i precedenti, che a mister Vanoli, sembra più che speranzoso anche lui, sarà preso subito un attaccante per sostituire l’infortunato Zapata. E’ chiaro, anche a chi non capisce nulla di calcio, che non basta l’eurogol fatto da Adams all’Empoli per superare la crisi della scarsità di reti dell’ultimo periodo come mostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, le sole 3 reti realizzate nelle ultime 8 partite. E l’attaccante deve arrivare il 2 gennaio e non alle 23:59:59 del 3 febbraio, ultimo secondo utile per depositare i contratti. Limitarsi al solo attaccante sarebbe molto poco perché Vanoli già quest’estate chiedeva un difensore di piede mancino che non è arrivato e la squadra ha dimostrato lacune anche sulle fasce e in mezzo al campo non sempre ha convinto, seppur questo reparto sia il più completo e potenzialmente il meno deficitario dal punto di vista qualitativo.
Tanto per essere molto chiari: che la comfort zone nella quale adesso è collocato il Torino non diventi un alibi per un calciomercato minimalista - far arrivare un attaccante più o meno discreto che cerca un po’ di visibilità e magari prendere un paio di altri giocatori che sono ai margini altrove -, persino se Cairo già sapesse che fra qualche tempo annuncerà la vendita del club.