LIVE Vanoli: "Non sono d'accordo con la vendita di Bellanova, ma non deve essere un alibi. Ora tocca a noi non deludere i tifosi. Per il mercato confido in Vagnati"

24.08.2024 14:55 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin
Paolo Vanoli
Paolo Vanoli
© foto di Elena Rossin

Dopo il pareggio subito in rimonta ad opera del Milan alla prima giornata di campionato e la cessione due giorni fa all’Atalanta di Bellanova, arrivata come un fulmine a ciel sereno, il Torino si appresta domani ad affrontare i bergamaschi senza aver ancora ricevuto i rinforzi che servivano per la difesa.
L’allenatore del TorinoPaolo Vanoli fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con l’Atalanta che si disputerà domani alle 18,30 allo stadio Grande Torino Olimpico.

Si aspettava la cessione di Bellanova? Come ha vissuto la squadra questa settimana agitata?
"Assolutamente no, non c'erano avvisaglie infatti dopo la partita col Milan è andato in conferenza stampa. Di certo non mi sarei aspettato questa cessione. I ragazzi, come me, sono rimasti sorpresi. Ho un gruppo unito e maturo, ma gli ho insegnato a voltare pagina e non prendere questo caso come un alibi: questo non mi piace. Ai problemi si devono trovare soluzioni, penso che la squadra sia pronta domani a dimostrare che con le soluzioni può andare oltre".

Come vivete la contestazione alla società?
"Il tifoso ha diritto di difendere i valori e la storia del club, spero solo, come mi hanno detto all’inizio, che possano anche sostenere la squadra".

Dall’allenamento al Filadelfia a porte aperte e poi a Pinzolo l’abbiamo sempre vista con tutti i giocatori, anche con chi non è titolare, lavorare intensamente e insegnare cosa dovevano fare.  L'addio di Bellanova quanto le ha cambiato le carte in tavola?
"E' difficile cambiarmi. Sono una persona vera e alleno con passione. Continuerò a fare il mio lavoro con grandissima passione perché i ragazzi devono capire che non si deve abbassare la testa davanti a una decisione che non è compito nostro poter prendere. Ho detto che sono contro a questa decisione, però ai ragazzi ho detto solo che si volta pagina e si deve andare avanti. A volte si viene feriti, ma da queste situazioni bisogna uscirne sempre più forti. Questo sono io, questo è il mister del Torino e Paolo Vanoli come persona".

In preparazione alla partita con l’Atalanta quanto ha inciso non avere più Bellanova? Il sostituto sarà Dembélé oppure è stato costretto a cambiare molto di più la squadra?
"E' una situazione che mi costringe a fare cambiamenti perché se col Milan abbiamo fatto una grandissima prestazione e si trattava solo di aspettare il mercato e magari portare avanti quello che abbiamo fatto, oggi questa perdita mi costringe a trovare altre soluzioni. Sicuramente questa squadra ce le avrà, dovrò essere bravo a trovarle".

La società le ha dato spiegazioni sulla cessione di Bellanova?
"Non ho voluto spiegazioni. Non sono uno che cerca spiegazioni sulle dinamiche che sono successe. Quando una società mi vende un giocatore all'insaputa, è inutile cercare spiegazioni. Secondo me, tutte le spiegazioni alla fine sono giustificazioni. Non sono abituato a piangermi addosso e a cercare giustificazioni. Non sono d'accordo su questa vendita, ma alzo la testa e vado avanti. Quello che avevo da dire al presidente glielo ho detto serenamente in faccia al telefono, non sono una persona che batte i pugni, ma dico le cose francamente in faccia sapendo anche che da quando Paolo Vanoli è arrivato ad allenare il Torino è sempre all'erta su tutto".

Borna Sosa come sta? E’ pronto?
"Sta bene, ma non è ancora in condizione al 100%, però sicuramente in questa gara può darci una mano”.

Dall’inizio?
“Se dall'inizio o dopo, lo vedremo".

Teme di rimanere alla fine con il cerino in mano?
"No. Non mi piace la mediocrità. Quando lavoro e ci sono delle difficoltà, come ho detto al presidente, lui sapeva chi era Paolo Vanoli e io mi sono informato su chi era lui e la società. Quindi sono arrivato qui rimboccandomi le maniche, come ho sempre fatto in tutte le società nelle quali ho lavorato. Non mi interessa avere tanto o poco, ma mi dà fastidio la mediocrità quando lavoro. Ho detto a tutti i componendi di questa società di avere più coraggio e di tirare fuori tutte le potenzialità, comprese quelle che hanno i giocatori".

Alla squadra mancano solo due difensori? Il mercato va bene così o può arrivare ancora qualcuno?
"(Sorride, ndr) Mancano dieci giorni alla chiusura del mercato …”

Gli fanno notare solo sei.
“Sei giorni, spero di avere ciò che ho chiesto dal primo giorno che sono arrivato. Non ho mai chiesto quanto c’è da spendere per il mercato o giocatori particolari perché sono una persona, come ho detto al presidente, umile e capisco di aver colto un’occasione venendo al Torino, ma sono sicuro di ciò che voglio. Confido nell'operato del direttore sportivo in questi sei giorni, come è successo per gli altri acquisti".

C'è la possibilità che cambi modulo?
"Le soluzioni si trovano cambiando modulo o andando avanti sulle proprie idee di gioco. Come ho sempre detto, il modulo non cambia i principi all’interno del sistema di gioco, quindi vedremo. Questa squadra ha un gruppo forte e lo ha dimostrato. Penso che quello che abbiamo fatto a Milano nessuno se lo aspettasse. E anche i ragazzi erano rimasti sorpresi, per questo erano un po’ delusi perché la prestazione che hanno fatto a San Siro era anche un messaggio al presidente di credere in questa squadra. Adesso sta a me insieme a questi ragazzi non deludere i nostri tifosi e, come ho sempre detto, il valore della maglia che indossiamo".

Che giocatore è Pedersen?
"L'ho visto col Feyenoord l’anno scorso e a tratti, ero impegnato col Venezia, anche col Sassuolo in Serie A. E’ un giocatore che Vagnati ha seguito tantissimo. E io mi fido dei consigli del mio direttore: mi ha detto che ci può aiutare tanto e lo farà sicuramente".

Qual è la situazione degli infortunati?
"Gineitis è quasi vicino al rientro. Con Vlasic, come ho sempre detto, voglio andare con cautela perché è un giocatore importante per questo Torino ed è giusto una volta che ritornerà averlo per tutto il campionato”.

Gineitis per domani è disponibile?
“No”.

Pellegri?
“Sì”.

Realisticamente adesso la squadra può lottare per salvarsi. Anche se arrivassero dei rinforzi c'è un ridimensionamento delle ambizioni?
"Gli obiettivi sono da dare a mercato chiuso, quando il mercato sarà chiuso voglio capire dove siamo. Dico la verità, voglio vedere una partita per volta: io lavoro tanto, sogno e guardo sempre avanti, ma non mi pongo obiettivi. Durante il campionato vedremo quali saranno le nostre qualità. Penso che questa squadra a Milano non è stata Bellanova-dipendente, ma era una squadra. Penso che le difficoltà si superino con la squadra, dopo sta a me mettere questi giocatori nella condizione di dare di più. E' vero che siamo ancora dipendenti da Zapata, ma basta vedere i suoi numeri. Lo vorrebbero tutte le squadre del campionato però abbiamo la fortuna di averlo noi. Lazaro lo avete criticato, ma sabato a Milano ha fatto una grandissima prestazione. Coco non lo conoscevate e ha fatto benissimo, ma tutta la squadra ha fatto una bella prestazione. Ora bisogna avere continuità e credere nelle idee di gioco. Mi hanno insegnato che le idee di gioco possono portarti  a fare qualche cosa d’importante ed è su questo che voglio battere".

Bellanova le ha detto qualcosa?
"E' successo tutto in un lampo".

Come fa ad avere fiducia nella gestione e in senso lato nel presidente?
"Ho fiducia nel mio lavoro. Ormai ho 52 anni e l’'anno scorso mi è successo qualcosa di peggio e ne sono uscito. Quello che voglio gridare ad alta voce è: nessuno dei miei giocatori usi la cessione di Bellanova come alibi, mi darebbe molto fastidio. Dobbiamo guardare aventi, rimboccarci le maniche. Io ho un gruppo forte sotto questo punto di vista e mi basta questo".

Esclude un'altra cessione eccellente, ad esempio, di Ricci o Ilic?
"Porca zozza oh. Vivo di concretezza. Quando mi succederà darò altre spiegazioni. Ci sono sei giorni di mercato, mentre l’anno scorso lo avevo bloccato dalla Fifa".

Abita in centro?
"Sto cercando casa”.

Uscendo per strada che clima percepisce in città?
"Personalmente sono orgoglioso di questo mio primo mese, tutta la gente che mi incontra ha percepito la mia passione e la fiducia che ho nel mio lavoro. Per me è sufficiente ed è ciò che voglio trasferire ai miei giocatori. Tutto il resto non è di mia competenza, devo riuscire a controllare ciò che posso controllare e per quello che non posso controllare è inutile sprecare energie per provarci".

Ha parlato di aggiungere mattoncini.  Domani c’è l’Atalanta, cosa può aggiungere all’interno di questo processo di costruzione?
"A Milano abbiamo fatto qualcosa che deve darci fiducia in prospettiva futura per il nostro lavoro. Ci sono giocatori come Sosa, Pedersen e Adams che devono ancora entrare nella mia idea di gioco, e confido tanto che possano dare un apporto importante. Quindi voglio un altro mattoncino per domani, ma alle volte il mattoncino non è solo il giocare a calcio bene è, alle volte, anche riuscire a risolvere un problema, uscire da una situazione difficile, sapere che incontriamo una squadra, l'Atalanta, che, secondo me, oggi è la più forte. Faccio i complimenti alla loro società e, soprattutto, a mister Gasperini per ciò che hanno fatto l'anno scorso: una cosa davvero straordinaria. Da Gasperini devo anche imparare come si supera una difficoltà perché quando si hanno giocatori importanti che fanno i capricci e si riesce a continuare sulla stessa strada è una grande cosa".

Ricci e Linetty sono sempre stati giocatori di garanzia, ma si ha l’impressione che nell’ultimo mese stiano crescendo tanto. Che cosa si aspetta da loro?
"Ricci, ho avuto la fortuna di conoscerlo, ed è un grandissimo professionista e ha voglia di arrivare. Si vede la sua crescita continua e poi sta a me metterlo nella condizione di migliorare le sue qualità e di spiccare il volo. Linetty è un grande giocatore d'esperienza, intelligente che sa capire il momento e, per me, questo è troppo importante. Anche tutti gli altri centrocampisti penso che stiano facendo bene. Ripeto, Samuele è un giocatore che sta crescendo tantissimo".

A che punto è Adams? Per domani è meglio un peperino come lui o uno più di manovra come Sanabria con Zapata?
"Indipendentemente dalle caratteristiche che hai detto bene, alla società ho chiesto di avere quattro attaccanti perché avete visto quanto mi piaccia giocare con il doppio attaccante. Ci sarà quindi sempre l’opportunità per tutti di dare il proprio contributo importante magari non all’interno di una stessa gara, come è successo a Milano, ma comunque nell’arco di più gare. A Milano sia Karamoh sia Adams avevano costruito l'azione per il 3 a 0 che poi per l’ultimo passaggio non è andata bene. Cerco sempre giocatori con caratteristiche funzionali al mio gioco e questi quattro attaccanti hanno caratteristiche diverse e molto importanti".

Come ha reagito la squadra alla vicenda Bellanova? C’è stata una sorta di patto per far vedere che si reagisce o c’è stato scoramento?
“No. Ho detto che il gruppo è forte. Come sono rimasto sorpreso io anche loro lo sono stati, ma è normale. Però c’è la voglia e la consapevolezza che andiamo a incontrare una squadra molto forte com’è l’Atalanta. Nel calcio non c’è tempo per guardarsi indietro: bisogna sempre guardare avanti”.   

Domani cosa si aspetta e cosa non dalla sua squadra?
"Mi aspetto che continuino a giocare da squadra. Mi piace vedere questa squadra che soffre e che agisce da squadra poi tutte le cose sta all’allenatore migliorarle. Mi aspetto un’altra grandissima prestazione, ma anche completamente diversa rispetto a quella col Milan perché penso che oggi l'Atalanta è una squadra che sta benissimo poiché ha disputato anche la Supercoppa. Mi aspetto una partita veramente complicata e difficile contro un grande allenatore. Ma tutti gli allenatori più importanti di me, a partire da Ancelotti e Guardiola, hanno sempre definito l'Atalanta una squadra difficile da affrontare. Dobbiamo essere consapevoli di questo, ma dobbiamo guardare anche le nostre caratteristiche. Quello che non mi aspetto? Spero che i tifosi possano sostenerci, ne abbiamo bisogno. Mentre dai giocatori non mi aspetto niente. Non bisogna dare aspettative, ma solo credere. Guardo solo alle cose positive che servono sempre per migliorare".