LIVE Conceição: "Troppi errori individuali. Nel 1° tempo il Torino non ha fatto un tiro in porta eppure vinceva già 1 a 0. La nostra stagione non finisce oggi perché vogliamo il 4° posto"
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Il commento, in conferenza stampa, dell’allenatore del Torino, Sérgio Conceição, sulla sconfitta con il Torino.
La gara di oggi col Torino è un po' il manifesto della stagione perché sembra che vi complichiate le partite da soli. Quanto è frustrante?
“Molto, molto per me, sicuramente per i tifosi e per tutti quelli che lavorano qui dalla mattina alla sera. Dobbiamo accettare questo perché se non lo accettiamo vuole dire che qualcosa non va. Dobbiamo accettare e lavorare anche su questo perché non è normale che il Torino non abbia fatto un tiro in porta e nel primo tempo vinceva 1 a 0 e con occasioni sbagliate da parte nostra. Il rigore ci sta, 30 secondi dopo abbiamo pareggiato. Se stiamo a vedere anche nel secondo tempo loro non sono arrivati in porta, un fallo e 30 secondi dopo vincevano 2 a 1. Veramente è un momento in cui tutti i nostri errori individuali sono pesanti per l'avversario a livello positivo, mentre noi siamo penalizzati tanto, tantissimo. Si vede che gli ultimi 12-15 gol l’80-90% sono errori non forzati, non c’entrano con la formazione, con questo o con quello. Sono errori non forzati, nei momenti negativi alle volte non succede niente e in altre fasi della stagione invece succede di tutto. Questa non è una scusa, ma è la verità: è proprio così. Abbiamo fatto troppi errori individuali, nel calcio succedono gli errori individuali forzati dall'avversario e in questo caso erano forzati”.
Si migliora solo con l'allenamento?
“Parliamo sempre di questo, dell’atteggiamento. Ho visto una squadra che ha anche creato tante situazioni negli ultimi 30 metri e con possibilità di fare gol. Il loro portiere con la punta del piede ha salvato, ma sta là per quello, sta là per fare il suo lavoro e lo fa bene. L'ha fatto molto bene oggi, è stato il miglior giocatore in campo. E questo vuol dire che noi le situazioni per segnare le abbiamo create. Ma abbiamo bisogno di qualcosa in più, principalmente a questo livello, nell'ambiente, anche quando le cose tornano. Sicuramente stiamo qua per questo, per lavorare e cambiare le cose. Noi stiamo lavorando tanto, tanto. Dopo perdere una gara così, come è successo in ultime partite con tanti gol presi, con errori così non forzati mette in difficoltà la squadra.
Volevo dire una cosa con il cuore. oggi non è finita la nostra stagione. Noi stiamo qua, siamo forti, lavoriamo tutti insieme per arrivare alla fine stagione e raggiungere l'obiettivo che vogliamo: il quarto posto. Vi garantisco che sono qua per lavorare, giorno e notte se c'è bisogno di stare là al campo e non mi frega niente perché staremo là per essere competitivi fino alla fine e arrivare al quarto posto”.
Ci spiega, per favore, perché ha fatto i cambi in quell’ordine? (46’ Fofana per Leão, 54’ Abraham per Musah, 70’ Sottil per João Félix e 88’ Chukwueze per Jiménez e Camarda per Giménez, ndr). Magari qualcuno se li aspettava in un ordine diverso: Musah subito e João Félix prima di Leão.
“Sono scelte fatte per come vedo la squadra e la partita. Li ho fatti in base a ciò che ho visto e pensando a chi poteva entrare, anche perché Musah aveva preso un cartellino giallo e tenerlo a centrocampo poteva essere pericoloso. All’inizio del secondo tempo ho visto che la squadra è entrata in campo e non mi ha dato i segnali che volevo io e allora ho messo più gente davanti, ho dato più peso davanti per forzare e per vincere la partita. Tutti i cambi che ho fatto sono stati fatti pensando a vincere la partita. Alla fine, l'ho detto l'altra volta e lo dirò ancora, in una partita così non conta la sostituzione di questo o di quello perché sono troppo evidenti gli errori che abbiamo fatto, come ho detto prima, quasi a circolo, si dice così?”.
Mancano 13 partite alla fine del campionato e avete l’obiettivo di arrivare al 4° posto, ma è realistico pensare di riuscire a correggere questi errori che vengono da lontano e continuano a ripetersi?
“Noi facciamo il nostro lavoro e io, che sono la faccia della squadra, mi prendo tutta la responsabilità davanti a voi e a tutti i tifosi, ma dentro lo spogliatoio ognuno di sé deve prendersi la propria responsabilità. L'orgoglio, la voglia, veramente sentita, di arrivare alla fine della stagione raggiungendo l’obiettivo. Questo è un discorso che possiamo fare per dieci ore, ma rimane sempre la stessa cosa. Fra di noi, parlo chi è là dentro nello spogliatoio, dobbiamo guardarci in faccia e vedere che cosa non sta andando. Altrimenti non vale la pena parlare di atteggiamento e di orgoglio. Dobbiamo capire che siamo andati fuori dalla Champions League e che desso vogliamo raggiungere questo obiettivo. E' l'orgoglio, la voglia, lavorare ancora di più, andare a casa e pensare che domani c'è l'allenamento e quindi dobbiamo tirare fuori il meglio da noi stessi. Se faremo così, secondo me, la strada sarà più facile”.
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